regia: CORALIE FARGEAT
sceneggiatura: CORALIE FARGEAT
cast: DEMI MOORE, MARGARET QUALLEY, DENNIS QUAID, EDWARD HAMILTON CLARK, OSCAR LESAGE
durata: 140 minuti
giudizio: ★☆☆☆☆
Elisabeth, attrice cinquantenne ormai fuori dal giro, accetta di farsi inoculare un siero di giovinezza mai sperimentato prima, con conseguenze disastrose: la "sostanza" la porterà a sdoppiarsi in un'altra se stessa, più giovane e bella, che piano piano le succhierà la vita...
Quando non si ha nulla da dire, oppure quando non si sa come dirlo, spesso alziamo la voce perchè ci illudiamo, urlando, di essere più convincenti. Lo stesso "metodo" la regista Coralie Fargeat lo ha applicato pari pari a questo suo The Substance, pompatissimo body-horror che fin da adesso possiamo considerare come una delle pellicole più rozze, grossolane, fasulle e allo stesso tempo più ruffiane e compiacenti degli ultimi anni. Poche volte mi era capitato di assistere a un film così tremendamente banale eppure talmente furbetto da essere considerato da buona parte della critica alla stregua del capolavoro, roba da allucinazione collettiva: The Substance racconta una storia vecchia quanto il mondo (l'ossessione per l'eterna giovinezza) gonfiandola di sensazionalismo tipico dei nostri tempi, aggiungendo quintali di orrido make-up per distogliere l'attenzione dal nulla cosmico e guarnendo il tutto con citazioni "colte" per ingraziarsi la critica. Ma il nulla, purtroppo, rimane. E getta fosche nubi sul futuro del cinema di genere: se da ora in poi basterà un soggetto scopiazzato, una regìa da videoclip e latex a go-go per realizzare un horror "cult", mi rifugio volentieri nel mio eremo da boomer...
Quello che più mi sconvolge di The Substance è il fatto che abbia portato a casa il premio per la sceneggiatura all'ultimo Festival di Cannes. Dico, la sceneggiatura! Lo script (della stessa Fargeat) poteva essere scritto su una pagina e mezzo di un A4 a caratteri larghi: il soggetto lo si intuisce dopo cinque minuti, e ne servono altrettanti per capire come andrà a finire... tanto che dopo due ore e venti di film (!) l'unico barlume di interesse è dato dalla curiosità (o forse dalla perversione) di vedere come e quanto gli effetti speciali deturperanno i corpi delle due protagoniste: spoiler, fanno schifo anche quelli. Non "schifo" nel senso di ripugnanza (che sarebbe l'effetto desiderato) ma schifo per quanto sono brutti e pacchiani: il patetico omaggio al Lynch di The Elephant Man si traduce in una massa informe di latex che più che terrorizzare fa sorridere. E visto che in molti, tanti (troppi!) hanno avuto l'ardire di accostare The Substance al cinema di Cronenberg, invito a rivedervi, giusto per un confronto a spanne, gli effetti speciali de La Mosca (The Fly), capolavoro insuperato anche dal punto di vista tecnico, datato 1986: tanto per capire la differenza tra horror e trash...
The Substance è ambientato in una Los Angeles deserta e quasi apocalittica, dove una diva del cinema ormai cinquantenne, Elisabeth Sparkle (Demi Moore), viene rimossa dall'unico programma televisivo che ancora conduce per raggiunti limiti di età. Il suo produttore Harvey (Dennis Quaid, nel ruolo che avrebbe dovuto essere del compianto Ray Liotta) vuole una ragazza più giovane, più fresca, più aitante, da gettare in pasto al pubblico. Pur di mantenere la ribalta, Elisabeth si affida alle "cure" di un sedicente, misterioso dottore che le convince a iniettarsi una specie di elisir di giovinezza. E qui c'è l'unica trovata originale di tutto il film: la "sostanza" non farà ringiovanire Elisabeth ma ne creerà un "doppio", una versione ringiovanita di se stessa (interpretata da Margaret Qualley), che dovrà scambiarsi a periodi alterni con l'originale. Se le due donne rispetteranno scrupolosamente i tempi di prescrizione non avranno problemi ma, guardacaso, è perfino scontato che la ragazza più giovane vorrà sempre più tempo vitale per sè, sottraendolo inevitabilmente al suo alter-ego più anziano.
