venerdì 29 novembre 2024

BLITZ


titolo originale: BLITZ (GB, 2024)
regia: STEVE McQUEEN
sceneggiatura: STEVE McQUEEN
cast: SAOIRSE RONAN, ELLIOT HEFFERNAN, HARRIS DICKINSON, STEPHEN GRAHAM, PAUL WELLER
durata: 114 minuti
giudizio: 


Londra, 1940. Per sfuggire ai bombardamenti nazisti il piccolo George viene fatto trasferire in campagna dai nonni da sua madre, Rita, operaia in una fabbrica di munizioni. Il bimbo però non vuole saperne di stare lontano dalla mamma e si getta dal treno in corsa per tornare a casa, iniziando così un difficile viaggio di ritorno in una Gran Bretagna devastata dalla guerra...




Non sarà una critica proprio "professionale" (me ne rendo conto, dato che critico non sono), ma ho sempre associato il pluripremiato regista Steve McQueen a una pesantezza indicibile: ho fatto fatica a ad arrivare in fondo a 12 anni schiavo (vincitore di tre Oscar), non credo rivedrò mai più Shame (Coppa Volpi a Fassbender), e non voglio perdere amicizie consigliando Hunger e Widows... tutti ottimi film, intendiamoci, ma che personalmente mi hanno sempre messo a dura prova le gonadi. Figuriamoci quando ho scoperto che questo Blitz parlava di un bambino che deve affrontare i bombardamenti nazisti: mai e poi mai, mi sono imposto.

Ma siccome è risaputo che solo gli imbecilli non cambiano mai idea, e considerato che in questo film era presente la sempre splendida Saoirse Ronan, una delle mie (tante) "muse" del grande schermo, ho preso il coraggio a due mani e mi sono imposto la visione. Aspettandomi il peggio, ovviamente (ovvero una colossale dormita).

Invece, ecco la sorpresa. Incredibilmente, Blitz è un film agile, quasi un action, che scorre non dico leggero (in fin dei conti sempre di guerra si parla) ma ha ritmo e verve da vendere! McQueen gira una storia mozzafiato ambientata nella seconda guerra mondiale, tutta incentrata intorno a un bimbo di dieci anni (un impressionante Elliot Heffernan) che cerca disperatamente di ricongiungersi a sua mamma (Saoirse Ronan) dopo che quest'ultima, seppur con riluttanza, lo ha affidato alle autorità locali per essere condotto in campagna dai nonni, in modo da non morire sotto le bombe che stanno distruggendo Londra. Il ragazzo però non ne ha nessuna voglia e addirittura salta giù dal treno in corsa per tornare a casa, affrontando così un viaggio di ritorno difficile e pericoloso dove incontrerà sia persone gentili che elementi poco raccomandabili, in un'Odissea che ricorda molto l' Oliver Twist di Dickens (citazione che ritengo non casuale)


Blitz è, finora, il film più convenzionale e diretto di McQueen. Forse la cosa è voluta: il regista dirige una storia lineare e classica per non distogliere lo spettatore dal dramma che sta vivendo il protagonista. E' un film veloce, diretto (il titolo del resto prende il nome dal termine tedesco blitzkrieg, ovvero "guerra lampo", che gli inglesi trasformarono poi in blitz, creando un neologismo in uso ancora oggi), che si concentra sugli eventi senza lasciare in disparte gli avvenimenti storici. A differenza di tanti baracconi hollywoodiani (ogni riferimento a Il Gladiatore II di Ridley Scott non è affatto casuale), Blitz è accuratissimo e raffinato nella ricostruzione d'epoca: le scenografie, i costumi, le acconciature ricreano perfettamente gli anni '40, così come la fotografia plumbea dello specialista Yorick Le Saux cattura in modo esemplare lo stato d'animo delle tante anime disperate che si muovono in un contesto infernale come quello bellico.

Blitz
non racconta niente di nuovo, ma lo fa con stile e passione comunicando emozioni vere. E lo fa reggendosi sulla (solita) regìa solidissima di McQueen e l'ennesima grande interpretazione della Ronan, capace di trasmettere a chi guarda tutto l'amore, il panico e la rabbia che una madre prova quando scopre che, per colpe non sue, suo figlio non è lì dove dovrebbe essere, in questo caso in una casa di campagna dove può stare al sicuro. La brava Saoirse non è più l'eterna ragazzina talentuosa e impertinente di Lady Bird e Piccole Donne: ha appena compiuto trent'anni giusti giusti e sarebbe l'ora che anche a Hollywood cominciassero a accorgersi di lei (tradotto: se fosse americana e vivesse in California probabilmente a quest'ora avrebbe già qualche Oscar sul caminetto...)

Tuttavia, Blitz non è un film superficiale. McQueen non rinuncia alla politica e ai suoi temi di sempre, primo su tutti il razzismo. Il piccolo George è meticcio e porta sulla sua pelle la discriminazione e la diffidenza che hanno sempre fatto soffrire suo padre (che ora combatte per l'esercito britannico) e che una madre battagliera e progressista prova a fargli dimenticare. Ma è indubbio che il suo punto di forza sta nelle scene d'azione, di spettacolare crudezza: la fuga e il terrore nella metropolitana londinese, la città squassata dai missili di Hitler (i famigerati V1 e V2), la grande festa di ballo interrotta dall'orrore di un attacco aereo...    

Sequenze memorabili, sbalorditive di un film solido e spettacolare (peccato non poterlo vedere sul grande schermo: in Europa passerà solo su Apple TV), che celebra calorosamente l'amore incrollabile tra madre e figlio e il coraggio dei londinesi nell'affrontare il conflitto senza mai piegarsi alla furia nazista. Il film che ha saputo riconciliarmi con McQueen (scusate se è poco) e il primo che mi sento, davvero, di consigliarvi senza nessunissima riserva! 

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