Per l'undicesimo anno consecutivo, non può esserci estate senza Notte Horror! (quest'anno meritoriamente intitolata alla compianta Laura Stella Bisanti, alias Arwen Lynch). Eccoci dunque di nuovo qui, noi sempre presenti fin dalla prima ora, per celebrare in grande stile quella che è una delle iniziative più longeve e brillanti dell'intera blogsfera: e questa sera tocca proprio a SOLARIS portare avanti la tradizione che vede coinvolti ogni martedì tanti blogger "resistenti" che omaggiano Zio Tibia nel giorno a lui dedicato. La formula è sempre la stessa: due recensioni per sera su due blog diversi a orari diversi (alle 21 e alle 23) secondo la scaletta e i rispettivi link che trovate in coda a questa recensione... tra l'altro, sono particolarmente contento di condividere questa serata con l'amica Babol, altra blogger storica, che seguirà a ruota. Per quanto mi riguarda, ho deciso per questa edizione di riportare alla luce un titolo importante e semi-dimenticato come Black Christmas, che proprio quest'anno si avvia a compiere cinquant'anni e ha avuto il merito di influenzare tutto un'intero sottogenere (lo slasher) fino ai giorni nostri. Buona lettura e buona visione! (per chi vuole)
titolo originale: BLACK CHRISTMAS (CANADA, 1974)
regia: BOB CLARK
sceneggiatura: ROY MOORE
cast: OLIVIA HUSSEY, MARGOT KIDDER, ANDREA MARTIN, LYNNE GRIFFIN, KEIR DULLEA, JOHN SAXON
durata: 98 minuti
Un gruppo di ragazze, tutte inquiline di un convitto universitario, viene preso di mira da un maniaco che le minaccia telefonicamente, per poi passare in seguito alle vie di fatto...
La trama, l'avete letta sopra, sta tutta lì... in due righe e mezza. Eppure Black Christmas (Un Natale rosso sangue, nella versione italiana) dopo cinquant'anni sta perlappunto ancora lì a ricordarci come con due righe e mezza di trama, un budget ridotto all'osso e un pugno di attrici all'epoca sconosciute si possa costruire un film destinato ad aprire un genere, lo slasher (dall'inglese to slash, ovvero "ferire con una lama affilata") che farà la fortuna di tanti horror nel successivo mezzo secolo.
Il regista, Bob Clark, neppure lontanamente immaginava che sarebbe stato un precursore, nè che il suo piccolo film sarebbe diventato un cult assoluto degli anni '70. La produzione è canadese, e anche questo non è un caso: ai tempi Hollywood rifiutava sdegnosamente questi z-movies (come venivano considerati dagli Studios) considerandoli feccia, robaccia per sale di terza visione. Ci vorrà un maestro del genere, il grande John Carpenter, che quattro anni dopo con il suo Halloween, la notte delle streghe, sdoganerà lo slasher incassando quasi 70 milioni di dollari (dell'epoca) e facendo di Halloween uno dei film indipendenti di maggior successo nella storia del cinema.
Tuttavia, non si può non riconoscere a Bob Clark il merito di aver anticipato i tempi, forse inconsapevolmente, tanto che molti critici "accuseranno" poi Carpenter di aver in qualche modo plagiato Black Christmas, spostando l'azione da Natale alla vigilia di Ognissanti e riprendendo molti aspetti del film di Clark. Aldilà di queste diatribe, ciò che è innegabile è che Black Christmas rappresenta un vero e proprio spaccato dei tempi, soprattutto in America: è un film che apre a tematiche scomode e reazionarie per quegli anni, come il sesso promiscuo, la droga, l'aborto (trattato senza alcun buonismo e con disarmante pragmaticità), cancellando l'immaginario puritano di liceali vergini e devote per mostrarci invece tante "ragazzacce" disinibite che fumano, bevono, dicono parolacce e, ovviamente, scopano senza problemi con il primo che capita.