Sono passati all'incirca una ventina di minuti dall'inizio del film, ma la sostanza (scusate il gioco di parole) è tutta qui. Per le successive due ore assistiamo a una costante deriva oltre il buon gusto di una pellicola solo intenzionalmente sovversiva ma in realtà ruffiana e moralista: ci vengono mostrati in noiosa continuazione glutei femminili, cosce sode, seni turgidi, nudi integrali, utilizzando un linguaggio visivo apparentemente erotico che invece rasenta il puritanismo. Chiaro il desiderio della regista di "punire" lo spettatore maschio rappresentando gli uomini come lupi sbavanti incapaci di contenersi di fronte alle grazie di una giovane donna, e per contro rappresentare le donne come decerebrate senza alcuna ambizione personale se non quella di essere adulate e corteggiate dall'altro sesso. E mentre Elisabeth è ossessionata dal desiderio di adorazione (verso se stessa), la sua contraltare sembra nutrirsene senza particolare interesse se non quello carnale. Una visione esageratamente schematica, che definire tagliata con l'accetta è poco e che non stimola mai riflessioni più profonde, impegnati come siamo a masturbarci (metaforicamente) con le citazioni kubrickiane (meglio non immaginare la reazione del maestro se fosse ancora vivo!!)
Non c'è una sola sequenza originale in The Substance, in un film che viene svilito quasi subito da una deriva splatter sensazionalistica e videoclippara, e che aldilà di qualche (piccolo) turbamento per stomaci particolarmente deboli non inquieta, non sorprende, non sconvolge. In questo, credo che sia oggettivamente incontrovertibile asserire che era molto (ma molto) più disturbante quel piccolo gioiellino "dark" che fu La morte ti fa bella, firmato da Robert Zemeckis nel 1992 e verso il quale The Substance nutre ben più di un'affinità (per usare un eufemismo). Mentre vedendo The Substance, ahimè, non possiamo che limitarci ad assistere, con una certa indifferenza, all'ennesima, mediocre variazione sul tema di Viale del tramonto o Eva contro Eva.
Se proprio vogliamo fare citazioni, almeno facciamole giuste.
Se proprio vogliamo fare citazioni, almeno facciamole giuste.
Sei stato addirittura più cattivo di me 😅
RispondiEliminaAd ogni modo, sonora delusione. Dopo quel gioiellino di Revenge mi aspettavo ben altro.
A me non aveva esaltato nemmeno "Revenge", ma quello almeno aveva un senso, seppur ristretto al cinema di genere. Qui davvero non c'è UNA cosa che sia una che non sia stata scopiazzata da altre parti... e pure gli effetti speciali fanno schifo! Magari gli daranno pure l'Oscar per il trucco :D
EliminaA me la prima parte mi è piaciuta non poco. Non sarà originalissima, è vero, ma a livello visivo e immaginifico è spettacolare. Peccato però che poi tutto scada in un finale ridicolo con ettolitri di succo di pomodoro. Prima parte da 8, seconda da 4. Nella media, sufficiente.
RispondiEliminaD.
Guarda, sul finale (che poi sarebbe il pre-finale...) sorvoliamo: una sequenza davvero imbarazzante spacciata per geniale! No words.
EliminaQui però non ti seguo: è un film visivamente grandioso, che sviluppa un concetto certo non nuovissimo ma lo fa in modo sublime, moderno, adrenalinico, e anche se la sceneggiatura ha qualche lacuna lo sguardo d'insieme è di grande livello.
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