sabato 22 luglio 2023

BARBIE


titolo originale: BARBIE (USA, 2023)
regia: GRETA GERWIG
sceneggiatura: GRETA GERWIG
cast: MARGOT ROBBIE, RYAN GOSLING, AMERICA FERRERA, KATE McKINNON, WILL FERRELL, MICHAEL CERA
durata: 114 minuti
giudizio: 



La biondissima Barbie "stereotipo" viene allontanata dal fantastico mondo di Barbieland poichè trattasi di una bambola "imperfetta", afflitta da piedi piatti, cellulite e pensieri mortiferi. L'unica strada per guarire sarà quella di avventurarsi in mezzo agli umani per ritrovare se stessa e conoscere (forse) la vera felicità... 





Due milioni di euro incassati nel primo giorno di programmazione, quasi 300mila spettatori, code alle biglietterie come non se ne vedevano da tempo. Il tutto in un afoso giovedi di fine luglio, roba da non credere. Basterebbero questi dati per capire che non stiamo parlando "solo" di un film, ma di una delle più imponenti, martellanti e riuscite campagne commerciali degli ultimi anni. Non c'era, credo, una sola persona al mondo che non sapesse che Barbie sarebbe uscito al cinema, ed è da qui che bisogna partire per cercare di capire ciò di cui stiamo parlando: se, cioè, per recensire Barbie ci si debba limitare al film o considerare anche tutto quello che gli gira intorno... e la risposta non è affatto semplice.

Confesso, infatti, che dopo una sola visione non ho ancora capito bene cosa sia questo Barbie: una brillante operazione di marketing? uno spottone della Mattel per rilanciare il suo giocattolo più famoso? Un manifesto femminista? Un film per giovani donne che piace o vorrebbe piacere anche agli adulti? Beh, forse Barbie è tutte queste cose insieme e altre ancora, ed è per questo che è difficile da decifrare. Certo è che non si può liquidare questo film con una soltanto delle ipotesi di cui sopra. Barbie è infatti un film molto più complesso di quello che appare e l'analisi deve tenere insieme tutto. Proverò a farlo.

Cominciamo dall'aspetto più evidente: il marketing. Beh, qui non si può dire altro che geniale: la Warner Bros. (che distribuisce il film) e la Mattel (che lo ha prodotto) hanno saputo creare nel pubblico una curiosità e un'aspettativa senza precedenti, tanto che l'attesa del film è diventata parte integrante del film stesso: tutto il pianeta aspettava Barbie, ciascuno lo immaginava a modo suo, complice una campagna pubblicitaria furbescamente "neutra" che non lasciava trapelare nulla della pellicola. Ognuno aspettava Barbie cercando un motivo diverso per vederlo: le ragazzine per curiosità, le adolescenti per nostalgia, le donne mature per rivendicare il femminismo, i (pochi) cinefili rimasti per vedere dove sarebbe andato a parare... o semplicemente per rifarsi gli occhi.

Perchè Barbie è prima di tutto un film incredibilmente bello da vedere, nel senso letterale del termine: le scenografie, i costumi, i balletti, le canzoni, i dettagli sono di uno splendore unico. Un delirio visivo rosa shocking che esalta le apparenze e dove nulla è lasciato al caso, e che davvero (non è una frase fatta) merita di essere guardato solo per il puro piacere visivo. E' un film che si lascia ammirare proprio per la sua perfezione tecnica, che naturalmente si allarga anche al cast: Margot Robbie, strizzata in quei vestitini "ad hoc", ci sembra una scelta perfino ovvia per interpretare Barbie, davvero non riusciamo a immaginare una Barbie diversa. Allo stesso modo, il sempre monoespressivo Ryan Gosling è l'attore ideale per interpretare il sempre monoespressivo Ken. Non è una cattiveria, lo penso davvero: per un ruolo del genere ci voleva proprio un attore del genere. Tutto collima.

