venerdì 26 luglio 2024

STAGIONE 2023 - 2024: I FILM DELL' ANNO

Sette film (più uno... a sorpresa!) sono davvero troppo pochi per una stagione cinematografica come questa appena conclusasi che ricorderemo come una delle migliori di sempre: è stata un'annata con tanti, davvero tanti titoli di altissima qualità, provenienti da ogni parte del globo e che abbiamo avuto la fortuna di poter vedere al cinema, grazie a una distribuzione italiana che, sebbene non sempre esente da critiche, ha comunque saputo portare nelle nostre sale pellicole importanti e anche lontane dalle logiche mainstream. Questa classifica è dunque un piacevole "ripasso" di quello che abbiamo visto quest'anno, e ovviamente c'è spazio per la discussione. Fermo restando che scegliere "solo" sette film da quanto di bello abbiamo visto in questi dodici mesi è stata davvero un'impresa titanica!  



Non sono mai stato un amante delle statistiche, ma stavolta un piccolo calcolo l'ho voluto fare: in questi miei (primi) quindici anni di blog non mi era MAI, dico MAI capitato di ritrovarmi a fine stagione con ben quattro film a cinque stelle (ovvero il massimo dei voti, secondo la mia "scaletta") e addirittura diciotto film con quattro stelle, che per me rappresentano comunque l'eccellenza. Questo per farvi capire quanto l'annata 2023/2024 sia stata qualitativamente eccezionale a livello cinematografico e, temo, difficilmente ripetibile...

Civil War
Sì, è stata una grande annata. E' significativo che nella mia personale top-seven (più un "titolo-bonus", poi ci arriviamo) ci sono quattro film non americani, a testimonianza dell'universalità del grande cinema e della difficoltà delle scelte di quest'anno: mai come quest'anno infatti ho fatto fatica a selezionare i miei soliti sette film da mettere in classifica, e il fatto che questi provengano da più parti del mondo significa, per fortuna, che anche la distribuzione italiana si sta cominciando a darsi da fare per accogliere nelle nostre sale non soltanto blockbuster a stelle e strisce ma anche pellicole di qualità, e soprattutto che il pubblico sta iniziando -  finalmente! - a scegliere e pretendere film non solo commerciali ma anche di spessore e interesse culturale: ne parleremo più approfonditamente tra qualche giorno quando analizzeremo, come sempre, le cifre relative agli incassi.

Mi accorgo solo ora che in questi sette film che ho scelto ben quattro parlano più o meno esplicitamente di guerra. Purtroppo debbo dire che nemmeno questo è un caso: viviamo anni difficili, politicamente bui: su questo blog non parlo direttamente di politica ma chi mi conosce sa che la mia visione del mondo non collima con i venti reazionari, destrorsi, fascistoidi che stanno soffiando minacciosi sul pianeta . Viviamo anni "neri", in tutti i sensi, e la cultura (che per fortuna non è e non sarà mai di destra) non può certo passarci sopra. Che poi la cultura non basti a salvare il mondo, questo è un altro discorso...

La zona d'interesse
Per questo, per venire incontro alla mia indole drammatica e al mio pessimismo cosmico, non ho avuto dubbi nel mettere al primo posto un film sconvolgente e disturbante come La zona d'interesse di Jonathan Glazer: è stato il titolo che più mi è entrato dentro, che più mi ha fatto star male e che forse mai più rivedrò, ma anche il film che è arrivato al momento giusto come monito per non farci dimenticare l'insensatezza della guerra, delle disuguaglianze, della presunzione di sentirci migliori degli altri. Un film che ci inchioda davanti alle nostre responsabilità e che è impossibile rimuovere dalla mente: la scelta di mostrare l'Olocausto dal di fuori, dalla parte degli oppressori, senza mai mostrarci niente degli orrori di Auschwitz ma di farci "sentire" tutto, come rumore di fondo, attraverso un lavoro straordinario sul sonoro, è indubbiamente la scelta più estrema e geniale della stagione.


