titolo originale: THE KILLER (USA, 2023)
regia: DAVID FINCHER
sceneggiatura: ANDREW KEVIN WALKER
cast: MICHAEL FASSBENDER, SOPHIE CHARLOTTE, TILDA SWINTON, ARLISS HOWARD, CHARLES PARNELL, SALA BAKER
durata: 118 minuti
giudizio: ★★★☆☆
Un sicario professionista, di cui non conosciamo l'identità, attende pazientemente di uccidere il suo prossimo obiettivo seguendo una minuziosa preparazione. Nonostante tutto però il colpo va storto e l'uomo si trova costretto a fuggire per il mondo: prima per non farsi beccare e, successivamente, per cercare di eliminare chi lo vuole morto a causa del suo errore.
E' bene ribadirlo: The Killer è un prodotto Netflix, realizzato ad uso e consumo della più grande piattaforma streaming al mondo. Non è un dettaglio, perchè è evidente che il film è stato appositamente pensato per un pubblico che è del tutto diverso da quello delle sale cinematografiche (mentre invece non lo era Mank, che infatti non ha fatto sfracelli in quanto a visualizzazioni). The Killer è un film di intrattenimento puro, con tutti i pregi e i limiti del caso: le due ore di lunghezza sono un assoluto piacere visivo, ma giunti alla fine si ha la sensazione di aver assistito a qualcosa che non va oltre la storia che racconta, di un ottimo esercizio di stile ma alquanto fine a se stesso. Personalmente ho avuto la fortuna di vederlo alla Mostra di Venezia, sul grande schermo, ma sui titoli di coda la sensazione era comunque la stessa di adesso: un abile prodotto di consumo che si dimentica velocemente, come perlappunto (quasi) tutti i prodotti Netflix.
Intendiamoci: The Killer in ogni caso ha una confezione impeccabile e una trama solida, che ti incollano allo schermo fin dal bellissimo e disorientante incipit: assistiamo rapìti alla maniacale routine preparatoria del sicario, quasi come un rituale religioso, la cui unica regola di vita è la dedizione assoluta al suo lavoro: "attieniti al piano, niente empatia, gioca d'anticipo, non improvvisare...", è il mantra che il redivivo Michael Fassbender, tornato in gran forma dopo un lungo periodo sabbatico, recita dentro di sè per non perdere il controllo delle proprie azioni. Succede però che non sempre puoi prevedere tutto: come in ogni attività il margine umano di errore esiste, è inevitabile, e se hai la sfiga di incapparci la prospettiva inevitabilmente si ribalta. Il cacciatore diventa preda, il ghiaccio si scioglie, il cuore batte più forte... sei solo, tremendamente solo, lontano da qualsiasi affetto e costretto a cavartela solo con i tuoi mezzi. E mai come in questi casi i sentimenti fanno vacillare le certezze di un autentico automa da combattimento.
Ecco, sarebbe stato perfetto se il film indugiasse principalmente su questo aspetto: la solitudine di un killer e il suo contrasto di sentimenti, lo straniamento, l'evento imponderabile che distrugge l'algoritmo e ti scombina la vita... invece, Netflix oblige, The Killer ben presto si trasforma in un action abbastanza di maniera, godibile ma convenzionale, che ti cattura mentre lo vedi ma che si "autodistrugge" un secondo dopo i titoli di coda, quando hai già dimenticato tutto, proprio come deve essere il tipico prodotto Netflix (perchè un secondo dopo i titoli di coda davi già vedere un'altra cosa...).
Un peccato, perchè volendo le possibilità di vedere qualcosa di più "autoriale" c'erano eccome, ad esempio una neanche troppo velata critica al capitalismo di oggi (il protagonista per vendicarsi e salvare la pelle deve affrontare nemici ogni volta sempre più potenti e facoltosi, dai bassifondi dei Caraibi fino agli appartamenti di lusso di Chicago, città operaia e industriale, dove il contrasto tra ricchi e poveri è ancora più stridente). Purtroppo invece il film si ferma qui, in superficie, per scelta precisa, e noi spettatori non rimane altro che battere le mani sul momento per un'opera convincente, coinvolgente, di grande eleganza formale in ogni dettaglio (compresa la puntuale colonna sonora dell'ormai collaudato duo Trent Raznor, Atticus Ross) ma anche piuttosto scarna a livello contenutistico ed emozionale. Fermo restando che, per carità, i film brutti sono ben altri e avercene di pellicole "medie" come questa...
