titolo originale: THE PALACE (FRA/SVI/ITA, 2023)
regia: ROMAN POLANSKI
sceneggiatura: ROMAN POLANSKI, JERZY SKOLIMOWSKI, EWA PIASKOWSKA
cast: OLIVER MASUCCI, MICKEY ROURKE, FANNY ARDANT, JOHN CLEESE, JOAQUIM DE ALMEIDA, SYDNE ROME, CASPAR TELL, LUCA BARBARESCHI
durata: 100 minuti
giudizio: ★★☆☆☆
The Palace, prodotto da Luca Barbareschi e sceneggiato dallo stesso Polanski insieme all'amico connazionale Jerzy Skolimowski (uno che ha vinto premi a iosa nei vari festival con Le départ, Moonlighting, Essential Killing, EO, non proprio l'ultimo arrivato...) è un film talmente brutto che quasi non ci si crede come questi due grandi Autori abbiano potuto partorire una roba del genere. Un film stanco, superato, impalpabile, che nelle intenzioni avrebbe forse voluto essere una satira corrosiva verso la borghesia, verso i "nuovi ricchi" e lo scempio della classe dirigente che governa il mondo (e che Polanski evidentemente odia) ma che arriva sempre clamorosamente fuori tempo massimo, per giunta senza nemmeno riuscire ad essere così "scorretto" come vorrebbe sembrare.
Infatti il grosso problema di The Palace è che non riesce nemmeno ad essere trash, a scandalizzare qualcuno: se Polanski e Skolimovski avessero girato una pellicola volutamente sciatta, demenziale, cafona, in grado di smuovere davvero le coscienze, probabilmente adesso saremmo qui a parlare di un film magari altrettanto brutto ma perlomeno incisivo... invece The Palace si sgonfia ancor prima di iniziare, senza mai colpirti, senza mai arrivare a segno. Un film più inutile che malriuscito, di cui ci dimentichiamo un istante dopo i titoli di coda: cosa che per un Autore come Polanski è perfino peggio di qualsiasi recensione negativa.The Palace è una stanchissima riproposizione di tanti clichè satirici già visti mille volte: sembra, nella migliore delle ipotesi, un remake "invernale" di Triangle of sadness di Ostlund (sopravvalutata Palma d'oro a Cannes), anche se i più perfidi hanno scomodato perfino Vacanze di Natale dei Vanzina, dove però la critica sociale è banalissima (l'ultimo Capodanno del millennio in un albergo popolato da ricconi volgari e inetti) e il registro grottesco assolutamente inoffensivo. Un film senile, innocuo, che non graffia e - soprattutto - non riesca MAI a far ridere, a parte che in un paio di occasioni. La sensazione è che i due ottuagenari maestri che lo hanno scritto non abbiano ormai più il polso della vita reale, che è di per sè già parecchio più stravagante di quello che si vede nel film.
Si salvano giusto gli attori, e nemmeno tutti: tra questi sicuramente il "protagonista" Oliver Masucci (l'imperturbabile direttore d'albergo che deve risolvere ogni più assurda follia dei suoi viziatissimi ospiti), la svampita Fanny Ardant e soprattutto il veterano Mickey Rourke, ormai amabilmente devastato dalla chirurgia estetica ma capace ancora di bucare lo schermo con un'interpretazione sagace e in linea con il tono del film. Film che però non riesce comunque a salvarsi, segnando quello che finora è l'unico passo falso nella carriera di un grande Autore, cui auguriamo con tutto il cuore di riprendersi davvero il prima possibile. Lunga vita, Mr. Polanski.
Evitato come la peste, infatti
RispondiEliminaA Venezia avevamo tutti grandi aspettative: un film di Polanski non puoi "evitarlo"... poi però ci siamo rimasti davvero male
EliminaEppure, trovo sempre qualcosa che può risultare interessante in questa tipologia di film anacronistici (seppur stanchi nella forma, indubbiamente) dei Maestri.
RispondiEliminaFrancamente ora come ora faccio un po' fatica a trovarci qualcosa di interessante, però è anche vero che, magari in futuro, diciamo a mente fredda, magari anche questo film potrà essere analizzato in maniera più distaccata. Subito però che potrà piacermi ..
EliminaDavvero una gran delusione, evidentemente Polanski ha smarrito il suo spirito, la sua arte. Un vero peccato.
RispondiEliminaBuonanotte
Mauro
Speriamo di no, Mauro. In fin dei conti sono passati appena tre anni dal bellissimo "L'ufficiale e la spia", e Polanski resta comunque un grande regista. Un passo falso può capitare a chiunque, ma l'importante è che continui a fare cinema come lui sa. Sono sicuro che ne è ancora capace
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