Ma attenzione, l'altissimo standard della confezione non è affatto uno specchietto per le allodole ma è assolutamente funzionale al film: Barbie per tutta la sua lunga vita ha infatti rappresentato un'icona di stile e di bellezza per milioni di donne, pur entrando spesso in contrasto con le diverse sensibilità di ogni epoca. Se, appunto, negli anni '50 era un modello da seguire, nei decenni successivi e con la presa di coscienza del femminismo la bambola più famosa del pianeta è finita quasi per essere "odiata" dalle donne stesse, in quanto rappresentante uno standard femminile spesso irraggiungibile e artefatto, che faceva sentire inadeguate quasi tutte le adolescenti "normali", magari alle prese con acne, brufoli e qualche chilo di troppo. Sarebbe stato molto, molto interessante se Barbie (il film) fosse stato concepito e realizzato intorno a questo aspetto. Purtroppo, però, lo accenna appena. E per me è un grosso limite.

La pellicola di Greta Gerwig infatti sorvola soltanto questo tema, che ritengo basilare, per perdersi invece in mille rivoli e altrettante modalità di lettura, che però a mio avviso finiscono per appesantire l'opera mettendo troppa carne al fuoco, pregiudicandone la freschezza e la vitalità che ci aspetteremmo. L'unico, vero difetto di Barbie è proprio questo: è un film irrisolto e sovrabbondante, che parla di molte cose ma non le amalgama nel modo giusto e finisce per tarpargli le ali, senza mai fargli spiccare il volo. Ed è un peccato, perchè si capisce subito che le intenzioni della sua regista, Greta Gerwig, erano assolutamente sincere: costruire un film commerciale che sapesse però parlare al grande pubblico e fargli prendere coscienza della condizione femminile nel mondo di oggi, attraverso un linguaggio veloce e leggiadro.

Barbie però, dopo un esilarante, brillantissimo prologo che omaggia 2001: Odissea nello Spazio (la Warner ne detiene i diritti) si sgonfia quasi subito proprio per "ansia da prestazione": vorrebbe essere allo stesso tempo un film brillante e impegnato, leggero e profondo, politico e sbarazzino, alla portata di tutti, che "spiega" il patriarcato e lo mette alla berlina, ma la sceneggiatura (della stessa Gerwig) si rivela alquanto debole e incapace di sostenere una trama di 114 minuti che alla fine si rivelano molto più lunghi di quello che sembrano.

Barbie
rimane costantemente sospeso a metà del guado: troppo "impegnato" per essere una commedia e troppo comico per essere preso sul serio... è un oggetto "ibrido che si guarda con piacere ma che non si accende mai, non graffia, non emoziona, non decolla e non diventa quel film-evento che sarebbe dovuto essere, anche - lasciatemelo dire - per una certa banalizzazione dell'universo maschile che stride un po' con la "modernità" di vedute che vorrebbe rivendicare: descrivere il mondo reale come una specie di ghetto dove le donne non contano niente e sono solo oggetti parlanti è una visione troppo "talebana" per essere presa sul serio... e qui mi permetto di dire che il lato femminista della Gerwig si è fatto prendere troppo la mano.

Ma a queste conclusioni ci arrivo parlando da cinefilo, e come tali vanno prese. Il che significa che non hanno alcuna importanza: Barbie è già un evento, basta vedere le code alle biglietterie di questi giorni (saranno stati minimo quindici anni che non facevo la fila alla cassa di un cinema), impensabili per un'uscita estiva (almeno in Italia), e se oggi un film è capace di riportare la gente in sala con questo entusiasmo non si può far altro che applaudirlo perchè trattasi di un'operazione perfettamente riuscita. D'altronde, se al cinema dovessero andarci solo i cinefili il cinema in sala sarebbe morto già da qualche lustro. E allora va benissimo così: evviva Barbie!
 

