lunedì 6 gennaio 2025

GOLDEN GLOBES 2025: I VINCITORI



L' 82.ma edizione dei Golden Globes, tenutasi ieri notte a Los Angeles, conferma l'attenzione e il nuovo corso (positivo) che questi premi, assegnati dalla stampa estera di stanza a Hollywood, rivolgono alle nuove tendenze: trionfa infatti l'applauditissimo Emilia Pérez di Jacques Audiard (per molti il film-evento della stagione: in Italia uscirà questo giovedì) ma non era affatto scontato che a fargli da contraltare fosse lo splendido The Brutalist di Brady Corbet, opera monumentale, complessa, stratificata, già ammirata all'ultima Mostra di Venezia. Niente da fare purtroppo (ma si sapeva) per Vermiglio di Maura Delpero tra i film internazionali, ma contro Emilia Pérez la battaglia era persa in partenza...


il cast di "Emilia Pérez", miglior commedia
Lo vado dicendo già da un paio d'anni: dopo lo scandalo del 2021 legato ai fumosi criteri di selezione e votazione, i "nuovi" Golden Globes (più trasparenti, più inclusivi, più al passo coi tempi) stanno dimostrando molta più serietà e capacità di recepire le nuove tendenze rispetto agli Oscar. E infatti, per quanto mi riguarda, anche i verdetti di quest'anno sono in larghissima parte ineccepibili, a dimostrazione della volontà della neonata Golden Globe Foundation (sorta sulle ceneri della defunta HFPA, ovvero l'associazione che raccoglie la stampa estera di stanza a Hollywood) di fare le cose "perbene" senza condizionamenti e corruzione. Va da sè che questi premi, essendo assegnati dalla critica (e non dagli stessi addetti ai lavori, come avviene per gli Oscar), hanno anche una valenza molto più cinefila rispetto ai loro più nobili concorrenti...

Brady Corbet e Adrien Brody, premiati per "The Brutalist"
Tutto questo per dire che a trionfare ai Globes 2025 sono stati, guardacaso, i due film dell'anno: e se per Emilia Pérez di Jacques Audiard la vittoria nelle sue categorie era pressochè certa (miglior commedia, miglior film internazionale, miglior attrice non protagonista, miglior canzone), trattandosi di quello che ormai tutti considerano per distacco "l'evento cinematografico dell'intera stagione" (da noi uscirà giusto giovedì prossimo), molto meno scontata ma meritatissima è stata la vittoria di The Brutalist di Brady Corbet tra i film drammatici: The Brutalist è un film-evento, epocale, smisurato (quasi quattro ore di durata, respiro epico) ma certo non destinato al grande pubblico. Per il sottoscritto è per distacco il film più bello dell'anno ma non mi aspettavo sinceramente che potesse andare così bene anche nella award season, trattandosi di un'opera-fiume tutto tranne che commerciale. Bene così, dunque.

Demi Moore, miglior attrice per "The Substance"
Il premio più significativo lo ha ottenuto proprio Brady Corbet, che ha strappato a Audiard la statuetta per il miglior regista. Per me giustamente, dato che The Brutalist è un film dalla regia immensa e Corbet è stato bravissimo a tenere insieme un'opera monumentale, che non annoia mai e resta impressa negli occhi di chi guarda: non lo nego, mi fa immensamente piacere. Del resto Corbet aveva ottenuto lo stesso premio anche all'ultima Mostra di Venezia (dove però il Leone d'oro era finito nelle mani di Pedro Almodòvar) a testimoniare la qualità e la validità della scelta della giuria del Globes.


Per quanto riguarda gli attori, inaspettata ma azzeccata la statuetta a Adrien Brody proprio per The Brutalist (in molti si aspettavano la vittoria di Ralph Fiennes o Timothée Chalamet), e altrettanto a sorpresa quella per Sebastian Stan tra le commedie (il suo A different man non è ancora uscito in Italia), mentre tra le attrici non possiamo che applaudire il premio alla sontuosa Fernanda Torres per I'm still here di Walter Salles (a Venezia la giuria presieduta da Isabelle Huppert gli preferì inopinatamente la Nicole Kidman del tremendo Babygirl), mentre tutto sommato si può essere soddisfatti anche per quello alla rediviva Demi Moore per The Substance... qui ci sono da dire due cose: la prima è che trovo surreale che un film come The Substance possa essere considerato una commedia (sic!), la seconda è che per me si tratta di un film pessimo (de gustibus) ma la prestazione delle Moore è comunque convincente. Ci sta. Per quanto riguarda invece i "supporting" vincono Zoe Saldana per Emilia Pérez (e daje) e il fratellino d'arte Kieran Culkin per il romantico A real pain.

Per quanto riguarda le altre categorie, scontata (purtroppo) la sconfitta di Vermiglio di Maura Delpero tra i film internazionali (ma Emilia Pérez era francamente imbattibile) mentre ci fa molto, molto piacere la vittoria del tenerissimo Flow tra i film  di animazione. Le sceneggiatore Peter Straughan vince il premio per il miglior script (unico premio forse discutibile...) mentre l'unico riconoscimento all'Italia, pur trattandosi di una produzione internazionale, va ai due compositori Trent Raznor e Atticus Ross per la colonna sonora di Challengers.


TUTTI I VINCITORI  (SEZIONE CINEMA)

Miglior film drammatico: THE BRUTALIST di Brady Corbet
Miglior attore drammatico: ADRIEN BRODY (The Brutalist)
Miglior attrice drammatica: FERNANDA TORRES (I'm still here)

Miglior film commedia/musical: EMILIA PÉREZ di Jacques Audiard
Miglior attore commedia/musical: SEBASTIAN STAN  (A different man)
Miglior attrice commedia/musical: DEMI MOORE (The Substance)

Miglior attore non protagonista: KIERAN CULKIN (A real pain)
Miglior attrice non protagonista:  ZOE SALDANA (Emilia Pérez)

Miglior regia:  BRADY CORBET (The Brutalist)
Miglior sceneggiatura: PETER STRAUGHAN (Conclave)
Miglior colonna sonora:  TRENT RAZNOR, ATTICUS ROSS (Challengers)
Miglior canzone: "EL MAL"  (Emilia Pérez)

Miglior film d'animazione: FLOW (di Gints Zilbalodis)

Miglior film straniero: EMILIA PÉREZ di Jacques Audiard (Francia)
 
Miglior incasso al botteghino: WICKED di Jon M. Chu


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