E' infatti questo il merito principale di Black Christmas: mostrarci un'America femminista e emancipata, in piena rivoluzione sessuale e sgombra dall'opprimente morale cattolica. Il contesto in cui si muovono i personaggi del film è uno sguaiato educandato femminile dove le ospiti sono dedite a ogni vizio e dove nemmeno la viscida sorvegliante può definirsi una suora, anzi... sono aspetti che definiscono tutta la cultura seventies e che da lì in poi il cinema farà suoi in mille altri modi e forme: pensiamo solo a un'altra pellicola-simbolo come The Rocky Horror Picture Show, che arriverà l'anno dopo e diventerà l'inno della libertà sessuale, oppure ai primi film di Dario Argento (Profondo Rosso, Suspiria) che non possono non dirsi influenzati dall'epoca dello slasher.
Realizzato, come detto, con un budget irrisorio, rivisto oggi Black Christmas non appare invecchiato nemmeno di un giorno: la regìa è da manuale (restituendo la claustrofobicità delle pareti anguste del collegio, il respiro del killer, la sua ombra, il rumore sinistro dei suoi passi), certe trovate sceniche originali e poi in seguito imitatissime (l'idea di non mostrarci l'assassino ma di farlo agire in soggettiva), buona anche la caratterizzazione dei personaggi, non solo quelli femminili (nel cast troviamo anche un inquietante Keir Dullea, che già cercava - invano - di smarcarsi dal suo ruolo in 2001: Odissea nello spazio). Un film ancora oggi "giovane" e fresco, per la sua ironia macabra, gli effettacci gore (che comunque non sconfinano mai nello splatter, a dispetto del titolo italiano di sangue in realtà ce n'è ben poco), l'uso intelligente di una colonna sonora destinata a restare indimenticabile, che va da Jingle Bells a John Reading, la capacità di mantenere alta la tensione anche dopo cinquant'anni. Avercene di Notti Horror sempre così!
p.s. il film, inizialmente distribuito in Canada, arrivò nelle sale statunitensi alla vigilia di Natale del 1974 con il titolo Silent Night, Evil Night, ma dopo pochi giorni i distributori rimisero in fretta e furia il titolo originale dopo aver constatato che il precedente non aveva molta presa sul pubblico. In Italia invece arrivò dopo quasi due anni, a febbraio del 1976, ovviamente non senza polemiche visti i contenuti "scabrosi" che trattava...
p.s. il film, inizialmente distribuito in Canada, arrivò nelle sale statunitensi alla vigilia di Natale del 1974 con il titolo Silent Night, Evil Night, ma dopo pochi giorni i distributori rimisero in fretta e furia il titolo originale dopo aver constatato che il precedente non aveva molta presa sul pubblico. In Italia invece arrivò dopo quasi due anni, a febbraio del 1976, ovviamente non senza polemiche visti i contenuti "scabrosi" che trattava...
hanno già pubblicato:
Un piccolo cult degli anni 70 ma di grande importanza storica, come giustamente hai scritto. Ce l'avevo in VHS chissà dove è finito ora. Mi ha fatto piacere questo ricordo
RispondiEliminaBuona giornata!
Mauro
Grazie Mauro, d'altronde il senso di queste iniziative è proprio questo: riscoprire o rispolverare vecchi titoli che altrimenti finirebbero molto spesso nel dimenticatoio. Per questo partecipo sempre volentieri!
EliminaBuona serata!
Non l'ho mai visto, ma mi piace che tu abbia scritto che a volte bastano proprio 2 righe di trama per fare un bel film, non serve di più. I punti di contatto con Halloween sembrano molti in effetti, di sicuro questo film ha influenzato parecchio Carpenter.
RispondiEliminaCosì pare... ad ogni modo sì, è proprio il classico esempio di quanto una volta, quando il cinema era ancora a misura d'uomo (in senso produttivo e culturale) si potevano realizzare piccoli cult con niente o quasi. Altri tempi, altra epoca.
EliminaNon sono mai stata tra gli estimatori di questo film, lo ammetto! Però sono felice di aver partecipato alla Notte horror la stessa tua sera!
RispondiEliminaCi sono film che a volte travalicano il loro valore artistico e diventano "cult" loro malgrado, perchè specchio di un'epoca (penso ad esempio a Easy Rider, film per me stilisticamente mediocre ma davvero "generazionale" per temi e linguaggio). E' normale. Ad ogni modo felicissimo anch'io di aver condiviso la serata con una cara amica :)
EliminaHo visto il remake,mamma mia che robetta insulsa,l' originale invece come hai detto tu non pare minimamente invecchiato di un giorno
RispondiEliminaCiao! Non ho visto il remake ma ti credo sulla parola!