20 commenti:

  1. Io mi sono divertita tantissimo, bellissimo esteticamente come dici tu mi è piaciuto invece come hanno gestito la crisi esistenziale di Barbie e i suoi risvolti. Non voglio fare spoiler ma Barbie non è di certo un film banale o scontato. Ieri un tizio su un gruppo di appassionati di cinema mi ha detto che eri il nulla cosmici e che lui non si abbassava a vedere certi film. Ero sicura che tu Sauro, non ti saresti fatto prendere dai pregiudizi e l' avresti visto.sono d' accordo con le 3 stelline. Molto meno con la nono espressività di Gosling, e qui mi permetto di consigliarti un paio di titoli che forse ti sei perso. Blue Valentine, the believer, half Nelson. Gosling è un attore coi fiocchi e non merita secondo me questa nomea. W il cinema e ci risentiamo per Oppenheimer.

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    1. Chi dice che Barbie è il "nulla cosmico" è in evidente malafede oppure è accecato dal pregiudizio: due cose entrambe molto brutte. Purtroppo oggi per avere due click in più sui social si tende a polarizzate tutto e non ci sono mezze misure: ogni film o è un capolavoro o una ciofeca, e lo trovo assurdo. Per me Barbie è un discreto film che poteva essere migliore, appesantito da una sceneggiatura banalotta e passiva, ma è innegabile che ci sia anche del buono, a cominciare dagli attori.
      A tal proposito: io non ce l'ho con Gosling, ma fatico a vedere tutta questa bravura che in tanti gli attribuiscono. Sicuramente è un attore molto abile a scegliersi le parti (ed è un gran merito) ma vorrei vederlo qualche volta recitare una parte dove non abbia sempre lo stesso sguardo a pesce lesso... my opinioni, ovviamente! <3

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    2. Difatti ti ho consigliato se non li avessi visti un paio di titoli. Lui comunica moltissimo con lo sguardo e con i cambiamenti di espressioni, ieri ho rivisto le idi di Marzo e confermo quanto sopra. Un abbraccio

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    3. Sì, Le Idi di Marzo gran film! ;)

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  2. Ci sono due refusi... che ero il nulla cosmico ( e non che eri)

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  3. Sono andato a vederlo ieri sera e quindi prima di aver letto la tua recensione: mi ci ritrovo abbastanza anche se credo che questo film a livello di sensibilità sia molto più sentito dalle donne che dagli uomini. A me sono piaciute le citazioni cinematografiche ma la storia in effetti è molto esile. Attori comunque bravissimi, in special modo Gosling: il suo era un ruolo niente affatto facile e mi pare l'abbia interpretato al meglio.
    Bella recensione, comunque, come sempre.
    Buon weekend.
    Mauro

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    1. Hai detto una cosa giustissima, Mauro. Che merita assolutamente attenzione: è evidente che il "trasporto" che porta questo film è molto più accentuato nelle donne piuttosto che negli uomini: Barbie era un film atteso da milioni di giovani donne che, magari ingenuamente ma assolutamente degne di rispetto, lo aspettavano per identificarvisi. Gli uomini, è ovvio, molto meno. E questa è sicuramente una delle chiavi di lettura del film

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  4. Premesso che anche per me c'è molto marketing dietro, io comunque l'ho già visto due volte e lo rivedrò una terza in inglese ma sono obbligato perché ho la morosa che è cresciuta con le Barbie, concordo con te e non è un capolavoro, ma ... vedere tantissima gente al cinema vestita di rosa (persino maschietti) a me ha divertito tanto come del resto il film ... e il film gioca su tanti registri e citazioni riuscendo persino a fare spottoni sulla Mattel autoprendendosi in giro per certe scelte di bambole ritirate dal mercato perché non gradite o per i mezzi usati per transitare da Barbie Land al mondo reale...e in questo senso la figura di Will Ferrel e della vera ideatrice della Barbie sono fantastici e a tratti a me ha ricordato il lavoro fatto con The Lego movie. P.S. io comunque mi ritengo fortunato perché nella mia casa la morosa mi ha lasciato una sola Barbie che mi "controlla", mentre le altre le ha lei in soffitta ...il patriarcato resiste!!! Decio

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    1. ah ah, grande il decio "patriarcale"! :)
      scherzi a parte, hai ragione da vendere sul fatto che un film che riesce a portare moltitudini di persone in sala a luglio inoltrato (non era mai successo prima) non merita di essere liquidato con sufficienza. E infatti non mi pare di averlo fatto: anche a me il film in certe parti - prese singolarmente - ha divertito (anche tanto) ma trovo sia la visione d'insieme che manca: gli manca la scintilla per partire, non riesce ad accendersi e non emoziona. Questo è il vero problema secondo me. Fermo restando tutto quello che hai scritto.

