Le candidature ai David di Donatello 2025 rispecchiano il buon momento qualitativo del nostro cinema: troviamo infatti in lizza titoli che hanno sfiorato l'Oscar (come Vermiglio), altri che hanno messo d'accordo critica e pubblico (come Parthenope), altri ancora che, seppur "di nicchia" si sono guadagnati il plauso degli addetti ai lavori e dei cinefili (Familia, Ciao Bambino, Confidenza, Il tempo che ci vuole, il sorprendente Gloria!, perfino un film politico e schierato come Berlinguer: la grande ambizione), e anche prodotti seriali che sono ormai "cinema" a tutti gli effetti (come L'arte della gioia). Ma soprattutto queste candidature sembrano segnare un nuovo corso nelle scelte dei giurati, più orientate (finalmente!) al valore delle opere stesse che ai risultati del botteghino (abbastanza clamorose infatti le esclusioni di film di successo come Diamanti e Il ragazzo dai pantaloni rosa). Segni, speriamo tangibili, di un cinema italiano che guarda avanti...
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Berlinguer, la grande ambizione |
I venticinque lettori che leggono abitualmente questo blog si saranno accorti, da tempo, che non ho mai dedicato particolare attenzione ai
David di Donatello, ovvero i premi che per antonomasia vengono pomposamente etichettati come
"gli Oscar italiani". Il motivo è molto semplice: ritengo, parere personalissimo, che tra gli Oscar e i David passi ancora la stessa distanza che c'è tra un Rolex e un Casio (cit.), vuoi per la (dis)organizzazione con cui vengono celebrati, vuoi per la noncuranza della cerimonia, ogni anno sempre più bolsa malgrado gli sforzi e i soldi profusi (perchè gli americani sanno fare spettacolo, noi no), vuoi per il provincialismo di certe scelte (specie alla conduzione) e, spesso, di certi criteri di selezione... fattosta che non avevo mai avuto finora grossi motivi che mi spingessero a parlarne e dedicargli spazio.
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Parthenope |
Quest'oggi, però, alla luce delle candidature annunciate ieri sera, mi sento di poter dire che perfino all'interno degli ingessatissimi
David di Donatello qualcosa sta cambiando, fortunatamente in senso buono. Ed è il motivo per cui scrivo volentieri questo pezzo: basta infatti scorrere l'elenco delle nomination - vedi sotto - per capire che forse, e sottolineo forse, anche tra i giurati dei
David si comincia a respirare aria nuova. Lo dimostrano innanzitutto il numero dei film che sono riusciti ad arpionare almeno una candidatura (ben 24), ma soprattutto la qualità delle scelte nelle rispettive categorie, senz'altro molto più coraggiose che in passato. Non era facile infatti escludere dai premi autentici successi commerciali come
Diamanti o
Il ragazzo dai pantaloni rosa in favore di titoli molto più autoriali e di nicchia come
L'arte della gioia, Vermiglio, Il tempo che ci vuole, Familia o il sorprendente
Gloria! Non era affatto scontato, così come non era scontato che un film "scomodo" e difficile oltre che politicamente schieratissimo come
Berlinguer: La Grande Ambizione facesse il pieno di nomination al pari di
Parthenope di
Sorrentino.
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Il tempo che ci vuole |
Segni, speriamo inequivocabili, di un mondo che cambia e guarda avanti, gettando lo sguardo verso un cinema più coraggioso e che abbia qualcosa da dire oltre la semplice legge del botteghino. Certo, ci sono ancora tante cose che non funzionano (il fatto che questi premi vengano assegnati così tardi, quando ormai la "award season" è finita da tempo, nonchè certi criteri di selezione abbastanza astrusi e il numero ancora troppo ristretto di - pochi - titoli che raccolgono tutte le candidature più importanti), purtuttavia non nego di aver avuto un sussulto di sorpresa e soddisfazione nel constatare come, per una volta, si sia voluta premiare la qualità a dispetto della pecunia. E scusate se è poco.
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Gloria! |
Infine, come ogni anno, non poteva mancare la solita polemica, che personalmente continuo a ritenere pretestuosa, sul fatto che tra queste candidature siano state considerate "film" anche alcune miniserie passate in tv o in piattaforma (come
L'Arte della Gioia di
Valeria Golino o
Dostojevskij dei fratelli
D'Innocenzo). Polemica per me risibile, dal momento che sia la
Golino che i
D'Innocenzo hanno sempre affermato che i loro prodotti sono stati ideati e realizzati per il cinema, allo stesso modo di
Esterno Notte di
Marco Bellocchio che nel 2023 trionfò ai David senza che nessuno avesse da ridire. Del resto la differenza tra "serie" e "film" è ormai sempre più labile, sia dal punto di vista qualitativo che temporale: i prodotti che ho citato sopra non sono poi molto più lunghi di un film come
The Brutalist che sfiora le quattro ore. Come dire, tutto è relativo.
