titolo originale: PAST LIVES (USA, 2023)
regia: CELINE SONG
sceneggiatura: CELINE SONG
cast: GRETA LEE, TEO YOO, JOHN MAGARO, SEUNG AH MOON, SEUNG MIN YIM
durata: 106 minuti
giudizio: ★★★☆☆
Na e Hae, due adolescenti, vivono la loro prima storia d'amore sui banchi di scuola di Seoul, la loro città. Dopo qualche tempo però la famiglia di Na si trasferisce in Canada e la ragazza "occidentalizza" il suo nome in Nora, mettendo fine alla relazione. Molti anni più tardi si ritroveranno entrambi a New York, dove Nora si è stabilita insieme a suo marito, ma il loro rapporto "da adulti" sarà molto più complicato...
Cresciuti insieme in Corea, Nora e Hae sono stati entrambi il primo amore l'una dell'altro. Da bambini andavano a giocare insieme e tornavano insieme da scuola, spesso rivaleggiando per i voti in classe (in particolare Nora, più risoluta e competitiva). Quando Nora annuncia a Hae che sarà costretta a trasferirsi in Canada per volontà della famiglia, al ragazzo si spezza il cuore. Il loro addio è brusco, asciutto, e avviene lungo la strada che porta alle loro abitazioni. Attenzione alla location: le case di Nora e Hae sono vicinissime tra loro ma poste su strade diverse, parallele, che non si incontrano mai... un simbolismo che nel film si ripeterà fino all'epilogo.
Non a caso Past lives si sviluppa perlappunto su tre linee temporali separate. Dopo il trasferimento di Nora a Toronto, la narrazione compie un primo stacco di dodici anni: qui Nora, ormai ventiquattrenne e trasferitasi a sua volta a New York per fare la scrittrice, resta sorpresa nel ricevere un messaggio di Hae attraverso i social. Sebbene separati da tredici ore di volo, i due ragazzi sviluppano un rapporto a distanza molto profondo: noi spettatori assistiamo a videochiamate in apparenza banali e sbrigative, ma dagli sguardi, le movenze e soprattutto il "non detto" di entrambi capiamo che tra loro c'è ben di più che una semplice amicizia. C'è un qualcosa che i due sanno esserci sempre stato ma che entrambi fanno fatica ad ammettere... e Nora, più determinata, vorrebbe che invece Hae lo ammettesse, che compisse (invano) la sua scelta.
Ma Hae non ha il coraggio di dichiararsi e allora Nora ci resta male, interrompendo le comunicazioni. Passano altri dodici anni: Nora adesso sposata con Arthur, uno scrittore americano ebreo incontrato per caso durante una sessione scolastica. Hae dopo dodici anni (e una relazione finita male) decide che è il momento di salire su un aereo e volare a New York per (ri)trovare l'amore della sua vita. E finalmente oltre all'aereo decolla anche il film: Hae riesce, con grande pudore, a rivelare a Nora la sua attrazione per lei. Lei (colpo di scena!) anzichè nasconderlo confessa tutto al marito, mettendolo al corrente della relazione e coinvolgendolo sul da farsi. Da questo momento il triangolo si espliciterà alla luce del sole, e ognuno dei due amanti giocherà le proprie carte per riprendersi il cuore della loro donna...
E' da ora in poi che Past lives regala il meglio allo spettatore. Lo fa con garbo ed eleganza, senza urlare, senza scomporsi e senza scene madri. Tranne una: la cena al ristorante italiano, dove la macchina da presa comprime i tre protagonisti nella stessa inquadratura, facendo trapelare tutto l'imbarazzo, il disagio e la paura verso un incontro che potrebbe destabilizzare le vite di tutti e tre. Hae parla poco l'inglese (o magari fa finta, chissà...) e si rivolge a Nora in coreano, esternandole con onestà i suoi sentimenti. Arthur invece parla solo inglese e assiste attonito e infastidito (impaurito?) al lungo dialogo tra la moglie e il connazionale, provando a immaginare quello che si dicono e quello che dovrà poi dire lui. La lunga sequenza (almeno quindici interminabili minuti) è la chiave di tutto il film, in cui viene mostrata tutta la complessità delle relazioni.
E' un film sincero e intrigante Past lives, che merita assolutamente la visione. Magari non è quel melò strappalacrime e passionale che potevamo aspettarci vedendo i vari trailer e dopo aver letto certe recensioni entusiaste provenienti da oltreoceano: è una pellicola molto trattenuta, delicata, che coinvolge chi guarda ma non lo "sconvolge" mai. Lo ammetto: mi aspettavo qualcosa di molto più emozionante, che mi avrebbe fatto versare lacrime copiose o quantomeno che mi avrebbe fatto struggere di fronte a un amore impossibile ma impetuoso, assoluto... invece il trio di protagonisti rispecchia quella che forse è la concezione tutta orientale dell' amore: una sfida sentimentale basata sul rispetto, l'educazione, la reciprocità, l'ascolto. Cui forse noi europei non siamo abituati.
Celine Song dimostra di saper padroneggiare bene sia la regia che la sceneggiatura del film, comprimendo la narrazione in soli 106 minuti (un miracolo, di questi tempi) e tracciando bene le "convergenze parallele" dei tre personaggi principali, interpretati dagli attori giusti: Greta Lee (Nora) e Teo Yoo (Hae) posseggono un'alchimia che sembra quasi naturale, ma il più bravo è senza dubbio il semisconosciuto John Magaro nei panni di Arthur, il marito di Nora, umanissimo e amabilmente a disagio (sullo schermo) nell'interpretare il ruolo complicato di chi si scopre quasi un incomodo di fronte al destino scritto di una coppia, colui che ha avuto la fortuna (e non il merito) di trovarsi al posto giusto nel momento giusto, in quelle sliding doors della vita che, magari per pochi istanti, ti fanno incontrare la persona di cui ti innamori, ma il cui cuore è comunque promesso a un altro...
Bello bello. Film di una delicatezza rara. L'ho trovato paradossalmente molto "reale" (lei non molla una vita che comunque le piace), non mi sono commossa, mi sono intenerita. E' strano come ad avermi emozionato in questo (non facile) inizio 2024 in cui tra l'altro ho ripreso ad andare al cinema più frequentemente, siano stati due film piccoli piccoli come "perfect days" e "past lives"...bella sensazione però...
RispondiEliminaCondivido il tuo pensiero. Nemmeno io ho versato lacrime di commozione, però è innegabile che il film è molto coinvolgente e, come dici te, molto ancorato al reale. E' vero: anche "Perfect days" è un film che colpisce al cuore, ci aggiungerei pure "Il ragazzo e l'airone". Tre film distribuiti dalla benemerita Lucky Red che, davvero, non sbaglia un colpo.
EliminaA me è piaciuto proprio perché "trattenuto" e non urlato. Hai ragione: gli orientali vivono l'amore in modo molto diverso da noi europei: questa storia è esemplificativa del loro animo e del loro cinema, mi è piaciuta molto.
RispondiEliminaBuona serata.
Mauro
Pensavo di essere solo io a non essermi raccordato al 100% con il film però vedo che in diversi, dunque, abbiamo notato la delicatezza e lo sviluppo "trattenuto" della storia. Che, intendiamoci, non sono difetti.
EliminaBuonanotte, Mauro!