titolo originale: CREED III (USA, 2023)
regia: MICHAEL B. JORDAN
sceneggiatura: KEENAN COOGLER, ZACH BAYLIN
cast: MICHAEL B. JORDAN, JONATHAN MAJORS, TESSA THOMPSON, PHYLICIA RASHAD, FLORIAN MUNTEANU
durata: 116 minuti
giudizio: ★★☆☆☆
Adonis, core 'ngrato. E' un vero e proprio attentato al padre quello compiuto il neoregista Michael B. Jordan (ma sarebbe meglio dire la produzione) nel terzo capitolo di Creed: il padre ovviamente è Rocky Balboa, alias Sylvester Stallone, il "creatore" di una delle saghe cinematografiche più longeve di tutti i tempi e più amate dal pubblico, che a quasi cinquant'anni dall'esordio cinematografico (il primo Rocky è del 1976) viene brutalmente tagliato fuori dalla sua "creatura" senza nemmeno passare dal via. Problemi di diritti, si dice, complice un furibondo litigio tra lo storico produttore Irwin Winkler e il focoso Sly, che sbatte la porta e se ne va. La strada è tracciata: secondo Winkler, Creed deve ormai camminare sulle sue gambe e non c'è più posto per i ricordi. Stallone compare soltanto nei titoli di coda, nelle vesti di produttore esecutivo, mentre nel film viene appena menzionato. E' la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra, che però sembra già arrancare sotto i colpi della nostalgia...
Sì, perchè Michael B. Jordan non è ancora un vero regista, e si vede. Complice anche una sceneggiatura decisamente non troppo elaborata, l'ultimo Creed è in realtà uno confuso potpourri di clichè già visti, che riempie due ore di trama raffazzonando situazioni ormai classiche della saga, esattamente come il non-ancora regista Stallone fece ai tempi con Rocky II (in pratica un ciclostile del primo film). Jordan si limita infatti a mescolare (non benissimo) tutti gli archetipi classici del suo mentore, senza nemmeno sforzarsi di essere originale: (ri)troviamo infatti il campione ormai ritirato che torna sul ring per orgoglio, lo sfidante senza speranza che ha la grande occasione di rivalsa, l'odiato nemico grande e grosso che gioca sporco e risveglia dal torpore un protagonista ormai abbandonatosi alla bella vita... e, ancora, i soliti allenamenti "intensivi", i colpi bassi, i funerali, la malattia, i fantasmi del passato.
E' evidente che lo scopo di Creed III è quello di puntare esclusivamente sull'amarcord e sull'affetto di un pubblico ormai super fidelizzato, che vuole vedere sullo schermo null'altro di diverso quello che si aspetta, in nome di un format collaudato nell'ultimo mezzo secolo. Però, lo ripetiamo ancora, non basta mettersi dietro la cinepresa per diventare regista: Jordan di suo ci mette davvero poco (unica variazione sul tema: la figlia sordomuta) e fatica davvero tanto a liberarsi del fantasma di Rocky: sia nelle scene di boxe (elementari, che non appassionano mai, malgrado oggi la tecnologia riesca a fare miracoli nel renderle più realistiche) sia nelle noiose sequenze di intimità famigliare, che non coinvolgono emotivamente come invece dovrebbero. Perfino la colonna sonora è moscia, difetto imperdonabile per un film che invece dovrebbe essere retto eccome dalla musica: inutile sottolineare quanto l'indimenticabile partitura di Bill Conti abbia contribuito al successo del capostipite. Qui invece tutto si riduce a una melodia evocativa ma nient'affatto "trascinante", che non sprigiona emozione alcuna.Intendiamoci: non stiamo parlando di un film inguardabile. Il debutto dietro la mdp di Michael B. Jordan è un'onesta fotocopia di un po' tutti i Rocky precedenti, ad uso e consumo dei tanti fan della vecchia guardia che una volta ancora hanno riempito le sale per regalarsi l'ennesima iniezione di nostalgia (e infatti gli incassi sono stati più che lusinghieri). Ora però che il fantasma di Rocky si è definitivamente eclissato, è evidente che un eventuale, futuro Creed IV non potrà prescindere da un profondo rinnovamento della storia, dei personaggi e delle tematiche: serviranno idee nuove, una lettura più attenta della realtà, una sceneggiatura efficace, protagonisti ispirati.E, possibilmente, un regista vero.
Gli altri due film ero andato a vederli perché me li avevi consigliati te in quanto io non sono un amante della boxe, e devo dire che mi erano piaciuti. Questo però mi sa che allora lo salto
RispondiEliminaBuona serata
Mauro
Dei tre è senz'altro il più dimenticabile. Però come dico sempre è bene che uno si faccia un'opinione personale. Un abbraccio!
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