Povere Creature!
Segue, a ruota, quasi per contrappasso, un film gioioso, irriverente, profondamente progressista come Povere Creature! di Yorgos Lanthimos: attraverso la storia di Bella Baxter, una freak di cui è impossibile non innamorarsi, ci regaliamo la speranza di un vero cambiamento e di un mondo più giusto. E' stato il Leone d'oro a furor di popolo dell'ultima Mostra del Cinema di Venezia e uno dei film più premiati dell'anno (tra i quali spicca l'Oscar sacrosanto alla favolosa Emma Stone), e di sicuro sarà anche questo un titolo che sedimenterà parecchio nelle menti dei cinefili.

E poi ancora guerra, ahimè, seppure in altre declinazioni: Christopher Nolan con il suo Oppenheimer ha sbancato gli Oscar e ci ha fatto riflettere sulla follìa atomica, mentre Alex Garland in Civil War ci ha voluto mettere in guardia sui rischi dell'assuefazione all'orrore quotidiano. E, ancora, il bellissimo e coraggioso Tatami, scritto e diretto a quattro mani da una coppia di registi arabo-israeliani, un film di denuncia contro il fondamentalismo islamico e le implicazioni politico-religiose (ma anche una delle migliori pellicole sportive di sempre)

Ferrari
Dopo tanta sofferenza e impegno, per fortuna la soavità, la dolcezza, la grazia di un film incredibilmente e insospettabilmente poetico come Perfect Days di Wim Wenders ci fanno tirare un sospiro di sollievo e guadagnare un po' di fiducia nel genere umano. Infine, per chiudere la carrellata dei migliori film dell'anno arrivano due film che parlano, a modo loro, di automobili: ma se Ferrari di Michael Mann è un deferente omaggio al cinema americano classico, pur essendo un biopic (controverso) su uno dei grandi personaggi italiani del secolo scorso... la bonus track di questa classifica è una pellicola talmente folle e geniale da essere italianissima al 100%: dell'incredibile storia dell' Andrea Moda Formula, vale a dire la storia (esilarante, assurda, emblematica) della più scalcinata scuderia di Formula Uno mai esistita, abbiamo parlato diffusamente in sede di recensione, ma davvero non si poteva non trovargli un posto in questa classifica pur essendo un film non distribuito al cinema per i canali ufficiali: vedere per credere!

Siamo arrivati alla fine, e certamente non vi sarà sfuggito un particolare destinato a far discutere: tra questi "magnifici sette" (esclusa la mitologica Andrea Moda) non compare nessun film italiano. Sgombero subito le polemiche: pur non essendo stata (per me) una grande annata per il cinema italiano, non nego che alcuni titoli ci sarebbero potuti stare: dal toccante Io Capitano di Matteo Garrone al fresco e sbarazzino Gloria! della debuttante Margherita Vicario, fino al caso cinematografico dell'anno quale è stato C'è ancora domani di Paola Cortellesi, nonchè una pellicola robusta e ingiustamente vessata dai pregiudizi come Comandante di Edoardo De Angelis. Ma allo stesso modo ci potevano stare anche altri film stranieri come Dogman, Anatomia di una caduta, Il male non esiste, Estranei, Memory... fino addirittura agli ultimissimi visti come Hit Man o The Bikeriders, a conferma che questa stagione cinematografica ce la ricorderemo e la porteremo ad esempio per parecchi anni ancora.

  

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1) LA ZONA D'INTERESSE (di Jonathan Glazer, GB/POL 2023) 
Forse il film definitivo sull'Olocausto, che ti mette addosso un disagio enorme, indicibile, ma di cui non riesci a staccarti durante i 105 minuti di durata. Una lucidissima, raggelante, spietata rappresentazione del Male. Una pellicola agghiacciante, chirurgica, tecnicamente perfetta, che ci inchioda davanti alle nostre responsabilità. Echi di Haneke e Kubrick. L'indifferenza è il vero crimine dell'umanità, il nemico che ognuno di noi deve combattere affinchè certe aberrazioni non si ripetano, perchè chi è indifferente è complice. Imperdibile, ma la visione non è una passeggiata di salute... 



