titolo originale: IL GRANDE GIORNO (ITALIA, 2022)
regia: MASSIMO VENIER
sceneggiatura: ALDO BAGLIO, GIOVANNI STORTI, GIACOMO PORETTI, DAVIDE LANTIERI, MICHELE PELLEGRINI, MASSIMO VENIER
cast: ALDO BAGLIO, GIOVANNI STORTI, GIACOMO PORETTI, GIOVANNI ANZALDO, MARGHERITA MANNINO, LUCIA MASCINO, ANTONELLA ATTILI, ELENA LIETTI, FRANCESCO BRANDI, PIETRO RAGUSA, ROBERTO CITRAN
durata: 100 minuti
giudizio: ★★★☆☆
Il grande giorno è infatti quasi un requiem artistico dei tre, autori di un'opera divertente ma amarissima, dove si ride ancora abbastanza (anche se molto meno rispetto a Odio l'estate) ma soprattutto ci si interroga sulla vita passata, su ciò che abbiamo costruito e quello che abbiamo dilapidato in termini di felicità, serenità e benessere, spesso tralasciati per inseguire una ricchezza materiale che riempie i portafogli ma non il cuore. Ne viene fuori così un buon film corale, intriso di malinconia e una sottile inquietudine di fondo, che forse non affonda mai più del dovuto (in nome di una comicità garbata, mai volgare) ma che riesce lo stesso a insinuare nello spettatore il tarlo dell'amarezza per ciò che doveva essere e non è stato, costringendolo a riflettere sul proprio personale bilancio di vita.
Non si può dire che Il grande giorno brilli per originalità: si parla di nozze, del giorno del matrimonio e di tutti i sotterfugi, le malelingue, le bassezze che gli invitati si scambiano durante la cerimonia, un coacervo di ordinarie frustrazioni che accompagna ipocritamente quello che dovrebbe essere il giorno più felice nella vita dei malcapitati protagonisti, gli sposini Elio e Caterina (Giovanni Anzaldo e Margherita Mannino), figli di due genitori soci in affari e amici per la pelle... o almeno così crede Giovanni, dato che Giacomo, l'altro socio, malgrado le apparenze lo detesta cordialmente e lo sopporta in silenzio, e solo per non far andare a rotoli il loro fragile castello di carte, ovvero la "fabbrichetta" che li ha resi benestanti.La pantomima (Giovanni spendaccione e "precisetti", Giacomo tirchio e schifato dallo sfarzo della messinscena) regge fino a quando non arriva sulla scena Aldo, fresco compagno dell'ex moglie di Giovanni, Margherita (Lucia Mascino), un tipo esuberante, caciarone, sgraziato ma simpaticissimo, e soprattutto involontario devastatore: sarà lui che distruggerà ogni cosa su cui metterà le mani combinando un disastro dietro l'altro, proprio come faceva Peter Sellers in Hollywood Party (la citazione non ci pare affatto casuale vedendo il film) e che allo stesso modo, più o meno inconsapevolmente, costringerà gli astanti a guardarsi in faccia e conoscersi meglio, forse molto più di quanto avevano fatto fino ad allora...Il film si trascina così fino alla fine con sapiente mestiere, mai davvero sorprendente ma comunque godibilissimo: dopo i titoli di coda (scanditi dalle note calde di Brunori Sas) si torna a casa ridendo a denti stretti e rimuginando sulle situazioni personali di ognuno dei personaggi. Vi avverto che è impossibile non riconoscersi in nessuno di essi, semplicemente perchè sono i nostri alter-ego, i simulacri delle nostre inquietudini... bravissimi tutti gli attori di supporto: le tre mogli Lucia Mascino, Elena Lietti e Antonella Attili, il prete "di riserva" Francesco Brandi, il cardinale Roberto Citran e il gran maestro di cerimonie Pietro Ragusa, l'uomo che ha tra le sue clienti Lady Gaga e che scommette ogni volta se Il grande giorno si concluderà con il fatidico "sì", peraltro nient'affatto scontato...
Mi piacciono troppo loro tre! Non vedo l'ora di vederli al cinema! <3
RispondiEliminaSe non ti sbrighi lo tolgono... :)
EliminaDevo ricredere su di loro. Li davo per bolliti e invece con gli ultimi due film si sono ripresi alla grande. Bravi, niente da dire
RispondiEliminaBuona settimana!
Mauro
Grazie Mauro. Diciamo che il ritorno in regia di Massimo Venier ha dato loro una grossa mano
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