sabato 7 ottobre 2023

THE CREATOR


titolo originale: THE CREATOR (USA, 2023
regia: GARETH EDWARDS
sceneggiatura: GARETH EDWARDS, CHRIS WEITZ
cast: JOHN DAVID WASHINGTON, MADELEINE YUNA VOYLES, GEMMA CHAN, KEN WATANABE, ALLISON JANNEY
durata: 133 minuti
giudizio: 



In un futuro governato dall'Intelligenza Artificiale un'entità chiamata The Creator ha scatenato una terribile guerra tra umani e androidi. L'unico uomo in grado di fermare il conflitto sembra essere Joshua, un ex agente delle Forze Speciali che ha già perso in un agguato l'amata moglie Maya e non appare ancora rassegnato alla perdita... 





E' risaputo quanto il tema dell'Intelligenza Artificiale sia da sempre uno dei più dibattuti in ambito scientifico, ed è altrettanto ovvio che il cinema di fantascienza, così come la letteratura, abbia attinto a piene mani in passato da questo argomento e verosimilmente lo farà ancora di più in futuro, specialmente ora che questo futuro appare davvero dietro l'angolo, foriero di non poche preoccupazioni: ne è un esempio lampante lo sciopero degli attori hollywoodiani che sta tuttora paralizzando gli Studios, che vede proprio nell'uso dell' A.I. uno degli aspetti più critici. Gli attori (secondo me giustamente) temono di essere sostituiti nelle grandi produzioni da avatar creati in laboratorio, che li renderebbero automaticamente disoccupati. Ma il discorso si fa ancora più lungo e complesso se allargato ai sistemi di chatbot e messaggistica virtuale (vedi il famigerato ChatGPT) ormai capaci di comporre e replicare ogni tipo di manifestazione artistica...

Ed è da questo presupposto che nasce The Creator, il nuovo film di Gareth Edwards, regista britannico perfettamente a suo agio con la sci-fi e autore di collaudati blockbuster come Godzilla e Rogue One ma anche di un piccolo ma significativo film d'esordio, Monsters, da cui innegabilmente The Creator  ha attinto molto. Monsters, filmetto di fantascienza a bassissimo budget del 2010, verteva sullo "scontro" tra umani e alieni dovuto non tanto alla reale pericolosità di questi ultimi quanto all'incomunicabilità tra due specie diversissime e all'atavica paura del "diverso", percepito quasi sempre come ostile. E guardacaso anche The Creator è costruito su tali tematiche, in particolar modo sulla diversità tra umani e androidi, uomini e macchine, macchine intelligenti che inizialmente ci vengono presentate come un pericolo per la sopravvivenza dei loro costruttori (gli uomini, appunto) tanto che l'esercito americano (non è un dettaglio, ci torneremo sopra) le ritiene così pericolose da scatenargli contro una micidiale arma di distruzione di massa, una gigantesca astronave chiamata Nomad pronta a bombardare dall'alto le loro basi e ogni possibile movimento.

Ma la situazione oggettiva, come (quasi) sempre accade, è ben diversa da quella percepita: dietro la minaccia delle A.I., in apparenza cattivissime, si nasconde in realtà un popolo di robot umanoidi che non riesce a comprendere tale feroce accanimento contro di loro, in quanto creature originariamente incapaci di offendere (ricordate la Prima Legge della Robotica di Asimov? "un robot non può recar danno a un essere umano...") e costrette a contrattaccare per non veder minacciata la loro stessa esistenza. L'unico uomo a rendersene conto però è solo il riservista Joshua (John David Washington), un ex soldato menomato nel corpo e nello spirito (ha appena perso la moglie Maya, vittima di morte violenta) incaricato dal Governo di rintracciare e eliminare l'arma segreta costruita dal Creatore delle A.I., tale Nirmata, una macchina senziente in grado di disattivare qualsiasi ordigno bellico nemico. Ma quando Joshua si troverà a dover "uccidere" tale creatura, che ha le sembianze e le tipicità di una bambina di sei anni, sarà assalito da scrupoli morali non indifferenti. Proprio come in Monsters, nel cui finale gli esseri umani atterriti assistono, increduli, alle effusioni amorose dei due alieni che se ne fregano altamente di loro...

