titolo originale: THE IRON CLAW (USA, 2023)
regia: SEAN DURKIN
sceneggiatura: SEAN DURKIN
cast: ZAC EFRON, JEREMY A. WHITE, HARRIS DICKINSON, STANLEY SIMONS, HOLT MC CALLANY, LILY JAMES, MAURA TIERNEY
durata: 132 minuti
giudizio: ★★☆☆☆
La vera (brutta) storia della famiglia Von Erich, una dinastia di lottatori americani di wrestling che negli anni '80 guadagnò un'enorme popolarità (e un mare di soldi) anche fuori dal ring, che però i protagonisti non seppero gestire a causa della loro scelleratezza e di un padre dispotico di cui i figli erano platealmente succubi, oltre ad una presunta, leggendaria maledizione che (pare) si sarebbe abbattuta su di loro da svariate generazioni...
Mi sono avvicinato alla visione di The Iron Claw (stendiamo un velo pietoso sul titolo italiano, che ha sostituito l'originale con un altro titolo in inglese perlopiù insulso, chissà perchè...) spinto dai precedenti cinematografici sul tema, a cominciare dall'emozionante, crudo The Wrestler di Darren Aronofsky fino ad arrivare a quel grande e purtroppo sottovalutatissimo capolavoro che è Foxcatcher di Bennett Miller, autentico manifesto sulla fine dell'American Dream rappresentato dall'ascesa e dal declino di una coppia di fratelli lottatori "plagiati" dalle mire di un uomo potente, megalomane e represso.
Ed è evidente, almeno per me, quanto The Iron Claw si ispiri in modo palese a Foxcatcher: non solo per l'argomento del film (si parla sempre di lotta, poco importa se greco-romana o wrestling) ma piuttosto per il tentativo di mostrare attraverso l'epopea tragica di una famiglia di sportivi sobillata da un uomo forte (in Foxcatcher era un magnate frustrato, qui un padre despota) la disillusione di una società, prevalentemente americana, incapace di salvaguardare i propri idoli, incensandoli oltremisura per le loro gesta atletiche ma poi gettandoli nella pattumiera mediatica per le loro disavventure private.
Purtroppo, lo dico subito, il film di Sean Durkin non si avvicina minimamente al dramma messo in scena da Miller, pur seguendone uno schema speculare. Quello che era il punto di forza di Foxcatcher, ovvero una sceneggiatura granitica capace di instillare fin dal primo momento nello spettatore una lugubre sensazione di tragicità, diventa invece il tallone di achille di The Iron Claw, la cui trama si dipana per 132 lunghi minuti senza mai riuscire a rendere credibile una storiaccia assolutamente vera ma che nel film viene raccontata in modo grottesco, ai limiti della caricatura, quasi impossibile da prendere sul serio (in particolar modo la figura del capofamiglia, un diabolico Holt McCallany, che maneggia a suo piacimento i figli, ridicolizzandoli e mostrandoli come omaccioni tutti muscoli e zero cervello, senza mai preoccuparsi di approfondirne seriamente il carattere e le avversità).
The Iron Claw racconta le storie difficili dei fratelli Von Erich, autentiche star del wrestling negli anni '80 e poi caduti in disgrazia uno ad uno dopo i loro successi sul ring, qui narrate in prima persona dal fratello maggiore Kevin (un palestrato Zac Efron), unico sopravvissuto e pervicace continuatore dello sport di famiglia. Un olocausto famigliare dovuto in primo luogo dalla figura malsana del loro padre-padrone ma anche da una sequela di sfighe difficilmente ripetibili (nel film si ipotizza perfino una maledizione aleggiante sulla loro dinastia...) su cui però Durkin è incapace di imbastire un affresco tragico, concentrato com'è sugli aspetti strappalacrime e patetici di uno script buttato giù quasi a livelli di soap-opera, e dove il tentativo di mostrare quanto i Von Erich si siano lasciati schiacciare da un sistema mediatico e sociale non in grado di controllare si risolve in una sciatta operazione a metà tra sensazionalismo e morbosaggine...
Peccato, perchè la messinscena vintage e sgranata, accompagnata da una buona cura dei dettagli e da un cast tutto sommato adeguato (Efron, a parte la parrucca improponibile, se la cava con dignità in un ruolo finalmente drammatico) lasciava presagire un film magari non originalissimo ma comunque di sostanza. Invece di The Iron Claw faremo fatica a ricordarci qualcosa, a parte i concetti di mascolinità tossica, ipertrofismo, e certe sequenze di combattimento girate con il giusto pathos.
p.s. il titolo The Iron Claw si riferisce a una mossa del wrestling detta "artiglio di ferro", consistente nello stringere a mano piena il volto dell'avversario fino a farlo cadere a tappeto o addirittura svenire, specialità in cui "eccelleva" il padre dei Von Erich.
Anch'io infatti ci sono cascata. Perchè anch'io ho pensato subito a Foxcatcher e mi sono fiondata a vederlo, ma la delusione è stata massima. Solo un tripudio di muscoli, mai un'emozione. Assolutamente da dimenticare.
RispondiEliminaCi siamo cascati in diversi... Il riferimento a Foxcatcher era automatico ma purtroppo la resa non è stata la stessa (come era del resto prevedibile). Un' occasione perduta.
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