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  5. Per me invece è un film importante, che molti (soprattutto gli uomini, mi dispiace drlo) hanno equivocato. "Gli umani prima o poi se ne vanno, le idee restano per sempre" non mi pare una frase banale per un film mirato a un target prettamente di adolescenti. A me è piaciuto tantissimo e spero che finalmente porti a Greta Gerwig la consacrazione che merita! :)

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  6. Mah, oddio... la frase che citi in sé non sarà banale (anzi, non lo è certamente) ma un tantino abusata sì, dai... non so se io abbia equivocato il film, non lo escludo, ma certo come ho scritto Mauro sopra le sensibilità maschili e femminili in questo caso sono molto diverse, come è normale che sia

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  7. troppo troppo troppo bello Barbieeee!!!!

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    1. Commento significativo! 😂😂😂
      Come stai? È una vita che non ti fai sentire...

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  8. Didascalico al massimo, ma non ricordo si sia parlato così di una tematica tanto divisiva in un blockbuster. Quindi, se una ragazzina si interessa al femminismo grazie a questa pellicola... beh, grazie Barbie.

    Per il resto, la Gerwig per me è il solito nulla cinematografico. Il problema è che il femminismo qui presente è proprio abbozzato, tanto che per assurdo in un paio di punti fanno pure autogol - davvero , io e signora abbiamo storto il naso a un paio di battute 😅😅

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    1. Non sono d'accordo che la Gerwig sia il nulla. Anzi, la tua frase la ribalto invece sul di lei marito, che invece secondo me gli sta a pennello...;) a me "Lady Bird" e "Piccole donne" erano piaciuti, anche se ovviamente non parliamo di capolavori. Questo però lo metto un tantino sotto.

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  9. Visto ieri e mi ha divertita un sacco, e secondo me la Gerwig coglie in pieno il Men come from Mars, Women from Venus: due pianeti e due linguaggi differenti che faticano a collidere e a vivere coesi in equita'. E' vero il film per certi versi e' un manifesto contro il patriarcato, ma dimostra anche il modo sbagliato in cui il girl power prende il sopravvento... Comunque, il momento piu' bello e' stata la standing ovation che abbiamo fatto in sala dopo il discorso di America Ferrera, mai vista una sala cosi' gremita!

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    1. Anche quando sono andato io applausi a scena aperta: in sala eravamo in 200 persone (incredibile, di questi tempi), 10 maschi e 190 femmine... indubbiamente le sensibilità sono molto, molto diverse!

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  10. "Un film irrisolto e sovrabbondante, che parla di molte cose ma non le amalgama nel modo giusto e finisce per tarpargli le ali, senza mai fargli spiccare il volo"... concordo al 110%. Prima parte promettente e divertente, geniale l'idea (non sviluppata) delle Barbie convinte di essere d'ispirazione per le bambine e poi scoprire di essere invece oggetti odiati... seconda parte quasi insensata, la "guerra dei Ken" ridicola più che divertente, il finale forse voleva sembrare una grande storia di formazione come Pinocchio, ma è un guazzabuglio fastidioso. Non essendomi piaciuti nè "Piccole donne" nè "Lady bird" a questo punto forse ho io un problema con la regista.
    Silvia

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    1. A me invece Lady Bird e Piccole Donne erano piaciuti (più per la bravura delle interpreti che per la regia, in verità...) ma qui devo dire che la Gerwig - per me - ha fatto il passo più lungo della gamba. Una cosa è certa, comunque: gli strabilianti incassi di Barbie sono dovuti in massima parte a ciò che rappresenta il film per un certo tipo di pubblico, non certo per l'effettiva qualità del film stesso.

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