Mi soffermerei su questo apparente dato di fatto a certificare la differenza tra prodotti Netflix e cinematografici. Nei cinema girano (anche) ciofeche inguardabili, su Netflix possiamo trovare (anche) grandi prove, specialmente a livello di serie tv. Non ribadirei affatto una differenze sostanziale, di qualità e genere. Detto questo. The K_.ller. Si può guardare. Fermo restando che se mi fai un pippone iniziale di venti minuti su come dev'essere il killer perfetto non puoi cannare come un neofita qualsiasi. Poi vabbe', ovvia la differenza con mille prodotti dozzinali, al cinema e su ogni piattaforma. ;)
RispondiEliminaPer me il "pippone" :) iniziale è la cosa più bella del film: la maniacalità, la solitudine, il privato di un killer... tutto quello che viene dopo è abbastanza convenzionale, ma sono gusti.
EliminaRiguardo Netflix, non metto in dubbio che sulla piattaforma ci siano ottime cose (specie a livello di serie, come dici giustamente) ma, a mio avviso, almeno per quello che riguarda i film, si nota una certa "omologazione di intenti": fermo restando che, ovviamente, un grande regista sa essere grande anche girando un cinema più commerciale
D'accordissimo: il "pippone" è la cosa più bella del film, la musica in cuffia alternata a seconda di noi che guardiamo e lui che guarda, tutto meraviglioso. A maggior ragione mi fa ancora più rabbia che la rovini in maniera così becera. ;)
EliminaNo, non sono d'accordo. Fincher non "rovina" i suoi film. Può deludere (e ci sta) ma è un film "rovinato" è ben altra cosa
EliminaOggi usciamo in contemporanea! Non è il mio Fincher preferito ma dopo anni di film sulla scia di John Wick ho accolto questo killer (in)umano ed imperfetto con molta gioia!
RispondiEliminaAnch'io! :) alla fine la differenza la fa sempre il "manico", anche su Netflix. Avercene di registi come Fincher!
EliminaA me invece è piaciuto molto più di mank perchè ha saputo catturarmi. Come dici te, la solitudine del killer mi ha conquistata e mi ha emozionata. Per essere un esercizio di stile sa scaldare il cuore e me va benissimo così <3
RispondiEliminaSì tratta di due film molto diversi: Mank era un'opera elitaria, autoriale, "da cinefili", e certamente molto meno emozionale rispetto a The Killer. Questo è un prodotto molto più convenzionale ma sempre e comunque d'autore
EliminaAltra opera di gran classe di Fincher, certi film sono un toccasana per chi ama il cinema. Peccato solo non poterlo vedere in sala ma è comunque cinema di altissimo livello.
RispondiEliminaBuona serata.
Mauro
Ho avuto la fortuna di vederlo in sala e quindi capisco quello che dici. Specialmente la prima parte, con le inquadrature larghe, lo zoom sull'attico della vittima, i panorami di una Parigi spettrale e molto meno romantica di come siamo abituati a pensare, al cinema rendono molto di più. Ma questo è un film "commissionato" da Netflix e quindi c'è poco da fare. Ad ogni modo, come ho scritto, l'essenzialità del film poco cambia.
EliminaBuona serata anche a te
Regia, montaggio e fotografia degni di Fincher. in questo è una garanzia. Sceneggiatura però molto banale, ed è un peccato.
RispondiElimina"Banale" è un termine troppo forte per una sceneggiatura diciamo per 3/4 abbastanza convenzionale ma comunque dignitosissima. I film banali sono altri (per me)
EliminaYour post was a joy to read—thank you for making it both informative and engaging.
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