sabato 1 febbraio 2025

PILLOLE "VENEZIANE" (IO SONO ANCORA QUI /LE OCCASIONI DELL'AMORE /BABYGIRL)



I grandi Festival sono ormai, da tempo, un trampolino di lancio verso gli Oscar: quest'anno Cannes fa la parte del leone schierando tre "pezzi da novanta" come Emilia Pérez, Anora e The Substance (che insieme sommano una caterva di candidature), ma anche Venezia riesce a difendersi bene: sia con il magnifico The Brutalist (che arriverà in sala giovedì prossimo) sia con il sorprendente Io sono ancora qui di Walter Salles, impegnato filmone brasiliano capace di mettere insieme tre nomination importanti quali quelle per il miglior film internazionale, la miglior attrice e addirittura per il miglior film in assoluto. Ma in questi giorni troviamo in sala anche altre due pellicole transitate dal Lido: l'insolito, sentimentale Le occasioni dell'amore di Stéphane Brizé (era a Venezia nel 2023) e il patinatissimo (per non dire peggio) Babygirl di Halina Reijn, pruriginoso e ignorante softcore-movie che ammicca alle famose 50 sfumature e "schiera" in campo una irriconoscibile Nicole Kidman, inopinatamente insignita della Coppa Volpi da una Isabelle Huppert in evidente voglia di provocazione...  



IO SONO ANCORA QUI
(di Walter Salles, Brasile 2024)


Ogni anno a Venezia arriva in concorso un film sudamericano, e ogni anno il film sudamericano parla di dittatura militare. In molti si chiedono se abbia senso una cosa del genere... io rigiro la domanda: vi siete chiesti perchè in Italia nessuno fa più film sul fascismo? Non vi pare "strano" che per girare una serie su di LVI ci sia voluto un regista inglese? Così, giusto per riflettere. Venendo al film in questione, siamo in Brasile, nel 1970 (l'anno dei Mondiali e di Pelè): l'ex deputato socialista Marcelo Rubens Paiva (cui il film è dedicato) conduce una vita agiata nella sua villa di Copacabana, insieme a moglie e figli. I giorni scorrono felici tra giochi in spiaggia, bagni in mare, partitelle di volley e dischi di Serge Gainsbourg. Il regime sembra lontanissimo, almeno finchè un giorno, senza preavviso e senza intimidazioni, l'esercito rompe l'idillio sequestrando il capofamiglia e gettando nella disperazione i familiari. Il film è simile a tutti quelli che abbiamo già visto (da Garage Olimpo in poi), forse un tantino lungo nel finale, ma l'emozione e l'indignazione sono sincere. Fernanda Torres, grande attrice brasiliana, concorre per l'Oscar (con ottime possibilità)
giudizio: 




LE OCCASIONI DELL' AMORE
(di Stéphane Brizé, Francia 2023)



In originale Horse-saison, cioè letteralmente "fuori stagione", come la storia d'amore ormai finita e difficilmente recuperabile tra un attore famoso (Guillaume Canet) e una pianista dilettante che non è riuscita a sfondare malgrado il talento (la nostra Alba Rohrwacher). Insolito ménage sentimentale per un autore sempre rigoroso e rispettoso come Stéphane Brizé: le atmosfere sono delicate e velate di nostalgia, gli interpreti all'altezza, non manca neppure un filo di umorismo per alleggerire la malinconia di un amore finito, eppure le dinamiche narrate sono abbastanza convenzionali, la regìa statica, i dialoghi non propriamente profondissimi... il film si lascia vedere, tuttavia preferiamo di gran lunga il Brizè impegnato, politico, socialmente "cattivo" come nella sua splendida trilogia sul lavoro (La legge del mercato, In guerra, Un altro mondo) piuttosto che nel sentimentalismo spicciolo opere come questa, che di sicuro non lasceranno il segno nella sua carriera.
giudizio:  



BABYGIRL
(di Halina Reijn, USA 2024)


Malgrado la Coppa Volpi vinta a Venezia (regalatole da Isabelle Huppert), fa molta impressione (e molta tristezza) vedere la 57enne Nicole Kidman, ormai irriconoscibile e devastata dalla chirurgia estetica, in questa sciocchezzuola pseudo-erotica che scade ben presto nel ridicolo scimmiottando fuori tempo massimo le famose 50 sfumature (che perlomeno non avevano pretese di autorialità). Classico film acchiappa-media messo in Concorso (in Concorso!) solo per far parlare di sè e della kermesse lidense, nonchè sostenere (indegnamente) le "quote rosa" alla regìa... mi rifiuto infatti di credere che non vi fossero altre registe donne meritevoli di stare in gara con pellicole ben più dignitose di questa! E per una volta onore all' Academy che, a differenza della giuria veneziana, non ha avuto il fegato di nominare agli Oscar nè la Kidman nè la regista. "Tutte hanno diritto all'orgasmo" è il flano del film (cit.). Nient'altro da aggiungere.
giudizio: 


1 commento:

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