titolo originale: NYAD (USA, 2023)
regia: JIMMY CHIN, ELIZABETH C. VASARHELY
sceneggiatura: JULIA COX
cast: ANNETTE BENING, JODIE FOSTER, RHYS IFANS
durata: 121 minuti
giudizio: ★★★☆☆
La vera storia della giornalista Diana Nyad, che nel 2013 a 64 anni di età (e dopo ripetuti tentativi) percorse a nuoto i circa 180 km che separano Cuba dalla Florida, diventando la prima donna al mondo a compiere l'intera distanza senza l'uso di protezioni anti-squalo
Oggi un film prodotto e distribuito da Netflix ne rievoca l'impresa, affidandosi a una coppia femminile di assoluto livello: se Annette Bening, fisico mascolino (per l'occasione?), capelli a frangetta, tosta e ribelle, è tagliatissima per il ruolo, altrettanto lo è Jodie Foster nel ruolo di Bonnie, l'amica fidata, ex amante e allenatrice caparbia, metodica e razionale nel suo ruolo tanto quanto esplosiva e impulsiva è la sua "allieva"... si dice che quando in un film puoi contare su una coppia di interpreti fuoriclasse sei già a metà dell'opera, e Nyad ne è la dimostrazione: film robusto ma abbastanza ordinario, non retorico ma convenzionale, dove la regìa di Jimmy Chin e Elizabet C. Vasarhely si mette adeguatamente al servizio delle due attrici lasciando loro tutto lo spazio necessario. E la Bening e la Foster ricambiano sentitamente offrendo, per restare in ambito sportivo, una prestazione da record.
Il film procede in ordine cronologico, in base ai tentativi di Diane di raggiungere l'obiettivo (alla fine saranno quattro, dal 2010 fino a quello, riuscito, del 2013). I due registi provengono dal documentario (entrambi hanno vinto un Oscar nel 2019 con lo splendido Free Solo) e infatti dimostrano di essere perfettamente a loro agio con i filmati di repertorio, incastrando all'interno della narrazione le immagini delle vere protagoniste fino a creare quasi un mockumentary che ricorda molto l'acclamato I, Tonya, il film sulla brutta vicenda della pattinatrice Tonya Harding interpretata da Margot Robbie. Nyad però è meno incisivo, puntando in misura principale sui fatti sportivi e sorvolando abbastanza invece sulle vicende personali di Diane e Bonnie (l'infanzia difficile, l'abbandono dei genitori, gli abusi da parte degli allenatori, la scoperta della loro omosessualità) e "accompagnando" il tutto con una colonna sonora d'annata (da Janis Joplin a Simon & Garfunkel) che mitiga molto l'afflato drammatico. D'altronde, si torna sempre lì, stiamo parlando di un film Netflix destinato al pubblico (medio) di Netflix.
Tuttavia Nyad rimane un film piacevole da vedere. Racconta una bella storia di sport pulito, sano, con una morale un po' scontata ma per nulla banale: nessun traguardo è precluso a chi dimostra di crederci veramente, a chi ci mette tutto l'impegno, la passione e il sacrificio, come in qualsiasi disciplina, nello sport come nella vita. Ma certo il peso specifico di Nyad sarebbe molto ridimensionato senza le sue due grandi interpreti (che hanno grossomodo la stessa età delle vere protagoniste), coraggiose nel mostrarsi davanti alla cinepresa senza trucco e senza nascondere le rughe e gli inestetismi della terza età: il tutto in barba alle logiche hollywoodiane che prevedono l'oblio per le attrici ultra-sessantenni. Ma da Hollywood alla Florida la distanza è davvero ragguardevole...
Nei meandri di filmetti e serie da zozzeria unica, sta' a vedere che Netflix ancora combina qualcosa di buono (anche The Killer non e' male)!
RispondiEliminaNetflix è un pozzo senza fondo dove trovi di tutto... e in mezzo a tanto ciarpame ci sono anche cose molto buone: il problema è che le cose buone te le devi andare a cercare perchè nessuno te lo dice! :)
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