lunedì 9 settembre 2024

VENEZIA 81: I VINCITORI



Come si fa a storcere il naso di fronte al Leone d'oro di Pedro Almodòvar? Onore al grande Pedro, ci mancherebbe, anche se questo La stanza accanto non sarà certo ricordato tra i suoi capolavori... è stato però il film più doloroso, emozionante, emotivamente coinvolgente della rassegna, riuscendo a toccare le corde sensibili dei giurati. Personalmente al sottoscritto dispiace che una giuria composta da tanti registi di valore (da Giuseppe Tornatore a James Gray) non abbia premiato col Leone d'oro lo splendido The Brutalist, il vero e unico film-evento del Concorso, ma sono sicuro che questa fluviale, ciclopica epopea firmata da Brady Corbet sarà capace di brillare di vita propria. Buone notizie per il cinema italiano, che rientra nel palmarès con il suo titolo meno pronosticato, Vermiglio di Maura Delpero, alla luce dei fatti nettamente la migliore tra le pellicole di casa nostra. La presidentessa Isabelle Huppert ha poi voluto mettere "la firma" sulle Coppe Volpi degli interpreti, premiando la "scandalosa" Nicole Kidman e l'amico Vincent Lindon, nonchè il giovane figlio d'arte Paul Kircher con il Premio Mastroianni. I premi, si sa, vanno (anche) così...


"La stanza accanto", di Pedro Almodòvar
Vince Pedro Almodòvar, e tutti contenti (o quasi): non si può certo storcere il naso di fronte al Leone d'oro del grande regista spagnolo, finalmente premiato a Venezia trentasei anni dopo l'osella per la sceneggiatura di Donne sull'orlo di una crisi di nervi e il Leone d'oro alla carriera del 2019. Il suo ultimo film, La stanza accanto (il primo girato in inglese) ha saputo evidentemente intercettare le corde sensibili della giuria presieduta da Isabelle Huppert affrontando un tema difficile come quello dell'eutanasia con garbo e rispetto, senza speculare sul dolore. Tuttavia, lo dico chiaramente, a mio personalissimo parere La stanza accanto si colloca molto al di sotto dei migliori film di Almodòvar, una volta regista irriverente e dirompente, fuori dagli schemi, e ora invece abbastanza allineato: il suo è ormai un cinema di grande mestiere e La stanza accanto deve la sua forza soprattutto alla mirabile performance delle sue splendide attrici, Tilda Swinton e Julianne Moore, capaci di trasformare l'ordinario in straordinario.

"The Brutalist", di Brady Corbet
Certo un po' dispiace che una giuria composta in larga parte da registi (e che registi! c'erano James Gray, Andrew Haigh, Agnieszka Holland e il nostro Giuseppe Tornatore) non abbia assegnato il premio principale a The Brutalist di Brady Corbet, il titolo di gran lunga preferito dai cinefili e forse l'unico vero film-evento di questa edizione, un gigantesco affresco storico-politico che ha fatto respirare al Lido aria di cinema epico, coraggioso, bigger than life, attribuendogli perlappunto "solo" il premio per la regìa. Corbet, al suo terzo film e alla sua terza partecipazione a Venezia (dopo i notevoli Vox Lux e L'infanzia di un capo) ha comunque ringraziato commosso il curatore della Mostra Alberto Barbera per la fiducia e il sostegno dimostratogli per tutta la carriera.

"Vermiglio", di Maura Delpero
Venendo alle cose di casa nostra, il cinema italiano si riaffaccia tra i premiati con l'inaspettato Leone d'argento a Vermiglio di Maura Delpero, forse il film meno quotato della truppa tricolore ma alla prova dei fatti decisamente il più autoriale e riuscito: un'opera suggestiva, delicata, evocativa, che rimanda al cinema "povero" e naturistico di Ermanno Olmi e che ha saputo incantare il pubblico per la sua semplicità e immediatezza. Auguriamoci ora che Vermiglio, film non facile dal punto di vista commerciale, possa contare su un'adeguata distribuzione in sala e un'adeguata risposta del pubblico (esce il 26 settembre con Lucky Red).

Nicole Kidman in "Babygirl"
Venendo ai premi attoriali, qui lo "zampino" della presidentessa Huppert è evidente: la Coppa Volpi a Nicole Kidman per il suo ruolo estremo e sgradevole nel poco convincente Babygirl di Halina Rejin rispecchia senz'altro la carriera e il caratterino della diva francese, e anche quella assegnata a Vincent Lindon per il suo ruolo nel ben più riuscito Noi e loro delle sorelle Coulin è senz'altro merito dell' affinità... di lingua. Si dice che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina: se si considera anche il premio Mastroianni al giovane figlio d'arte Paul Kircher (è il rampollo di Irene Jacob) si può ben dire: mai così tanta Francia in un palmarès veneziano... ma il bello dei premi è anche questo. 

Vincent Lindon in "Noi e loro"
Completano poi il palmarès due titoli molti diversi tra loro: il brasiliano Ainda estou aqui (Io sono ancora qui) di Walter Salles, solida riflessione sulla dittatura (tema molto caro ai registi sudamericani, da Garage Olimpo in poi) che porta a casa il premio per la miglior sceneggiatura, meritato, e il georgiano April di Dea Kulumbegashvili, film abortista e pieno di impegno ma anche, passatemi il temine, di una pesantezza insostenibile dal lato artistico: il Gran Premio Speciale della Giuria secondo me sta larghissimo anche se in linea, diciamo, con la svolta femminile e femminista imposta dalla Huppert.

Si conclude così una Mostra alquanto "bulimica", sia per la durata dei film (in molti casi esagerata), che per la quantità di titoli e ospiti in un insieme ormai logisticamente sempre più stretto, ma anche piuttosto modesta dal punto di vista qualitativo (ne riparleremo più avanti nel solito "pagellone"). Alberto Barbera ha più volte dichiarato che è riuscito a portare al Lido tutto quello che si poteva avere, ma evidentemente le annate non sono tutte uguali: a mio parere il livello di Venezia 81 è stato tutt'altro che eccelso malgrado i grandi nomi annunciati, e a mancare è stato proprio il Concorso principale. I film premiati, riepilogati qui sotto, raccontano un cartellone appena discreto e decisamente livellato verso il basso, a differenza di tante altre cose ben più belle viste nelle sezioni collaterali... e di cui tratteremo ampiamente nei giorni, settimane e mesi a venire.


TUTTI I PREMI DI VENEZIA 81 :


Leone d'oro per il miglior film:
LA STANZA ACCANTO di Pedro Almodòvar (Spagna)

Gran Premio della Giuria:
VERMIGLIO di Maura Delpero (Italia)

Leone d'argento per la miglior regìa:
THE BRUTALIST di Brady Corbet (USA)

Premio speciale della Giuria;
APRIL di Dea Kulumbegashvili (Georgia)

Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile:
VINCENT LINDON per Noi e loro di Delphine e Muriel Coulin (Francia)

Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile:
NICOLE KIDMAN per Babygirl di Halina Reijn (USA)

Osella per la migliore sceneggiatura:
MURILO HAUSER e HEITOR LOREGA per Ainda estou aqui di Walter Salles (Brasile)

Premio Mastroianni per il miglior attore/attrice emergente:
PAUL KIRCHER per Leurs enfants après eux (Francia)

Leone del futuro - Premio opera prima Luigi de Laurentiis:
FAMILIAR TOUCH di Sarah Friedland (USA)

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