lunedì 14 agosto 2023

ROMANTICHE


titolo originale: ROMANTICHE (ITALIA, 2023)
regia: PILAR FOGLIATI
sceneggiatura: GIOVANNI NASTA, GIOVANNI VERONESI, PILAR FOGLIATI
cast: PILAR FOGLIATI, BARBORA BOBULOVA, DIANE FLERI, GIOVANNI ANZALDO, EMANUELE PROPIZIO
durata: 108 minuti
giudizio: 



Le storie (non incrociate) di quattro ragazze che vivono a Roma e dintorni e frequentano la stessa psicologa: Eugenia è una giovane sceneggiatrice siciliana arrivata nella Capitale (al Pigneto) per sfondare nel cinema, Uvetta è un'aristocratica che abita in centro e vuole uscire dalla sua bolla, Michela sta per sposarsi con un carabiniere di Guidonia e ama la sua vita da provinciale, Tazia è una bulletta dei Parioli che ama avere tutto sotto controllo, compresa la vita del fidanzato...





A Pilar Fogliati non si può non voler bene: è una brava attrice, è una bellissima ragazza, è una persona simpatica. Ed è con assoluta simpatia che bisogna guardare a questa sua opera prima da regista, che al contrario di tante opere prime girate da registi in erba che si credono subito Orson Welles ha il merito della freschezza e dell'umiltà: Romantiche è infatti un film perfetto per l'estate (anche se in realtà è uscito a febbraio, ma vabbè) perchè riesce a farsi guardare amabilmente e senza sforzo, beneficiando lo spettatore di quella leggiadrìa e leggerezza necessarie per trascorrere un caldo pomeriggio sul divano (che poi è la situazione in cui l'ho visto io, e mi è sembrata la situazione ideale per godersi questi 108 minuti di comicità intelligente e un po' malinconica...)

Ovviamente è il film è... "fogliati-centrico" al 100%, e non poteva che essere così per un'attrice che ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo mettendo al centro della scena se stessa in mille sfaccettature: la brava Pilar si è fatta le ossa nel teatro (è laureata in arte drammatica), per un po' si dedicata alle fiction tv e, come spesso accade, si è ritrovata famosa grazie a internet: in particolar modo grazie a un video diventato virale in cui prendeva bonariamente in giro le varie anime di una città "complessa" come Roma, imitando i dialetti e le peculiarità sociali delle sue coetanee (le parioline, le borgatare, le aristocratiche, le forestiere) che poi, guardacaso, sono anche le protagoniste del suo film. Insomma, era abbastanza scontato che non potesse partire che da qui per raccontare se stessa, una e quatrina.

In Romantiche infatti Fogliati interpreta quattro donne assolutamente diverse tra loro riuscendo (bene) ad entrare nella loro testa e nel loro ambiente, assecondando il loro mood: lo fa non solo attraverso la voce ma anche con la fisicità, lo stile di recitazione, l'atteggiamento. Le quattro protagoniste rappresentano quattro spaccati della nostra società, in cui tutti ci possiamo riconoscere e far finta di prenderci in giro (perchè in realtà l'autocritica è un'azione sempre molto difficile, specialmente quando dobbiamo mettere alla berlina i nostri difetti). Alla Fogliati è sembrata la cosa più naturale del mondo imbastire un film cucendosi addosso quattro storie diverse, non intrecciate, raccordate solo dallo studio di una psicologa attenta e abbastanza divertita (una sempre professionale Barbora Bobulova)

Uno stratagemma, il film a episodi, non proprio originalissimo ma efficace: Fogliati sa di non essere (ancora) una regista a tutto tondo e sfrutta questo schema per raccordare quattro episodi circoscritti certo molto più facili da dirigere. Ovvio che la memoria cinefila vada al primo Verdone, quello di Un sacco bello e le sue macchiette romanesche degli anni '80: in questo senso, Romantiche ne è la versione femminista e attualizzata ai giorni nostri, dove all'ingenuità tipica della stagione verdoniana si sostituisce l'inquietudine dei (delle) trentenni del nuovo millennio, dove la precarietà lavorativa e sentimentale è preminente in ogni circostanza: il film è molto ironico ma nient'affatto banale, e la sensazione di perenne inconcludenza tipica dei millenials si avverte in ogni inquadratura.

Buona la prima, insomma, per la brava e bella Pilar: che ha il merito di non aver fatto il passo più lungo della gamba e di essersi affacciata in punta di piedi dietro la macchina da presa senza proclami e paroloni. Romantiche più che un film è un copia-incolla di sketch ben fatti, tenuti insieme dalla forte personalità di questa interessante artista. Per adesso va più che bene così, nell'attesa di cimentarsi con un film "vero". Il tempo, del resto, è tutto dalla sua parte...

2 commenti:

  1. Hai detto bene, bella e brava Pilar: il film lo vedrò presto ma ti credo in parola. Ha proprio una bella faccia, una faccia "da cinema". Sembra nata per fare l'attrice. Mi piace davvero tanto!

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    1. Sì, è davvero molto bella. Una bella faccia da attrice, giusto per essere banali... ma quello è. Brava Pilar!

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