sabato 23 novembre 2024

SGUARDI OLTRECONFINE (STRANGER EYES /LA TESTIMONE /AMORE A MUMBAI)

Tre film che rappresentano tre mondi lontani, tre culture profondamente diverse, tre cinematografie che (purtroppo) difficilmente arrivano sui nostri schermi, a meno che non vincano premi o comunque passino in qualche festival. Tre film che vale la pena di cercare, anche al prezzo di fare un piccolo sforzo in termini di qualche manciata di chilometri per chi non ha la fortuna di vivere in una grande città. Singapore, Iran, India: stesso continente ma spaccati differenti di umanità, ognuno con le proprie caratteristiche. Stranger eyes indaga sul voyeurismo della società moderna, La Testimone ci sbatte in faccia la drammatica dittatura ideologica iraniana, Amore a Mumbai ci mostra quanto il patriarcato e la questione femminile, in certe parti del pianeta, siano ancora ben lungi dalla soluzione. Tre film che meritano di essere visti. Perchè, come dice Nanni Moretti, il pubblico non è sempre innocente: se la montagna (il film) non viene da noi, a volte che giusto che siamo noi a andare verso la montagna. Se ne vale la pena, ovviamente...



STRANGER EYES - SGUARDI NASCOSTI
(di Yeo Siew Hua, Singapore 2024)

Singapore, bulimica città-stato dove l'altissima densità di popolazione fa sì che ogni abitante sia per forza di cose "sorvegliato", squadrato, vivisezionato ogni giorno da migliaia di telecamere piazzate ad ogni angolo di strada. In questo contesto pervasivo, le sorti di una giovane coppia si alternano tra lo sgomento per la misteriosa sparizione della figlioletta e la rabbia verso un uomo disturbato che li stalkera tecnologicamente (pur mantenendosi sempre a debita distanza) inviandogli strani dvd contenenti scene di vita privata che rischieranno di compromettere anche il rapporto tra marito e moglie. La polizia ovviamente gli dà la caccia e lo scopre quasi subito, ma non c'è alcuna certezza che egli sia anche il rapitore della bambina... film non semplice, radicale, quasi un thriller sul voyuerismo contemporaneo ("occorre solo guardare a lungo qualcuno, da vicino, e aspettare: se non è un criminale lo diventerà"), con echi di Haneke e perfino un finale hitchcockiano. Ritmi lenti, ma la tensione e l'inquietudine costanti ne fanno un prodotto di assoluto valore.
giudizio: 



LA TESTIMONE 
(di Nader, Saeivar, Germania 2024)

Iran, oggi. Tarlan, insegnante in pensione, assiste all'omicidio di una sua amica da parte del marito violento, importante membro del governo. Nonostante la denuncia, però, la polizia si rifiuta di indagare. Tarlan si troverà così di fronte a un bivio: fermarsi e lasciar perdere per quieto vivere oppure rischiare la propria vita per ottenere giustizia. Il film è stato scritto e montato da Jafar Panahi, sempre coraggiosamente in prima linea contro le autorità del proprio paese. Cinema low-budget, girato quasi clandestinamente, eppure preziosissimo: non soltanto per gli aspetti umani e sociali di cui tratta ma anche dal punto di vista strettamente cinematografico. Trattasi di una pellicola cruda, asciutta, per ovvi motivi molto scarna, ma in grado di incollare lo spettatore allo schermo dall'inizio alla fine. Sul momento ci si indigna, come è giusto che sia, ma a mente fredda è giusto apprezzarne anche le oggettive qualità artistiche.
giudizio:  




AMORE A MUMBAI - ALL WE IMAGINE AS LIGHT
(di Payal Kapadiya, India 2024)


Tre storie di donne nell'India contemporanea, legate da profonda amicizia, con tutto il loro carico di struggente lirismo. Prabha è stata lasciata dal marito, che l'ha abbandonata per scappare all'estero in cerca di fortuna. E quando questi le spedirà, a sorpresa, un pacco pieno di testimonianze e di ricordi, la ferità si riaprirà subito. La giovane Anu è invece esuberante, solare, piena di vita, ma il suo amore impossibile con un ragazzo musulmano la costringe a continue reticenze con la sua famiglia e ad ingenui incontri clandestini. Parvati è invece la decana delle tre, ed è quella che si trova in condizioni peggiori: è ormai anziana e si trova costretta dall'oggi al domani a lasciare casa sua, sfrattata per far posto a un moderno centro commerciale. La sua è forse la storia più significativa, quella che più fa toccare con mano allo spettatore le enormi contraddizioni di una nazione immensa che sta irrefrenabilmente svoltando verso il capitalismo. Ma Amore a Mumbai (stendiamo un velo pietoso sul titolo italiano) è anche un film duro e intenso sulla condizione delle donne in India, ancora relegate ai margini di una società classista, retrograda e maschiocentrica.
giudizio: 

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