domenica 28 luglio 2024

STAGIONE 2023 - 2024 : LE DELUSIONI

Perfino in una stagione esaltante come quella appena trascorsa non potevano mancare le delusioni, del tutto fisiologiche. A fare specie è il fatto che in questa lista ci siano fior di registi, qualcuno dei quali ha fatto davvero la storia del cinema: chi avrebbe mai detto che tra i film più brutti dell'anno avremmo trovato Ridley Scott, Wes Anderson, George Miller, Luca Guadagnino e addirittura Roman Polanski? Segno evidente che anche i grandi maestri possono sbagliare, specialmente quando arrivano a un punto della carriera in cui difficilmente si ha qualcosa di nuovo da dire... fermo restando che, ci mancherebbe, questi passi falsi non inficiano carriere comunque straordinarie.



Napoleon
Anche in una stagione qualitativamente eccellente e forse irripetibile come questa appena trascorsa, qualche fisiologica delusione non è mancata. Anzi, diciamolo meglio: abbiamo avuto poche delusioni ma dai nomi parecchio altisonanti, il che fa ancora più specie... insomma, se togliamo dalla lista lo sciagurato Enea di Pietro Castellitto e il superficiale Saltburn, opera seconda dell'americana Emerald Fennell, gli altri cinque flop dell'anno portano i nomi di Ridley Scott, Roman Polanski, George Miller, Luca Guadagnino e Wes Anderson! Cosa significa? Che sono diventato più cattivo e insofferente nei confronti dei grandi maestri? Può anche darsi, oppure mi sono rincoglionito io, tutto è possibile, però mi limito sommessamente a indicare anche un'altra strada: tutti possono sbagliare, magari anche un solo film nella vita (solo Kubrick e Welles non hanno mai fallito, ma qui si parla di extraterrestri), in special modo quando ormai, specie dopo una lunga e luminosa carriera, non si ha più molto da dire...

E' soprattutto il caso, a mio modestissimo parere, del veterano Ridley Scott, che a 86 anni suonati è più prolifico di quando ne aveva venti, ma i risultati sono disastrosi sotto gli occhi di tutti. Scott ha avuto una stagione di vita creativamente incredibile, quella tra gli anni '70 e l'inizio degli anni '90, quando ha diretto capolavori assoluti (I duellanti, Alien, Blade Runner, Thelma e Louise) per poi campare di rendita per le successive tre decadi, nell'ultima delle quali ci ha "regalato" molte opere di imbarazzante bruttezza come questo Napoleon, di gran lunga il peggior film visto quest'anno, in cui è riuscito nell'impresa quasi impossibile di far recitare male anche Joaquin Phoenix, è tutto dire.

The Palace
Discorso diverso per un altro mostro sacro, Roman Polanski, cui davvero non ci si crede che abbia diretto un filmaccio volgare e scontato come The Palace. A 90 anni Polanski prova a fare satira sociale ma The Palace è uno stanchissimo bignami di mille altre pellicole a tema, e ogni sequenza del suo ultimo film è già vista e stravista, usurata. Un buco nell'acqua clamoroso, che mi auguro davvero non sia l'ultimo lascito di un grande regista che non merita di chiudere la carriera in questo modo. 

Asteroid City
E che dire di George Miller e Wes Anderson? Due Autori a tutto tondo che rimangono coerenti con la loro idea di cinema ma che realizzano opere ormai svuotate di emozioni, che si riducono a meri esercizi di stile. Ma se Furiosa, in verità, ha riscosso apprezzamenti quasi unanimi dalla critica specializzata (e allora forse sono io che non sopporto più questi baracconi rumorosi e inconcludenti) diverso è il discorso per Anderson: i film del regista texano li riconosci ancora tra mille, lo stile è sempre lo stesso, ma a mancare è il guizzo, la fantasia, l'originalità, quella scintilla di cuore che un tempo ce li faceva amare mentre adesso lasciano sempre più lo spazio allo sbadiglio. E Asteroid City ne è purtroppo l'esempio perfetto. Altro film contenutisticamente mediocre è Challengers di Luca Guadagnino, che paradossalmente è diventato anche il suo maggior incasso di sempre: merito delle grazie della bellissima Zendaya e degli altrettanto bellissimi Mike Faist e Josh O'Connor, ma la pellicola è di una pochezza sconfortante, perfino dal lato estetico.  

Saltburn
Lascio per ultimi i due film già citati all'inizio. Su Saltburn ho poco da dire: trattasi di un'opera seconda su cui c'era magari troppa aspettativa dopo il brillante debutto della sua regista, Emerald Fennell, con Una donna promettente. Saltburn è un film tutto fumo e pochissimo arrosto, che denota una già preoccupante mancanza di idee: il fatto che sia uscito direttamente su Netflix saltando il passaggio in sala non depone a suo favore... tuttavia dei sette della lista non si può dire che sia il peggiore, grazie soprattutto al suo protagonista, il sempre inquietante e talentuoso Barry Keoghan.