Se siete arrivati fin qui a leggere avrete intuito che The Creator è un film tutt'altro che banale nello spunto, che stimola nello spettatore riflessioni importanti quali il diritto di un popolo di autodeterminarsi, di esistere, di convivere pacificamente con le altre etnìe e di rispettarsi a vicenda: temi fortemente (e tristemente) attuali, di cui non si parla mai abbastanza. E da questo punto di vista il film di Edwards è lodevole sotto ogni aspetto, così come è apprezzabile l'uso sobrio e non smodato degli effetti speciali, tanto che in alcune sequenze sembra quasi di assistere a un mockumentary distopico (al mio fedele compagno di visioni ha ricordato District 9 di Blomkamp), e in generale il profilo basso, umile, di un'opera che si pone a metà tra la fantascienza d'autore e i blockbuster hollywoodiani (il budget utilizzato - circa 80 milioni di dollari - è quasi da cinema "indipendente" per gli standard d'oltreoceano)

Peccato però che a siffatte intenzioni e dichiarazioni non corrisponda una storia adeguatamente avvincente e capace di "catturarti" durante la visione: la sceneggiatura di The Creator è infatti piuttosto scontata, senz'altro inadeguata per un film che avrebbe la pretesa di elevarsi stilisticamente dalla fantascienza di puro consumo. La trama è fin troppo lineare, semplificata all'osso, oltremodo scarna nei dialoghi (malgrado la presenza di ottimi comprimari come Allison Janney e Ken Watanabe) e ti conduce all'epilogo finale (anche questo facilmente intuibile) senza alcuno scossone o colpo di scena... qualche critico buontempone ha azzardato "sembra scritta da ChatGPT", e in effetti non gli si può dare torto: tutto il film si sviluppa secondo schemi classici e rodati, senza rischiare nulla e vanificando in parte un'operazione che, magari con un team di sceneggiatori più navigati, poteva trasformarsi in un piccolo cult.

Resta comunque la bontà di un film coraggioso e controcorrente, che non ha paura di prendere posizioni politicamente scomode: il fatto che gran parte della storia sia ambientata in Nuova Asia e che molte situazioni e ambientazioni ricordino il Vietnam e la "sporca guerra" combattuta dagli Americani negli anni '60-'70 non è certo un caso. Anche qui gli Americani si arrogano unilateralmente, come loro solito, il ruolo di "portatori di democrazia", e la loro ostinata, inutile guerra alle A.I. può ben considerarsi una critica per niente velata a ogni logica imperialista ed espansionista. Sarà forse per questo (per lavarsi la coscienza?) che The Creator è stato incensato negli States da unanimi recensioni a cinque stelle, tutto sommato ingiustificate per quanto detto fin qui, ma che comunque hanno avuto il merito di invogliarci a vedere un film imperfetto ma efficace, che certo non ci travolge dalle emozioni ma riesce nell'intento di aprirci gli occhi sulla prospettiva di un domani ormai imminente.

8 commenti:

  1. Rimango dubbioso se vederlo o no, anche perché per tutto il trailer ho pensato continuamente a Terminator...

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    1. È chiaro che ci sono "contaminazioni" da altri film, però il risultato finale (al netto, ripeto, di una storia abbastanza elementare) secondo me non è disprezzabile. Credo che non ne rimarrai schifato ;)

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  2. Monsters me lo ricordo molto bene, lo adorai all'epoca! E se questo gli assomiglia lo andrà a vedere di sicuro! Sono contenta che Edwards sia tornato a raccontare una fantascienza più umana, lontana dai soliti cinecomics

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    1. In effetti sì, tra i meriti di questo film c'è senz'altro il tentativo di ricreare una fantascienza più adulta e distante dai cinecomics hollywoodiani. L'intenzione è certamente lodevole

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  3. Merita la visione solo per la critica anti-yankee, i riferimenti all 11/9 e il cratere di Ground Zero sono evidenti. Avercene di film che sbattono la storia in faccia ai presunti padroni del mondo!

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    1. oddio... ora non aspettarti un film "militante"! Non esageriamo ;) Però il coraggio almeno quello c'è, niente da dire

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  4. Ma sai che la tua recensione mi ha fatto venire voglia di recuperare Monsters, che, colpevolmente, mi manca?

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    1. Recuperalo! È un film molto, molto carino... pensa che io lo vidi al Festival di Locarno, in una Piazza Grande gremita: fu un' esperienza indimenticabile!

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