EliminaSai che scopro solo ora, leggendoti, di non aver visto questo film? Avrei giurato su mille Bibbie di averlo visto ma chiaramente così non è stato, quindi devo provvedere quanto prima, soprattutto per un "anticipatore" di questa portata ;-)
RispondiEliminaMa dai!! Non posso credere che un "luminare" in materia come te davvero non abbia visto questo film! In tal caso sono davvero felice di aver contribuito a farti colmare questa lacuna :)
EliminaNon lo conoscevo assolutamente, ma come sai non frequento molto l'horror. Da quello che scrivi però sembra interessante se non altro per farsi un'idea degli anni 70. Vedrò di recuperarlo in qualche modo.
RispondiEliminaSì, come ho scritto sopra è un film "generazionale", forse più importante che bello... però secondo me una visione la merita tutta: dagli una chance, del resto è questo lo scopo della Notte Horror!
EliminaAvrò visto una mezza dozzina di slasher natalizi ma ho la netta sensazione di essermi perso l'unico che non avrei dovuto perdermi, cioè questo qui.
RispondiEliminaProverò a recuperarlo, ma non adesso. Un film con questo titolo va guardato con la copertina sulle ginocchia e in questi giorni non è proprio il caso.
Davvero mi stupisco che questo film sia così poco noto :)
EliminaComunque hai ragione: adesso non è proprio il periodo per vederlo... anche il fattore ambientale vuole la sua parte. Appuntamento tra qualche mese!
Lo tratterò anche io perché quest'anno è il suo anno, scelta fondamentale e titolo fondamentale, uno di quelli che ha fatto fare allo Slasher un salto in avanti bello grosso. Cheers!
RispondiEliminaTi leggerò molto volentieri! Le tue recensioni sono sempre autentici "trattati" sul tema: e indubbiamente questo è un film che nel suo piccolo ha fatto la storia del genere... a presto allora!!
EliminaSembra proprio un film in anticipo sui tempi. E pure su John Carpenter. Contemporaneo più di tanti lavori contemporanei. Quasi quasi lo recupero, però in periodo natalizio, perché d'estate con più di 30° non ce la faccio proprio a vedermi un film intitolato Black Christmas / Un Natale rosso sangue 😎
RispondiEliminaChe piacere ritrovare il Cannibale sul mio blog! :)
Eliminavedi sopra: il film è indubbiamente fuori stagione, ma visto a natale con plaid e tisana ha il suo perchè!
Questo mi manca, ma se lo vedrò sarà a Natale, che vederlo in estate fa strano ;)
RispondiEliminaMi pare più che giusto!
EliminaIo ho i miei classici film natalizi (uno su tutti Die Hard),ma questo lo devo vedere! Perché il genere horror ha sempre avuto una vena politica e/o femminista ho ho ho
RispondiEliminaBeh, hai ragione: a suo modo questo piccolo film ha avuto una certa importanza nello sdoganare un genere: anche perchè negli anni '70 c'era molta più libertà espressiva e creativa, e i film costavano parecchio meno (e non erano sottoposti a vincoli commerciali più o meno stringenti)
EliminaBellissimo post, belli anche i retroscena sulla produzione
RispondiEliminae cultone enorme; che ansia il finale, secondo te alla fine lei crepa nel sonno o sopravvive?
la gif della ragazza asfissiata col sacchetto che dondola sulla sedia vive rent-free sul mio blog: è iconica, la uso sempre parlando di cose ansiose :)
Scusami per il ritardo nella risposta, mi era proprio sfuggito questo tuo commento... che dirti? Il finale è a libera interpretazione: per me dovrebbe crepare nel sonno per essere coerente col film, ma lascio volentieri spazio anche ai più "romantici" 😉 mi fa piacere che tu conosca e ami questo film al punto di salvarne una gif: evviva la Notte Horror!!
EliminaGran bel film. Visto diverso tempo fa, mi sa che dovrò riprenderlo in mano prima o poi. Ottima la tua recensione
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