Enea
Nemmeno su Enea, che lascio volutamente alla fine, ho intenzione di sprecare troppe parole. Perchè semplicemente non è un film, bensì un'incredibile accozzaglia di scene sguaiate, sopra le righe, pretenziose, sgradevoli, di una presunzione che farebbe irritare anche lo spettatore più paziente. Essere figlio d'arte, lo ripeterò sempre, non dev'essere una condanna. Ma vedendo Enea non si può non pensare che un prodotto del genere (finito IN CONCORSO a Venezia!) sia stato realizzato soltanto grazie alle potenti influenze di Castellitto jr... perchè avrei voluto vedere quale produttore italiano avrebbe avuto il fegato di investire su un film come questo, che oltre ad essere inguardabile è perfino pretenzioso e soprattutto era un flop annunciato: costato quasi dieci milioni di euro ne ha incassati uno e mezzo. E sono perfino troppi... 



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1) NAPOLEON (di Ridley Scott, USA 2023) 
Austerlitz, Waterloo, e tutto il resto è noia. Sì, perchè dopo esserci sorbiti le due ore e mezza di Napoleon (e sia benedetta la Apple che per la visione in sala ci ha risparmiato un'altra ora e mezza di imbarazzante bruttezza) si ha la sensazione che Ridley Scott abbia voluto girare questo film solo per mettere in scena le battaglie, le uniche sequenze che gli interessavano davvero. Per il resto, un tediosissimo, loffio, insensato delirio kitsch, senza alcun respiro epico e prigioniero della sua superficialità. Alla fine, dopo 158 lunghissimi minuti, le didascalie finali fanno la conta dei morti. Chi era dunque Napoleone per Scott? Un pazzo guerrafondaio, un amatore impotente o un megalomane sadico? Un delirio di assurdità.



2) ENEA (di Pietro Castellitto, Italia 2023) 
Essere figli d'arte non è una colpa ma neanche un merito, intendiamoci. Non so chi abbia messo in testa a Pietro Castellitto che il suo cinema vuoto e pretenzioso narrante storie di borghesia sfatta a Roma Nord potesse interessare a qualcuno... per quel che mi riguarda, Enea è uno dei film più brutti che mi sia capitato di vedere nell'ultimo quarto di secolo: pippe, coca e 'mmalavita pariolina, con tanto di bestemmie nella sceneggiatura. Mai quanto quelle degli spettatori.





3) SALTBURN (di Emerald Fennell, USA 2023) 
Una delusione, inutile girarci intorno. Una sciocchezzuola pruriginosa che dalla regista di Una donna promettente proprio non ci aspettavamo. Saltburn non è un film terribile, tutt'altro, ma resta sempre in superficie senza mai affondare i colpi, difetto non da poco per una pellicola che vorrebbe sconvolgere e disturbare lo spettatore e invece si rivela un film precotto, prevedibilissimo, un esercizio stilistico inutilmente sopravvalutato. Si salva solo il sempre notevole protagonista, Barry Keoghan, ma è davvero troppo poco per un'opera seconda dalla quale ci si aspettava ben altro spessore.


4) THE PALACE (di Roman Polanski, FRA/SVI/ITA 2023) 
Al 90enne Roman Polanski auguro vivamente di non chiudere la sua straordinaria carriera con questo brutto, bruttissimo film. The Palace è una stanca, vetusta riproposizione di clichè satirici visti migliaia di volte: sembra, nella migliore delle ipotesi, una versione invernale di Traingle of Sadness di Ostlund, nella peggiore Vacanze di Natale dei Vanzina. La critica sociale è scontata, il registro grottesco assolutamente inoffensivo, le risate praticamente nulle. Un film senile e innocuo, stanco, che non graffia mai come dovrebbe. Forse il primo vero passo falso in carriera di un gigante del cinema cui auguriamo, davvero, di rialzarsi il prima possibile.



5) FURIOSA: A MAD MAX SAGA (di George Miller, AUS/USA 2023) 
Forse, anzi evidentemente il problema è mio dato che questo film ha suscitato consensi unanimi quasi ovunque. Eppure, da boomer quale sono (non me ne vanto), a me Furiosa è sembrato estenuante, prolisso, ripetitivo, con personaggi poco approfonditi e buchi di sceneggiatura clamorosi. Nulla a che vedere con la gioiosa adrenalina di Fury Road. E soprattutto interminabile, sfiancante. Come se per contratto dovesse durare due ore e mezza e il regista non sapesse come riempirle... che grandissima rottura di palle! (e scusate il francese)



6) CHALLENGERS (di Luca Guadagnino, USA 2024) 
Si ha un bel dire che in Challengers il tennis non è il fine ma il mezzo per imbastire una storia di passione e erotismo, fin lì c'ero arrivato anch'io. Ma poi vedo la superstar Zendaya che fa sesso in mutande e reggiseno, e i due maschioni sempre inquadrati dal torace in su (alla faccia della libido). E anche limitandoci solo al tennis assisto a scambi di gioco improbabili, azioni di gioco talmente artificiose da sfiorare il ridicolo (sembra di vedere una puntata di Holly e Benji). In sintesi: si fa fatica a credere che sia un film di Guadagnino, perfino la sua notoria "cifra estetica" viene meno... confezione anonima, attori goffi, sceneggiatura che somiglia a una canzone di Annalisa. Un grosso MEH.


