titolo originale: ANDREA MODA: THE CRAZIEST TEAM EVER (ITALIA, 2023)
regia: MASSIMILIANO SBROLLA, GIORDANO VIOZZI, CRISTIANO COINI
sceneggiatura: MASSIMILIANO SBROLLA, GIORDANO VIOZZI, CRISTIANO COINI
cast: ANDREA SASSETTI, ROBERTO MORENO, NIGEL MANSELL, ALEX CAFFI, PERRY McCARTHY, ANTONIO TAMBURINI, ERCOLE COLOMBO, FRANCO PANARITI
durata: 137 minuti
giudizio: ★★★★☆
E' solo uno dei tanti, innumerevoli, tragicomici episodi che vengono raccontati in Andrea Moda Formula, l'esilarante, stupefacente documentario scritto, diretto e autoprodotto da tre registi marchigiani, Massimiliano Sbrolla, Giordano Viozzi e Cristiano Coini, narrante le (dis)avventure della scuderia di Formula Uno più improbabile della storia, quella con cui il già citato Andrea Sassetti affrontò il Campionato del Mondo del 1992. Siamo negli anni d'oro della massima categoria automobilistica, dove la congiuntura economica (all'epoca favorevole) e la possibilità di mettere su un proprio team acquistando telai e motori prodotti da altri, consentiva anche a carneadi improvvisati come Sassetti di entrare a far parte del grande circo iridato. La domanda vera però è un'altra: perchè uno come Sassetti, di professione "scarpaio", decide di entrare in Formula Uno? La risposta la avrete seguendo le due ore e passa di questo autentico (s)cult-movie che è anche una delle sorprese cinematografiche più frizzanti e irriverenti della stagione.
Diciamola tutta: Andrea Moda Formula è una storia tutta italiana, che avrebbe potuto svolgersi solo da noi. Una storia in cui un ragazzone cresciuto in un paesino di 2mila anime in provincia di Fermo, Monte San Pietrangeli, si butta in un'avventura tanto folle almeno quanto lui. Sassetti è un alieno nella Formula Uno del tempo: si aggira nel paddock in giubbotto di pelle, petto villoso, capelli alla Elvis e scarpe borchiate. La leggenda narra che abbia fatto soldi in Germania vendendo scampoli di calzature in un capannone vuoto... la realtà, meno prosaicamente, vuole che sia diventato ricco vincendo a poker e riciclando capitali in un night club. Fattosta che il nostro uomo per passione autentica si strugge a ogni rombo di motore, e pur non sapendo niente di Formula Uno a fine 1991 decide di acquistare una scuderia in liquidazione, la Coloni Racing, con l'obiettivo di partecipare al mondiale. Il resto sconfina nel Mito...Sassetti entra in Formula Uno alla stregua di un elefante in una cristalleria: prima ancora dell'esordio in pista litiga con il boss Bernie Ecclestone (che non vorrebbe ammetterlo al campionato) prendendo a calci la porta del suo ufficio. Dopodichè si rifiuta di pagare i 100mila dollari dell'iscrizione, assolda un paio di piloti facendogli firmare il contratto nel suo locale notturno per poi non farli scendere in pista nelle prime due gare perchè i fornitori, sempre per problemi di soldi, non inviano i materiali per assemblare le vetture. Alle ovvie rimostranze dei due, per tutta risposta li licenzia in tronco assoldandone un altro paio: l'esperto Roberto Moreno e l'esordiente Perry McCarthy, che però come detto non ha i requisiti per correre e viene regolarmente squalificato... ma ormai il dado è tratto: Sassetti con un furgoncino dipinto di nero e un' équipe di meccanici che non hanno mai visto un motore da corsa comincia a girare il Circus in lungo e in largo, creandosi così il suo status di personaggio.Se ieri recensendo Race for Glory avevamo parlato dell'epica che accompagna il mondo delle corse, con Andrea Moda Formula il racconto si capovolge finendo nella farsa. Sassetti diventa come Blake Edwards in Hollywood Party, ovvero la variabile impazzita che distrugge ogni cosa che incontra... e in un ambiente ipertecnologico e perfezionista come quello della Formula Uno la sua improvvisazione non gli viene perdonata: Ecclestone se la lega al dito e gli muove guerra, arrivando perfino a farlo arrestare dalla Gendameria locale (senza un vero e proprio capo d'accusa) durante le prove del Gran Premio del Belgio. Immediatamente rilasciato, Sassetti ci riprova due settimane dopo ripresentandosi ai box del Gran Premio d'Italia a Monza, ma la sua squadra viene radiata per sempre dalla FIA (la federazione che gestisce le corse automobilistiche) per aver screditato l'intera categoria! Sassetti esce così di scena, non prima però di aver assaporato il suo unico momento di gloria: la Andrea Moda riesce infatti a qualificarsi per un solo Gran Premio, quello più prestigioso, Montecarlo, ma soltanto grazie a una benzina speciale e costosissima che Moreno, il pilota, si procura in un modo a dir poco assurdo! (vedere il film per credere). In gara, il pilota brasiliano riesce a percorrere undici giri (circa cinquanta chilometri) prima di ritirarsi con il motore esploso. Resterà l'unica vera traccia dell' Andrea Moda nel mondiale di Formula Uno.