Lasciando stare le polemiche, che lasciano sempre il tempo che trovano, mi sembra di poter dire che le nomination ai David 2025 rispecchino il buon momento qualitativo del nostro cinema: abbiamo infatti in lista titoli che hanno sfiorato l'Oscar "vero" (come Vermiglio), altri che hanno messo d'accordo critica e pubblico (come Parthenope), altri ancora che, pur non avendo fatto sfracelli al box office si sono comunque guadagnati la considerazione degli addetti ai lavori e il plauso degli appassionati: penso, ad esempio, al già citato Gloria!, a Familia, a Ciao Bambino, a Confidenza... esempi tangibili di un cinema d'autore che, finalmente, riesce a ritagliarsi un posto al sole nella notte (italiana) più importante dell'anno.
LE CANDIDATURE
Miglior Film
- Berlinguer. La grande ambizione di Andrea Segre
- Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini
- L’arte della gioia di Valeria Golino
- Parthenope di Paolo Sorrentino
- Vermiglio di Maura Delpero
Miglior Attore
- Elio Germano - Berlinguer - La grande ambizione
- Francesco Gheghi - Familia
- Fabrizio Gifuni - Il tempo che ci vuole
- Silvio Orlando - Parthenope
- Tommaso Ragno - Vermiglio
Migliore Attrice
- Barbara Ronchi - Familia
- Romana Maggiora Vergano - Il tempo che ci vuole
- Tecla Insolia - L’arte della gioia
- Celeste Dalla Porta - Parthenope
- Martina Scrinzi - Vermiglio
Miglior Regia
- Andrea Segre - Berlinguer. La grande ambizione
- Francesca Comencini - Il tempo che ci vuole
- Valeria Golino - L’arte della gioia
- Paolo Sorrentino - Parthenope
- Maura Delpero - Vermiglio
Miglior Esordio alla Regia
- Ciao bambino - Edgardo Pistone
- Gloria! - Margherita Vicario
- I bambini di Gaza - Loris Lai
- Io e il Secco - Gianluca Santoni
- Zamora - Neri Marcorè
Miglior Sceneggiatura Originale
- Berlinguer - La grande ambizione - Andrea Segre, Marco Pettenello
- El Paraiso - Enrico Maria Artale
- Gloria! - Margherita Vicario, Anita Rivaroli
- Il tempo che ci vuole - Francesca Comencini
- Parthenope - Paolo Sorrentino
- Vermiglio - Maura Delpero
Miglior Sceneggiatura Non Originale
- Campo di battaglia - Gianni Amelio, Alberto Taraglio
- Familia - Francesco Costabile, Vittorio Moroni, Adriano Chiarelli
- Il ragazzo dai pantaloni rosa - Roberto Proia
- L’arte della gioia - Valeria Golino, Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli, Stefano Sardo
- Napoli - New York - Gabriele Salavtores
Miglior Attrice Non Protagonista
- Geppi Cucciari - Diamanti
- Tecla Insolia - Familia
- Valeria Bruni Tedeschi - L’arte della gioia
- Jasmine Trinca - L’arte della gioia
- Luisa Ranieri - Parthenope
Miglior Attore Non Protagonista
- Roberto Citran - Berlinguer - La grande ambizione
- Francesco Di Leva - Familia
- Guido Caprino - L’arte della gioia
- Pierfrancesco Favino - Napoli - New York
- Peppe Lanzetta - Parthenope
Miglior Documentario
- Duse – The Greatest - Sonia Bergamasco
- Il cassetto segreto - Costanza Quatriglio
- L’occhio della gallina - Antonietta De Lillo
- Lirica Ucraina - Francesca Mannocchi
- Prima della fine - Gli ultimi giorni di Berlinguer - Samuele Rossi
Miglior Film Internazionale
- Anora - Sean Baker (Universal Pictures International Italy)
- Conclave - Edward Berger (Eagle Pictures)
- Giurato Numero 2 - Clint Eastwood (Warner Bros. Pictures)
