titolo originale: KUOLLEET LEHDET (FINLANDIA, 2023)
regia: AKI KAURISMAKI
sceneggiatura: AKI KAURISMAKI
cast: ALMA POYSTI, JUSSI VATANEN
durata: 81 minuti
giudizio: ★★★★☆
Ma Foglie al vento, per me uno dei suoi migliori film in assoluto, non si limita all'aspetto sociopolitico: è anche un tenerissimo omaggio al Cinema, inteso sia come luogo fisico che come arte, e proprio il Cinema è il vero protagonista di questa storia surreale (come tutte quelle di Kaurismaki), in cui l'intera vicenda orbita intorno a una vecchia sala di periferia dove, come nei film, illusioni e speranze si intrecciano e si rincorrono scandite da citazioni di grandi capolavori del passato. Vediamo immagini di horror d'autore (I morti non muoiono di Jarmusch), poster di pellicole importanti, sequenze di film memorabili... il tutto per farci apprezzare il valore salvifico del Cinema, capace di migliorare le nostre vite e quelle degli altri, comprese quelle di Hansa e Holappa, i due personaggi principali, che grazie a un film impareranno a volersi bene e (forse) ad amarsi.
Hansa e Holappa (Alma Poysti e Jussi Vatanen, bravissimi) sono due teneri reietti di una Helsinki grigia e anonima, quasi spettrale, senza tempo (ogni film di Kaurismaki è ambientato in un'epoca indefinita: qui un calendario segna l'anno 2024 ma i protagonisti ascoltano le notizie attraverso vecchie radio e prendono appunti su pezzettini di carta, mentre nei locali suonano ancora i juke-box), sono due loser che si incontrano casualmente e provano a capirsi. Due persone sole, taciturne, problematiche (lei è timida fino all'eccesso, lui beve per scacciare la depressione), e sarà proprio la loro solitudine a farli attrarre: difficile dire se per amore o semplicemente per il desiderio di compagnia, fattosta che la loro piccola storia (complicata dalle casualità della vita, come ogni storia che si rispetti) diventa l'emblema del bisogno irrefrenabile, per ogni essere umano, di vicinanza e condivisione, di tenera socialità. Anche per le persone più umili e fragili.
Foglie al vento è un piccolo film che sa regalarci tenerezza infinita e perfino un barlume di speranza: la radio trasmette solo brutte notizie (si sentono echi della guerra in Ucraina, argomento molto sensibile in Finlandia, paese confinante con la Russia di Putin), i due protagonisti si arrabattano in lavori precari, faticosi, malpagati, eppure nelle loro vite, per quanto instabili, non c'è alcuna rassegnazione: nonostante tutto sembri girare per il verso sbagliato, il regista ci ricorda che la soluzione sta nella dignità personale, nell'orgoglio di essere persone perbene, oltre che nella mente aperta a nuovi incontri e nuove occasioni. Lo fa con il suo solito approccio poetico, il suo umorismo buffo fatto di poche parole e tanti sguardi (la scena della cena in casa di Hansa è impagabile), il suo impagabile ottimismo: la salvezza sta nell'incontro e nella condivisione (di dolori, di sorrisi e di speranze), nella voglia di cercarsi e abbracciarsi. Possibilmente nel buio di una sala cinematografica.
Dio benedica registi come Aki Kaurismaki, tutti i film che ho visto di questo regista mi sono piaciuti un mondo. :)
RispondiEliminaAnche a me! Buon anno Arwen! <3
EliminaFilm poetico e delizioso, ma anche profondo. Kaurismaki riesce a fondere dolcezza e impegno, in questo è un grande maestro.
RispondiEliminaUn caro saluto.
Mauro
Condivido, Mauro. Kaurismaki è da ammirare per la coerenza, lo stile, la delicatezza e l'espressività nonché il messaggio profondo delle sue opere
EliminaDi sicuro, assieme ad "Anatomia di una caduta" e "Zone of interest" è uno di quelli che voglio guardare.
RispondiEliminaMerita assolutamente la visione, così come gli altri due titoli che hai scritto. Questo gennaio è davvero un mese di grande cinema!!
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