martedì 8 ottobre 2024

SGUARDI DI DONNE (VERMIGLIO /IL TEMPO CHE CI VUOLE)



Due (bei) film italiani diretti da donne e che parlano di donne, ognuno però con sguardo e sensibilità molto personali. Vermiglio di Maura Delpero è il film del momento: premiato a Venezia e selezionato per rappresentare l'Italia agli Oscar sta scalando le classifiche oltre ogni più rosea aspettativa (Lucky Red lo aveva distribuito inizialmente in sole trenta sale, che ora sono diventate dieci volte tanto!) e si rifà a un'idea di cinema intima ed introspettiva che ha saputo incontrare i gusti del pubblico. Il tempo che ci vuole di Cristina Comencini è invece più "facile" come fruizione ma molto più cinefilo nei contenuti (è una storia autobiografica che - per forza di cose - racconta un'epoca intera di cinema italiano) e scatena emozioni più dirette nello spettatore. Entrambi passati al Lido, sono usciti quasi in contemporanea, forse rubandosi anche spettatori a vicenda (purtroppo) ma sono entrambi degnissimi di visione. Ve li consiglio. 



VERMIGLIO
(di Maura Delpero, Italia 2024)

Vermiglio è un piccolo paese di montagna dove, nell'arco di quattro stagioni, si svolge una delicata vicenda famigliare la cui drammaticità fa da contraltare alla quiete e agli incantevoli paesaggi del posto. L'unico film italiano premiato a Venezia, nonchè fresco di investitura per i prossimi Oscar, è una storia d'amore rude e "selvaggia" collocata in un contesto bucolico che tanto ricorda il cinema di Ermanno Olmi: la regista Maura Delpero si affida principalmente a attori non professionisti e fa ampio uso del dialetto locale per sottolineare la spontaneità dei gesti in un film lento e dilatato, che certamente intriga e si fa ammirare ma richiede anche una certa predisposizione all'ascolto da parte dello spettatore. Un'altra storia di guerra, proprio come Campo di battaglia di Gianni Amelio (anch'esso in concorso al Lido) dove però stavolta ad esplodere non sono le bombe ma i sentimenti. Lo sguardo della regista si sofferma sugli umili, sui più piccoli, esempi di purezza e di grazia proprio come le montagne innevate che ovattano le vicende drammatiche di Lucia, la protagonista, una giovane madre che forgerà il proprio carattere in tempi difficili. Non un film per tutti, forse, ma che merita comunque tutto il successo che sta ottenendo.
giudizio: 


IL TEMPO CHE CI VUOLE
(di Francesca Comencini, Italia 2024)

Un film (molto bello) direi più personale che autobiografico: la regista Francesca Comencini ha tre sorelle (anch'esse impegnate nel cinema)  ma Il tempo che vuole parla esclusivamente del rapporto tra lei e cotanto padre, Luigi, uno dei capostipiti della commedia all'italiana. Un legame tenero e profondo con un padre famoso, sfuggente ma sempre presente, soprattutto nei momenti più difficili, come quando l'adolescente Francesca cadrà nel buco nero della droga e il padre saprà tirarla fuori, senza entrare a gamba tesa ma mantenendosi sempre alla giusta distanza. Il film racconta con somma grazia questo rapporto con un genitore straordinario, senza mai cadere nel pietismo e capace di stimolare emozioni autentiche, quasi inaspettate per una pellicola uscita purtroppo un po' in sordina ma che pian piano sta incontrando il gradimento del pubblico. Ovviamente il film è anche un omaggio al cinema a tutto tondo e alla sua capacità di raccontare (e a volte realizzare) i sogni. Gran bella prova della protagonista, Romana Maggiora Vergano (era la figlia di Paola Cortellesi in C'è ancora domani), ma Fabrizio Gifuni nei panni del padre è perfino commovente.
giudizio: 

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