- La zona d'interesse - Jonathan Glazer (I Wonder Pictures)
- Perfect Days - Wim Wenders (Lucky Red)
Miglior Produzione
- Berlinguer. La grande ambizione - Marta Donzelli e Gregorio Paonessa per VIVO FILM, Francesco Bonsembiante per JOLEFILM, con RAI CINEMA, in collaborazione con Joseph Rouschop per TARANTULA, Martichka Bozhilova per AGITPROP
- Ciao bambino - Gaetano Di Vaio e Giovanna Crispino per BRONX FILM, Alessandro Elia e Walter De Majo per ANEMONE FILM, Andrea Leone e Antonella Di Martino per MOSAICON FILM, Santo Versace e Gianluca Curti per MINERVA PICTURES
- Gloria! - Valeria Jamonte, Manuela Melissano, Carlo Cresto-Dina per TEMPESTA, con RAI CINEMA, in collaborazione con Katrin Renz per TELLFILM
- Vermiglio - Francesca Andreoli, Leonardo Guerra Seràgnoli, Santiago Fondevila Sancet, Maura Delpero per CINEDORA, con RAI CINEMA, in collaborazione con Chrades (coproduzione con la Francia), VERSUS (coproduzione con il Belgio)
- Vittoria - Nanni Moretti, Lorenzo Cioffi, Giorgio Giampà, in collaborazione con Alessandra Stefani
Miglior Autore della Fotografia
- Luan Amelio Ujkaj - Campo di battaglia
- Matteo Cocco - Dostoevskij
- Daniele Ciprì - Hey Joe
- Fabio Cianchetti - L’arte della gioia
- Daria D'Antonio - Parthenope
- Mikhail Krichman - Vermiglio
Miglior Compositore
- IoSonoUnCane - Berlinguer - La grande ambizione
- Thom Yorke - Confidenza
- Margherita Vicario, Davide Pavanello - Gloria!
- Colapesce - Iddu
- Nicola Piovani - Il treno dei bambini
Migliore Canzone Originale
- Confidenza “Knife Edge” - Musica, testi e interpretazione di Thom Yorke
- Diamanti “Travia” - Musica di Giuliano Taviani, Carmelo Travia, Testi di Giorgia Todrani, Interpretata da Giorgia
- Familia “Atoms” - Musica e testi di Valerio Vigliar, Interpretata da Greta Zuccoli
- Gloria! “Aria!” - Musica e testi di Margherita Vicario, Davide Pavanello, Edwyn Clark Roberts, Andrea Bonomo, Gianluigi Fazio, Interpretata da Margherita Vicario
- Iddu “La malvagità” - Musica, testi e interpretazione di Colapesce
Miglior Scenografia
- Berlinguer - La grande ambizione - Scenografia Alessandro Vannucci, Arredamento Laura Casalini
- L’arte della gioia - Scenografia Luca Merlini, Arredamento Giulietta Rimoldi
- Le déluge - Gli ultimi giorni di Maria Antonietta - Scenografia Tonino Zera, Arredamento Maria Grazia Schirripa, Carlotta Desmann
- Parthenope - Scenografia Carmine Guarino, Arredamento Iole Autero
- Vermiglio - Scenografia Pirra, Vito Giuseppe Zito, Arredamento Sara Pergher
Migliori Costumi
- Mary Montalto - Gloria!
- Maria Rita Barbera - L’arte della gioia
- Massimo Cantini Parrini - Le déluge - Gli ultimi giorni di Maria Antonietta
- Carlo Poggioli - Parthenope
- Andrea Cavalletto - Vermiglio
Miglior Trucco
- Berlinguer - La grande ambizione - Sara Morlando, Rossella Sicignano, prostetico-special makeup Leonardo Cruciano, Viola Moneta
- L’arte della gioia - Maurizio Fazzini
- Le déluge - Gli ultimi giorni di Maria Antonietta - Alessandra Vita, prostetico-special makeup Valentina Visintin
- Parthenope - Paola Gattabrusi, prostetico-special makeup Lorenzo Tamburini
- Vermiglio - Frédérique Foglia
Miglior Acconciatura
- Desiree Corridoni - Berlinguer. La grande ambizione
- Marta Iacoponi, Carla Indoni - Gloria!