7) ASTEROID CITY (di Wes Anderson, USA 2023) 
E' cambiato Wes Anderson o sono cambiato io? Certo è che all'alba dei 54 anni il regista texano è decisamente "cresciuto" e maturato artisticamente, a scapito però della freschezza e dell'amabile disincanto delle sue opere, che ormai non riescono più ad arrivare al cuore restando arenate in un formalismo autoriale fino a se stesso. Asteroid City è il suo film più intimo e personale, va detto, ma è macchinoso, lento, respingente. Vedendolo, non ti viene mai voglia di indovinare come andrà a finire, mentre si guarda con insistenza l'orologio. Faticoso, molto faticoso.

14 commenti:

  1. Per fortuna non ho visto nessuno di questi film.
    A te, però, manca "Inside Out 2" che, come sai, meriterebbe un posto d'onore in questa lista, per me. 😅

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    1. Non riesco a vedere tutto :) o almeno non tutto in tempi rapidi: il clima di questi giorni non aiuta, con l'età e il caldo ho ritmi da bradipo... ma lo recupero, tranquilla :)

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  2. Furiosa no, dai. Non è serio.

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    1. Rivendico il fatto che non mi sia piaciuto. So bene di essere in minoranza (come su Challengers) ma la penso così. I motivi li ho scritti nella recensione e mi pare di aver argomentato a sufficienza

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  3. "Napoleon" indifendibile sotto ogni punto di vista, e anche "Saltburn". Gli altri non li ho visti, ma mi dispiace parecchio per Polanski. Spero si riprenda.

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    1. Quando ho visto The Palace alla Mostra di Venezia, in anteprima, non volevo crederci. E come me non volevano crederci in tanti: ricordo bene il silenzio glaciale a fine proiezione che valeva più di mille parole. Ciò ovviamente non inficia in nessun modo una carriera straordinaria come quella di Polanski, però anch'io mi auguro vivamente che questo non sia il suo ultimo film...

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  4. (monty) Visti 4 su 7 (mi mancano Challengers e Napoleon), più uno (Saltburn) mollato a metà come raramente mi capita di fare (ma di recente - sarà che con l'età sono diventato insofferente - sono scappato dalla sala e dalla visione di The penitent). Non concordo su Furiosa e su Asteroid, ma in quest'ultimo caso ho dibattuto a lungo anche con fanboy wesandersoniani delusi :)

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    1. Su Furiosa probabilmente è un problema mio, so bene che il film è piaciuto quasi a tutti. Su Anderson però sono convinto della mia impressione: da troppo tempo (diciamo da L'isola dei cani in poi) il buon Wes non mi emoziona più come ai tempi d'oro: i suoi ultimi film mi paiono soporiferi esercizi di stile, tutti forma ma zero emozioni...

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  5. Incredibile: è quasi più prestigiosa la playlist delle delusioni piuttosto che quella per i migliori film! Ma se ci stanno ci stanno, c'è poco da fare.
    Buona settimana!
    Mauro

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    1. E' vero Mauro. Anche a me ha colpito subito questa cosa ma, come detto, anche i mostri sacri commettono errori: per presunzione, senilità, o semplicemente mancanza di idee. Per alcuni può essere solo un incidente di percorso, per altri il segno tangibile del declino, ma un film se è brutto è brutto, c'è poco da fare :)
      Buonanotte!

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  6. Fra questi ho visto Asteroid City, e ti confesso che sono riandato a leggere cosa avevo scritto perché proprio non lo ricordavo, segno che forse è mancato davvero qualcosa ed è rimasto molto fine a se stesso. Non so se Saltburn sia meglio, a me è sembrato uno specchietto per le allodole e creato per un pubblico di giovani facilmente impressionabili (questo lo ricordo bene 😅)

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    1. Assolutamente d'accordo su entrambi (soprattutto su Saltburn!)

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  7. Lo stesso Castellitto ha detto di essere cresciuto e vissuto ai Parioli, per carità, anche in un mondo ricco possono esserci problemi e non tutto rosa e fuori ma paragonare il suo film al Vietnam è abbastanza ridicola come cosa.
    Poi i Parioli è sicuramente uno dei luoghi della Roma bene ma non è il solo, diciamo che è quello più conosciuto ma ci sono anche prati, Olgiata, ponte Milvio....anche ai castelli romani ci sono abitazioni ricche in alcune cittadine.

    I predatori però è bellissimo film per me

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    1. mah... "I predatori" secondo me è al massimo passabile, sopravvalutato, ma certamente migliore di "Enea". Il fatto che lui sia nato e cresciuto ai Parioli non significa che quello sia l'unico mondo che esista! (come dici te, del resto). Mai vista tanta spocchia autoreferenziale in un solo film.

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