2) POVERE CREATURE! (di Yorgos Lanthimos, GB/IRL/USA 2023) 
La favola di Bella Baxter (Emma Stone, meravigliosa), giovane freak morta suicida e riportata in vita da uno scienziato folle ma brillante che si fa chiamare "God" (e chi meglio di Willem Dafoe per interpretare il Creatore?), desiderosa di sesso, libertà e un posto nel mondo. Una splendida storia di emancipazione, rispetto e orgoglio per tutte le donne e per tutte le "povere creature" emarginate da una società reazionaria che respinge la diversità e le condotte considerate socialmente sconvenienti. Leone d'oro a Venezia e Oscar strameritato per la Stone. Per Lanthimos la consacrazione di una carriera.


3) PERFECT DAYS (di Wim Wenders, Giappone 2023) 
Diciamo la verità: chi si aspettava da Wim Wenders un film così affascinante, profondo, toccante, ma soprattutto così pieno di grazia? Perfect Days è un film che fa bene al cuore, e che attraverso la storia del suo straordinario protagonista, Hirayama (Koji Yakusho) ci racconta come sia possibile (ri)trovare la serenità perduta attraverso l'essenzialità, le piccole cose, la voglia di aprire la mente alla bellezza. E che ci infonde una grande lezione di vita: ognuno di noi può rimettere insieme i cocci del proprio passato, se solo si ha il coraggio di essere onesti con se stessi.


4) OPPENHEIMER (di Christopher Nolan, USA 2023) 
Con Tenet mi aveva fatto incazzare come pochi. Con Interstellar e Dunkirk mi aveva fatto (in parte) sbadigliare. Con Oppenheimer mi ha riconciliato con il cinema, e la cosa più bella è stata vedere tanti ragazzi giovani e giovanissimi tornare ad affollare una sala strapiena, per un film che certo non è Barbie e certo non è stato costruito in base al marketing. Oppenheimer è un film difficile: parla di coscienza, di scelte morali, di fino a quanto ci si può spingere con la follìa della guerra e quante persone si possono "sacrificare" (termine orribile) per arrivare alla pace, per salvarne il più possibile. Tanta, tanta roba signor Nolan.


5) CIVIL WAR (di Alex Garland, GB 2024) 
Non è un film d'inchiesta, e nemmeno l'ennesima spettacolarizzazione della guerra. Il viaggio di quattro reporter d'assalto attraverso un'America devastata dalla guerra civile è il fine per una dura riflessione sull'assuefazione al conflitto, sull'insensatezza della lotta armata che si sostituisce alla politica e sulla politica stessa. Civil War è la rappresentazione dell'indifferenza all'orrore (come ne La zona d'interesse) e del voyuerismo malato che si esalta davanti a immagini incommentabili. Un film che mostra, volutamente, ogni possibile clichè sulla guerra proprio perchè di questi clichè ormai ci nutriamo. Speriamo solo che non sia troppo profetico.


6) FERRARI (di Michael Mann, USA 2023) 
Quello di Michael Mann è un cinema epico, dal respiro antico, che si prende il tempo che serve e omaggia la classicità attraverso una cifra stilistica che personalmente adoro. Un cinema che (forse) non è più per giovani, lontano com'è dalle atmosfere metaversiche e videoclippare tanto in voga adesso, ma che ancora sorprende per la maestosità della messinscena, l'accuratezza della confezione, la direzione degli attori (checchà ne dica Favino). Un film personalissimo, tetro, che parla di morte, quella in pista e quella dei sentimenti, di un uomo ossessionato dalla voglia di vincere ma che alla fine si ritrova da solo a piangere suo figlio.


7) TATAMI (di Guy Nattiv e Zar Amir Ebrahimi, Georgia/USA 2023) 
Una judoka iraniana è in procinto di vincere la medaglia d'oro ai mondiali, ma alla vigilia della finale riceve l'ordine di ritirarsi per non essere costretta ad affrontare un'atleta israeliana. Non solo un emozionante film di denuncia contro la dittatura politica e religiosa, ma anche uno dei migliori film sportivi degli ultimi anni: tesissimo, avvincente, spettacolare, esemplare nel mostrare i volti e l'adrenalina di un gruppo di atlete che nell'arco di una giornata si giocano spesso una carriera intera. 


