Tre film che rappresentano tre mondi lontani, tre culture profondamente diverse, tre cinematografie che (purtroppo) difficilmente arrivano sui nostri schermi, a meno che non vincano premi o comunque passino in qualche festival. Tre film che vale la pena di cercare, anche al prezzo di fare un piccolo sforzo in termini di qualche manciata di chilometri per chi non ha la fortuna di vivere in una grande città. Singapore, Iran, India: stesso continente ma spaccati differenti di umanità, ognuno con le proprie caratteristiche. Stranger eyes indaga sul voyeurismo della società moderna, La Testimone ci sbatte in faccia la drammatica dittatura ideologica iraniana, Amore a Mumbai ci mostra quanto il patriarcato e la questione femminile, in certe parti del pianeta, siano ancora ben lungi dalla soluzione. Tre film che meritano di essere visti. Perchè, come dice Nanni Moretti, il pubblico non è sempre innocente: se la montagna (il film) non viene da noi, a volte che giusto che siamo noi a andare verso la montagna. Se ne vale la pena, ovviamente...
giudizio: ★★★★☆
Tre storie di donne nell'India contemporanea, legate da profonda amicizia, con tutto il loro carico di struggente lirismo. Prabha è stata lasciata dal marito, che l'ha abbandonata per scappare all'estero in cerca di fortuna. E quando questi le spedirà, a sorpresa, un pacco pieno di testimonianze e di ricordi, la ferità si riaprirà subito. La giovane Anu è invece esuberante, solare, piena di vita, ma il suo amore impossibile con un ragazzo musulmano la costringe a continue reticenze con la sua famiglia e ad ingenui incontri clandestini. Parvati è invece la decana delle tre, ed è quella che si trova in condizioni peggiori: è ormai anziana e si trova costretta dall'oggi al domani a lasciare casa sua, sfrattata per far posto a un moderno centro commerciale. La sua è forse la storia più significativa, quella che più fa toccare con mano allo spettatore le enormi contraddizioni di una nazione immensa che sta irrefrenabilmente svoltando verso il capitalismo. Ma Amore a Mumbai (stendiamo un velo pietoso sul titolo italiano) è anche un film duro e intenso sulla condizione delle donne in India, ancora relegate ai margini di una società classista, retrograda e maschiocentrica.
giudizio: ★★★★☆
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