titolo originale: LA SOCIEDAD DE LA NIEVE (SPAGNA, 2023)
regia: J.A. BAYONA
sceneggiatura: J.A. BAYONA, BERNAT VILAPLANA, J.M. OLERREAGA, NICOLAS CASARIEGO
cast: ENZO V.ROLDAN, MATIAS RECALT, AGUSTIN PRADELLA, TOMAS WOLF, DIEGO VEGEZZI, FRANCISCO ROMERO E ALTRI
durata: 144 minuti
giudizio: ★★★★☆
Bayona è un regista proveniente dall'horror (è suo il bellissimo e crudo The Orphanage) e specialista in film "catastrofici" (ha diretto The Impossible e Jurassic World), ragion per cui dimostra di trovarsi molto a suo agio mettendo in scena una vicenda che racchiude, fondendoli, entrambi gli aspetti, ovvero il filone avventuroso (la sopravvivenza di esseri umani in un ambiente impossibile) e quello orrorifico (le terribili sofferenze fisiche dei protagonisti e la decisione di cibarsi dei corpi delle vittime per sopravvivere) per arrivare a una sintesi che, al contrario del film di Marshall, ha il merito di non spettacolarizzare la tragedia bensì di concentrarsi soprattutto sul lato umano e sociale di essa, come del resto si evince fin dal titolo.
La Società della Neve fu infatti il nome che i sopravvissuti si diedero appena dopo essere scampati alla catastrofe, ovvero una comunità di persone (e di intenti) che avrebbe collaborato fino alla fine per scongiurare una morte che sembrava ormai certa, date le circostanze. Una "comunione" presa per farsi coraggio, per non impazzire, per dibattere collettivamente le decisioni più difficili da prendere, come quella perlappunto di mangiare la carne dei compagni morti dopo aver esaurito le scarse riserve di cibo. Una decisione che impattava non solo contro l'etica e il disgusto, ma anche contro la profonda fede religiosa dei protagonisti, messa a dura prova dalla tragica necessità. Il film di Bayona riesce benissimo a reggere la tensione drammatica e ad offrire allo spettatore un racconto ansiogeno e avvincente (grazie anche agli effetti speciali di ultima generazione, che il film di Marshall non poteva permettersi e che invece qui strozzano la gola mostrandoci con terrificante realismo sia la caduta dell'aereo che il paesaggio splendido e terribile delle montagne andine, ammantato di una neve immacolata e spettrale) senza però mai smarrire la prospettiva morale della storia, affidandosi a un gruppo di giovani attori che riescono a fare "comunità" anche sul set, dimostrando un affiatamento invidiabile per un cast così numeroso ed eterogeneo.Un film, ovviamente, non proprio originale nè nello spunto nè nella messinscena, ma che riesce comunque a regalarci un'importante riflessione sul senso della vita e della fede, anche (soprattutto) per chi la fede non ce l'ha o crede di non avercela o di averla smarrita: è infatti nei momenti più difficili, estremi, che l'essere umano cerca di affidarsi a un qualcosa di superiore o irrazionale, quando si rende conto che malgrado tutto la fiducia in se stesso e negli altri può non bastare. La Società della Neve dimostra come l'uomo cerchi di aggrapparsi sempre alla propria vita, anche quando la sopravvivenza pare impossibile... anzi, forse proprio in quei momenti.
Presentato all'ultima Mostra di Venezia come film di chiusura, ben accolto da pubblico e critica, La Società della Neve è un ottimo prodotto Netflix che la Spagna ha scelto come proprio rappresentante nella corsa all'Oscar per il miglior film straniero e che, ne sono sicuro, per il suo messaggio e per i suoi contenuti piacerà parecchio all'Academy dando del filo da torcere alle pellicole più quotate. L'unico rammarico, al solito, è quello di non poterlo vedere sul grande schermo (per la spettacolarità delle riprese in volo ma anche per quelle in campo lungo della zona dello schianto, che in una sala cinematografica rendono molto meglio l'idea dell'immensità e della solitudine di una natura matrigna e terribile). Ad ogni modo resta un film assolutamente da vedere, dal punto di vista qualitativo ben superiore alla media dei titoli proposti dalla piattaforma dalla "N" rossa.
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