- Aldo Signoretti, Domingo Santoro - Le déluge - Gli ultimi giorni di Maria Antonietta
- Marco Perna - Parthenope
- Tiziana Argiolas - Vermiglio
Miglior Montaggio
- Jacopo Quadri - Berlinguer. La grande ambizione
- Walter Fasano - Dostoevskij
- Giogiò Franchini - L’arte della gioia
- Cristiano Travaglioli - Parthenope
- Luca Mattei - Vermiglio
Miglior Suono
- Berlinguer. La grande ambizione - Presa diretta Alessandro Palmerini, Montaggio del suono Marc Bastien, Creazione suoni Vincent Grégorio, Mix Franco Piscopo
- Campo di battaglia - Presa diretta Emanuele Cicconi, Montaggio del suono Alessandro Feletti, Creazione suoni Alessandro Giacco, Mix Marco Falloni
- Gloria! - Presa diretta Xavier Lavorel, Montaggio del suono Daniela Bassani, Creazione suoni François Wolf, Mix Maxence Ciekawy
- Parthenope - Presa diretta Emanuele Cecere, Montaggio del suono Silvia Moraes, Creazione suoni Mirko Perri, Mix Michele Mazzucco
- Vermiglio - Presa diretta Dana Farzanehpour, Montaggio del suono Hervé Guyader, Creazione suoni Hervé Guyader, Mix Emmanuel De Boissieu
Migliori effetti visivi
- Berlinguer. La grande ambizione - Supervisore Tristan Lilien, Producer Michel Denis
- L’arte della gioia - Supervisore Francesco Niolu, Producer Rodolfo Migliari
- Limonov - Supervisore Fabio Tomassetti, Producer Daniele Tomassetti
- Napoli - New York - Supervisore Victor Perez
- Parthenope - Supervisore Rodolfo Migliari, Producer Lena Di Gennaro
Miglior Casting
- Stefania De Santis - Berlinguer. La grande ambizione
- Anna Pennella - Familia
- Massimo Appolloni - Gloria!
- Francesco Vedovati, Anna Maria Sambucco, Massimo Appolloni - L’arte della gioia
- Stefania Rodà, Maurilio Mangano - Vermiglio
Miglior Cortometraggio
- Domenica sera - Matteo Tortone
- La confessione - Nicola Sorcinelli
- La ragazza di Praga - Andree Lucini
- Majoneze - Giulia Grandinetti
- The eggregores’ theory - Andrea Gatopoulos
David Giovani
- Berlinguer. La grande ambizione - Andrea Segre
- Familia - Francesco Costabile
- Il ragazzo dai pantaloni rosa - Margherita Ferri
- Il tempo che ci vuole - Francesca Comencini
- Napoli - New York - Gabriele Salvatores
Non ho certo visto tutti i film candidati, ma sono un po' sorpresa dalle selezioni. Per dirne una, ma non c'è Diamanti per i migliori costumi? Qualcosa non quadra... Diamanti l'ho trovato splendido, successo di pubblico a parte, come m è piaciuto tantissimo Napoli - New York, che è stato un po' snobbato... Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa, per quanto io abbia fortemente a cuore il tema (due figli di sui uno alle soglie dell'adolescenza), non dovrebbe nemmeno stare qui, e lo stesso penso di Berlinguer, al di là di ogni posizione politica un film tremendo secondo me. Comunque hai ragione nel dire che non devono essere sempre i soliti blasonati a fare incetta di tutti i premi, ma non penso sia nemmeno giusto escluderli a prescindere... Però, ripeto, la mia visione è parziale.
RispondiEliminaFigurati, tutti abbiamo la nostra personale visione e quindi ogni visione è parziale. Ci mancherebbe. In molti hanno stigmatizzato le poche candidature per Diamanti, tra le quali quella mancata per i costumi... cosa che in effetti è abbastanza clamorosa. Sai, quando (come agli Oscar "veri") a votare non sono i critici ma gli stessi addetti ai lavori entrano in gioco tante cose, non ultime le simpatie personali e il sistema di potere (quanto, cioè, conti davvero nel tuo establishment). Comunque, aldilà di qualche inevitabile stortura a me pare che i film migliori ci siano tutti: su Parthenope, L'Arte della Gioia, Il tempo che ci vuole e Vermiglio direi che non possono esserci dubbi. Per quanto riguarda Berlinguer devo dirti che a me invece è piaciuto, se non altro per la ricostruzione storica, il coraggio di affrontare certi temi e la grande interpretazione di Germano. L'ultimo Salvatores invece non mi ha entusiasmato, mi è parsa una versione "bignami" di Titanic. Io credo che quest'anno i giurati dei David abbiano voluto dare una svolta significativa nel premiare la qualità delle opere e l'autorialità dei soggetti, mi pare che le loro scelte vadano in questo senso. My opinion, naturalmente. E comunque il bello dei premi è proprio quello di sollevare discussioni e curiosità... ;)
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