martedì 25 marzo 2025

LA CITTA' PROIBITA



titolo originale:
 LA CITTA' PROIBITA (ITALIA, 2025)
regia: GABRIELE MAINETTI
sceneggiatura: STEFANO BISES, GABRIELE MAINETTI, DAVIDE SERINO
cast: YAXI LIU, ENRICO BORELLO, MARCO GIALLINI, SABRINA FERILLI, CHUNYU SHANSHAN, LUCA ZINGARETTI
durata: 138 minuti
giudizio: 


Mei, una ragazza cinese esperta in arti marziali, arriva a Roma per cercare la sorella misteriosamente scomparsa. Qui incontra Marcello, ristoratore sommerso dai debiti, che se ne innamora all'istante e la aiuterà nella difficile impresa, provando a districarsi nel cupo sottobosco della malavita capitolina...   




Un budget di 17 milioni di euro a fronte, ad oggi, di un milioncino scarso d'incasso. Una campagna promozionale praticamente assente, un film lanciato lì appena un paio di settimane prima (con un trailer nemmeno tanto accattivante) e subito abbandonato a se stesso dalla neonata Piper Film... un flop annunciato, insomma, e se sui misteri buffi della distribuzione italiana ormai non mi stupisco più, quello che invece mi chiedo è come sia possibile che a uno come Gabriele Mainetti, al secondo disastro commerciale consecutivo dopo Freaks Out (12 milioni di euro di costo a fronte di 3 milioni di incasso) non venga il dubbio se la sua megalomania produttiva sia davvero confacente con il gradimento del pubblico italiano...

Intendiamoci, questa non vuole essere affatto una critica a Mainetti. Che, finchè glieli fanno fare, fa benissimo a girare questi film spettacolari, multigenere, che ormai identificano la sua cifra artistica. Ma mi pare ormai evidente che il nostro pubblico preferisca di gran lunga i blockbuster "veri" rispetto a quelli de' noantri, che non possono competere produttivamente con i budget che servirebbero davvero per certi prodotti... mi spiego: se 17 milioni sono una cifra folle per il cinema italiano e non solo (ricordiamoci che un film oscarizzato come The Brutalist è costato la metà), in realtà sono una cifra esigua per quello che Mainetti vorrebbe fare ma non può: magari se Mainetti girasse in America sarebbe uno dei registi più apprezzati al mondo e girerebbe tutti i film che vuole, mentre purtroppo per lui in Italia può solo arrangiarsi.

Tradotto: La Città Proibita vorrebbe tanto assomigliare ai colossi hollywoodiani per la magniloquenza della messinscena, ma è indubbio che risenta non poco di un inevitabile provincialismo di budget, di personaggi e di contenuti. Oltretutto, a mio modesto parere, trovo che sia decisamente il film più debole della "trilogia romana" di Mainetti, quello più confuso e più incerto come scrittura, con tante promesse (spesso non mantenute) e troppa carne al fuoco non sfruttata, soprattutto a livello di commistione di generi (qui veramente troppi: dal wuxia all'action, dal noir al melodramma, dalla commedia al romanticismo...) che non si amalgamano bene tra loro come nelle opere precedenti, soprattutto da quel Jeeg Robot che, pur nella sua amabile veracità e cialtroneria, rimane ad ora decisamente il titolo più coerente del regista romano.

Mentre invece La Città Proibita ha il difetto di accumulare tanto, tutto, spesso senza logica: che cosa vuole fare esattamente Mainetti? Un nuovo John Wick? Un nuovo La Tigre e il Dragone? Oppure un nuovo Suburra? Se Freaks Out era a conti fatti un affettuoso omaggio a Tim Burton e Del Toro, se Jeeg Robot funzionava benissimo come cinema dei bassifondi, dei disadattati, a cosa ambisce invece La Città Proibita? Il film dà un calcio al cerchio e uno alla botte senza approfondire nulla, lasciando in sottofondo perfino il tema principale (tranne che nell'epilogo) per mostrarci le mille anime di una Roma notturna che però nelle scenografie di Andrea Castorina e nella fotografia di Paolo Carnera diventa uguale a tutte le altre città del mondo, salvo che nell'abusatissima scena del viaggio in Vespa... già, perchè per quanto incredibile possa apparire, nel 2025 siamo ancora a Vacanze Romane! Possibile che si debba ricadere ancora nel clichè della bella straniera che stempera i suoi drammi nella bellezza della Capitale? Davvero non ci si crede, ma tant'è.

A dire la verità la regìa di Mainetti si nota ancora, perchè Mainetti sa bene dove piazzare la cinepresa. Su questo niente da dire. A livello formale La Città Proibita si difende, e ci si diverte pure nelle scene d'azione e nelle sequenze di arte marziali, dove la bella Yaxi Liu spicca per movenze e padronanza, così come anche il co-protagonista, Enrico Borello, che ha faccia giusta e stropicciata per il ruolo. Peccato però che il resto del cast non faccia altro che far ricadere il film nel provincialismo di cui dicevamo sopra, e di cui un prodotto del genere non aveva affatto bisogno: Giallini è insopportabile nella sua ennesima macchietta malavitosa, Sabrina Ferilli proprio non riesce a staccarsi dal clichè (un altro...) di borgatara infelice, Luca Zingaretti (addirittura accreditato nei titoli!) fa il "morto" per 3/4 di film e poi si fa rivedere nel flashback finale per rpununciare due battute con un taglio di capelli (si fa per dire) comicamente improponibile. E se vuoi fare un film davvero internazionale, mi dispiace dirlo, non puoi (s)cadere in tanta coattitudine.

Rimane, alla fine, una pellicola comunque godibile, che avrebbe magari meritato altra distribuzione e altra collocazione (giusto per tornare al punto di partenza: forse sotto le Feste natalizie un prodotto del genere avrebbe potuto funzionare meglio, chissà), ma resta comunque il disappunto per un'occasione sprecata, per un film confuso, irrisolto, che parte come un wuxia, prosegue come un poliziottesco e finisce come Il Ciclone... forse un po' di struttura in più e qualche divagazione in meno avrebbero sicuramente giovato. Perchè il troppo stroppia (quasi) sempre. 

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