Lo dico seriamente e nel pieno possesso delle mie facoltà mentali: il film di Sbrolla, Viozzi e Coini è una delle "cose" migliori viste quest'anno in sala e fuori sala (tra l'altro in un'annata eccezionale per il cinema). Lo potete vedere legalmente su questo link e vi assicuro che saranno 9,99 euro spesi benissimo. Il lavoro dei tre registi è stupefacente sia nella raccolta dei materiali, peraltro per niente semplice (la Formula Uno si è rifiutata di cedere i diritti di qualsiasi immagine!), ma soprattutto nel raccontare l' "Odissea" di un uomo folle e sprovveduto che volle cimentarsi in una cosa più grande lui fin quasi a diventare un simbolo dell'orgoglio "proletario" nello sport, della rivolta di Davide contro Golia, vale a dire del Robin Hood de' borgata che combatte contro l'arroganza dei potenti... Bernie Ecclestone volle umiliare Sassetti affinchè nessun altro in futuro riprovasse a fare come lui, cosa poi effettivamente avvenuta. Colpirne uno per educarne cento, come da maoista memoria. Il giornalista sportivo Franco Panariti è assolutamente serio nell'affermare che "L'Andrea Moda, a modo suo, contribuì significativamente a cambiare la Formula Uno".
Sassetti incarnava magistralmente la figura dell'italiano medio sbruffone e caciarone, geniale e ignorante, insofferente delle regole, amante della bella vita e ingenuo al punto di perdere tutto per coronare una sua passione infantile. In pratica, l'Alberto Sordi della Formula Uno. Senza di lui questo film e questa recensione non sarebbero mai esistiti. Lui adesso ha 64 anni, non ricorda praticamente nulla di quel periodo e non si sa bene cosa faccia per vivere. Ma potete ancora incontrarlo mentre gira tranquillamente per le strade del suo paesello, con due macchine di Formula Uno nel garage di casa, col sorriso sulle labbra e quell'espressione sempre "un po' così", da italiano in gita...
Se è interessante come dici lo terrò in considerazione per una futura visione, sono sempre disponibile a guardare films o documentari :)
RispondiEliminaLo è, Arwen. Fidati :) sarà uno dei "cult" dell'anno
Eliminase lo dici tu ci credo :)
EliminaApprofittando della pioggia io ho seguito il tuo consiglio e lho preso e visto... In effetti hai ragione... gran bel film documentario in tre puntate che appassiona e commuove e che fa venire voglia di andare a leggere che fine hanno fatto alcuni dei protagonisti. Forse al cinema non avrebbe auto il successo che merita ma peccato che a vederlo non saranno in molti... lui che non smette mai di crederci, Moreno ed il suo ottimismo, McCarthy che ride e si prende in giro o Nigel Mansell per come li ricorda... che "combattenti". Buona giornata, Decio.
RispondiEliminaP. S. e che dire del gruppo di ragazzi che ripetono le gesta dell Andrea Moda Formula 1 all idroscalo manco fossimo alla parata finale di Animal House!
Ciao Decio! Sai che questo film è molto più cult di quanto sembri? Nelle pochissime sale in cui è stato proiettato ha fatto il pieno perché sono tanti gli appassionati di F1 che rievocano gli anni gloriosi dei "garagisti", cioè quegli avventurieri che comprando un telaio, un motore usato e due treni di gomme affollavano la pit lane dell' epoca. E questi tre giovani registi hanno fatto davvero un gran lavoro!
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