titolo originale: HIT MAN (USA, 2023)
regia: RICHARD LINKLATER
sceneggiatura: RICHARD LINKLATER, GLEN POWELL
cast: GLEN POWELL, ADRIA ARJONA, AUSTIN AMELIO
durata: 115 minuti
giudizio: ★★★★☆
Gary Johnson è un anonimo professore universitario che per arrotondare lo stipendio collabora con la polizia fingendosi un sicario per far arrestare i mandanti degli omicidi. Tutto bene finchè un giorno non gli si presenta davanti la bellissima Madison, una ragazza che vuole liberarsi del marito violento. Da quel momento la vita di Gary si complicherà non poco...
Esistono pochi registi al mondo così eclettici e coraggiosi come Richard Linklater, capaci di passare con disinvoltura dal romanticismo di Prima dell'alba al dramma famigliare di Boyhood (un film lungo dodici anni!), così come dall'animazione di A scanner darkly al mockumentary di Fast Food Nation, senza contare la parentesi generazionale di Tutti vogliono qualcosa. Mancava solo un genere da esplorare per completare una fantastica carriera: l'incursione nella commedia pura, lacuna prontamente colmata con questo bellissimo e divertentissimo Hit Man: killer per caso, film in realtà molto più complesso e autoriale di quanto appaia.
Sì, perchè Hit Man più che una commedia è quasi un compendio dell'intera filmografia di Linklater, in cui traspare tutta la poliedricità del suo autore: formalmente, come detto, è una commedia, ma la trama del film, che poggia su una sceneggiatura a orologeria, è talmente imprevedibile, mutevole e sorprendente da andare ben oltre il genere, da sembrare davvero un congegno perfetto, un giocattolo filmico costruito apposta per condurre lo spettatore in un gioco di incastri da cui ogni volta sembra uscire una soluzione differente, fino a un finale assolutamente inimmaginabile... tra l'altro ispirato (pare) a una storia incredibilmente vera!
Ma di cosa parla di preciso Hit Man? Difficile riassumerlo in una paginetta di blog: il protagonista è un uomo medio, Gary Johnson, professore universitario che per mettersi in tasca qualche soldo in più "collabora" con la polizia locale fingendo di essere un killer a pagamento per incastrare i mandanti degli omicidi. Gary (interpretato da uno straordinario Glen Powell) assume ogni volta un'identità e un travestimento diverso, recitando una parte sempre diversa (proprio come il cinema di Linklater) e fermandosi sempre sul più bello, cioè un attimo prima dell'irruzione della polizia. Un giorno però accade l'imprevisto nell'imprevisto: davanti a Gary si presenta non il solito brutto figuro in cerca di soldi o vendetta, bensì una splendida fanciulla bruna, Madison (la portoricana Adria Arjona), fermamente intenzionata a uccidere il marito che la molesta. Inutile dire che Gary s'invaghirà all'istante della ragazza, al punto di trovarsi di fronte a un bel dilemma: cercare di convincerla a desistere dal suo proposito oppure contravvenire alla legge e diventare suo complice?
Ebbene, vi basti sapere che questo che vi ho appena raccontato corrisponde all'incirca al primo quarto d'ora del film. Per i restanti cento minuti la trama vi porterà su strade imprevedibili e impreviste, mettendo alla prova il vostro intuito. Non solo: insieme alla storia cambia anche il tono del film, che passa e ripassa continuamente dalla commedia al thriller, dal romantico al poliziesco, dall' action al noir, in un alternarsi di generi capace però di mantenersi sempre in perfetto equilibrio. Ovvio che l'equilibrio del film va di pari passo con l'equilibrio del protagonista, persona alquanto insignificante e solitaria nella vita di tutti i giorni ma capace di trasformarsi in coraggioso alter-ego nella finzione che mette "in scena" quando si dedica al suo secondo lavoro: l'incontro con Madison finirà però con lo stravolgere questa fragile irrazionalità, portando un uomo comune a sragionare e rischiare grosso per la prima volta nella sua vita.
Linklater ancora una volta non sbaglia un colpo, costruendo un film fresco, vivacissimo, capace di inchiodarti alla poltrona dall'inizio alla fine e farti ridere in maniera intelligente. Presentato inopinatamente fuori concorso all'ultima Mostra di Venezia, avrebbe meritato di gran lunga la vetrina principale e probabilmente si sarebbe pure portato a casa qualche premio: di sicuro quello per la sceneggiatura, vero punto di forza del film, i cui dialoghi vengono assimilati alla perfezione dai due attori principali che denotano grande alchimia tra loro. Ma Hit Man può essere visto anche secondo un altro livello di lettura, che ci porta a ragionare sul nostro ego e su quanto sia difficile per noi stessi calarsi in una parte e liberare i lati nascosti del nostro carattere, magari solo interpretando il personaggio che non siamo ma che vorremmo essere... per tutti questi motivi, è scontato che mi sento di consigliarvelo: anche in questa stagione, con la calura estiva e le sale semideserte. Ve lo godrete perfino meglio!
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