MENZIONE SPECIALE :
ANDREA MODA FORMULA: THE CRAZIEST TEAM EVER (di M.Sbrolla, G.Viozzi e C.Coini, Italia 2023) 
La storia dell' Andrea Moda Formula, ovvero il più improbabile, scalcinato, derelitto team di Formula Uno mai esistito. Una storia assurda e profondamente italiana, esilarante, tragicomica, che si sarebbe potuta avverare solo nel nostro paese: Andrea Sassetti, il fondatore, è l'emblema dell'italiano medio: un uomo folle e sprovveduto, visionario e caciarone, arruffone eppure umanissimo. E' (era) l' Alberto Sordi della Formula Uno, e a suo modo della Formula Uno ha fatto la storia. I tre giovani registi marchigiani Massimiliano Sbrolla, Giordano Viozzi e Cristiano Coini hanno fatto un lavoro incredibile nel montaggio e nel reperimento del materiale, realizzando uno dei film più interessanti e riusciti dell'intera stagione. Film totalmente indie, distribuito al di fuori dei canali ufficiali, che si può vedere legalmente al link dentro la recensione.

12 commenti:

  1. Tutta roba di altissimo livello, ma quest'anno in effetti era facile fare le classifiche dato che tutto quello che mettevi andava bene. E questi sono tutti filmoni (sulla formula uno lo dico sulla fiducia). Buona estate Sauro! :)

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    1. Grazie mille, carissima. Ricambio ovviamente, sono io che ringrazio te per l'affetto con cui mi segui. Eh sì, è stata proprio un'annata da ricordare: anch'io ti auguro buona estate e buon cinema!

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  2. Bella lsta davvero. Mi manca il film sulla Formula Uno, mi hai incuriosito!!

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    1. Lo puoi vedere legalmente nel link che ho inserito dentro la recensione: adesso il prezzo è salito rispetto a quando l'ho visto io ma ti assicuro che ne vale assolutamente la pena!

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  3. Difficilmente rivivremo un'altra stagione del genere, tra l'altro con tanti film d'autore che sono stati visti da tante persone. Credo non fosse scontato. Spero di sbagliarmi.
    Ti auguro un bel weekend, malgrado questo caldo atroce.
    A presto.
    Mauro

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    1. Non era assolutamente scontato, Mauro! Tra l'altro sarà uno degli argomenti che toccherò lunedì nel consueto recap annuale sugli incassi: quest'annata ha dimostrato che il pubblico ha imparato a scegliere il cinema di qualità ed è un segnale importantissimo!
      Buon weekend anche a te!

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  4. speriamo che anche questa prossima stagione ci siano le file al cinema, e non solo per i film da ragazzini (supereroi, intendo)

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    1. Speriamo davvero. Però si vede la luce in fondo al tunnel: in questa stagione tanti film di qualità hanno avuto risultati oltre ogni aspettativa (Wenders, Scorsese, Garrone...) ne parlo meglio nel post riepilogativo che ho appena scritto.

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  5. (monty) Concordo. Mi mancano Ferrari che, confesso, non mi sfrucugliava più di tanto, e Tatami. Il primo lo recupero facile.

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    1. Sto guardando proprio il judo mentre scrivo questa risposta... e proprio in questo momento un atleta algerino si è rifiutato di affrontare un atleta israeliano. Recupera Tatami, ne vale assolutamente la pena.

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  6. Ottima stagione cinematografica e ottima lista!
    A parte Ferrari che per me è sotto al livello delle Fiction Rai :D

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    1. Su "Ferrari" non sono d'accordo, ma so di essere in minoranza. Ad ogni modo, credo che il tempo gli renderà giustizia, come è accaduto un po' per tutti i film di Michael Mann...

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