martedì 15 ottobre 2024

MAKING OF



titolo originale: MAKING OF (FRANCIA, 2023)
regia: CÉDRIC KAHN
sceneggiatura: FANNY BURDINO, SAMUEL DOUX, CÉDRIC KAHN
cast: STEFAN CREPON, DENIS PODALYDÈS, SOUHEILA YACOUB, JONATHAN COHEN, EMMANUELLE BERCOT, VALERIE DONZELLI
durata: 119 minuti
giudizio: 


Simon è un regista socialmente impegnato che sta girando un film su un gruppo di operai in lotta contro la delocalizzazione della loro fabbrica. Le riprese però vengono più volte interrotte per una serie di tragicomici imprevisti di lavorazione e, soprattutto, per il taglio dei fondi promessi dai produttori. Nel contempo un giovane stagista, Joseph, viene incaricato di documentare passo passo quello che succede sul set... 




E' uscito un anno dopo la sua presentazione alla Mostra di Venezia del 2023, (mal)distribuito in pochissime sale, ignorato dai media e disertato dal pubblico... ed è un vero peccato perchè questo Making of è uno di quei piccoli film amabilmente e irresistibilmente francesi, delicati, divertenti ma allo stesso tempo malinconici, non privi di importanti riflessioni sociali, oltre che diretti con mestiere e fantasia: in poche parole l'identikit di un cinema leggiadro e impegnato insieme, in cui i cugini d'oltralpe sono maestri. Gli va riconosciuto.

Per chi non lo sapesse, il making of di una produzione significa semplicemente il "dietro le quinte", ovvero un documentario che racconta passo passo, dall'interno, le fasi di realizzazione di un progetto (in questo caso un film). Making of è dunque metacinema, nella fattispecie quello che vede protagonista un giovane stagista, Joseph (Stefan Crepon), assoldato dalla troupe diretta dall'integerrimo Simon (Denis Podalydès), regista in crisi creativa e personale che sta girando un film sulla classe operaia. Joseph è il classico ragazzino innocente, disincantato, convinto di accarezzare un sogno (quello di lavorare su un set cinematografico) che dovrà invece scontrarsi con la dura realtà della moderna industria-cinema, fatta di sotterfugi, compromessi, soldi che mancano, attori viziati e mille altri problemi...

Attenzione: Making of non è un Boris francese, come qualcuno potrebbe pensare leggendo queste righe. Tutt'altro: è cinema militante, sociale, popolare, pur se condito da tanta ironia. Simon è un cineasta tutto d'un pezzo che vorrebbe girare un film feroce contro il capitalismo e lo sfruttamento delle masse. I produttori però gli ridono dietro e pretendono un finale meno catartico e più rassicurante, senza scene di sommosse o violenza. Al netto rifiuto opposto da Simon, questi rispondono tagliando i fondi per finire le ultime scene, lasciando il film incompiuto e scatenando l'ira degli attori protagonisti, che minacciano di darsela e gambe dopo aver appreso che i loro cachet sono a rischio. Tutti tranne una, la bellissima Nadia (Souhelia Yacoub, già vista in Dune parte II), della quale Joseph si innamorerà perdutamente...

Cinema nel cinema, dicevamo, dove i piani narrativi si intrecciano tra finzione e realtà: alla storia (di fiction) raccontata dal film di Simon si affianca la storia (vera) di attori e maestranze messi di fronte a un bivio: o mollare tutto oppure lavorare gratis per finire il film, in nome della loro dignità, proprio come gli operai che interpretano e che lottano contro la speculazione e la guerra tra poveri. Making of è un gioiellino di sceneggiatura che scorre via che è un piacere: è un misto tra il cinema sociale di Guédiguian e l'ironia surreale del miglior Nanni Moretti, un potpourri che il navigato Cédric Kahn dirige con mano sapiente e sicura, invitandoci a riflettere sulle condizioni delle classi lavoratrici e sul futuro del cinema d'impegno, senza però mai risultare pesante.

Logica vuole quindi che alla fine l'unico vero film che vedrà la luce senza condizionamenti sarà proprio quello girato da Joseph, che con il suo occhio "vergine" fotograferà in presa diretta sia l'amarezza che le difficoltà del backstage ma anche, soprattutto, la testardaggine e la passione di chi, come Simon (e ovviamente come Joseph, suo alter-ego), non rinuncia a nessun costo a svolgere il mestiere più bello del mondo. Mi auguro davvero che Making of possa trovare in qualche piattaforma streaming o in home-video miglior fortuna di quella avuta in sala (almeno in Italia): lo merita per la sua capacità di raccontare storie e concetti importanti con la leggerezza e la serenità d'animo tipiche di un'opera fatta apposta per parlare con sincerità al proprio pubblico. Se solo le si permettesse di farlo.

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