titolo originale: BABYLON (USA, 2022)
regia: DAMIEN CHAZELLE
sceneggiatura: DAMIEN CHAZELLE
cast: MARGOT ROBBIE, BRAD PITT, DIEGO CALVA, TOBEY MAGUIRE, LIN JUN LI, JOVAN ADEPO, MAX MINGHELLA
durata: 189 minuti
giudizio: ★★★★☆
Hollywood, anni '20. In un'America che sta per cadere nella Grande Depressione, l'industria del cinema rappresenta un grande, effimero caravanserraglio per starlette in cerca di gloria, attori famosi avidi di denaro e vecchie cariatidi dedite a ogni vizio. Ma anche il Cinema sta cambiando: il passaggio dal muto al sonoro ribalterà completamente prospettive e sogni anche di chi fino allora si credeva onnipotente...
Damien Chazelle, del resto, in ogni suo film ci ha fatto capire di essere un cinefilo a tutto tondo oltre che un ottimo regista. Già in La La Land e in parte anche in Whiplash erano evidenti la passione e la fascinazione verso un cinema glorioso, d'altri tempi, specchio di un'epoca in apparenza dorata ma che in realtà nascondeva un lato oscuro che in Babylon viene esplicitato fino all'estremo, costruendo un ritratto spietato di un universo scintillante ma totalizzante, pronto a divorare chiunque accettasse di farne parte. Siamo nella Los Angeles degli anni '20, già fucìna di immense produzioni e inevitabile macchina da soldi. In questo smodato calderone di eccessi e mondanità si muovono le storie di alcuni personaggi tutti legati alla Settima Arte: la giovane, ambiziosa, disinibita, strafatta Nelli LaRoy (Margot Robbie) è un'aspirante attricetta in cerca di gloria, ma che già dalle prime immagini ci appare destinata all'autodistruzione. Manny Torres (un sorprendente Diego Calva) è un immigrato messicano che cerca un riscatto economico e sociale come produttore di film. Sidney Palmer (Jovan Adepo) è un jazzista nero che prova a smarcarsi dai pregiudizi razziali componendo musiche per il cinema. E poi c'è naturalmente Jack Conrad (un Brad Pitt sempre più bravo, maturo e affascinante), un divo del cinema muto che non riesce a rendersi conto del mondo che cambia: come tanti suoi colleghi dell'epoca, il passaggio dal cinema muto a quello sonoro rappresenterà una svolta epocale che non tutti saranno in grado di digerire...
Hollywood è una droga pesante, sembra dirci Chazelle senza alcun intento assolutorio. E' un rutilante carrozzone tritatutto in cui o accetti le sue regole o stai fuori. E se stai fuori non sei nessuno, perchè a certi livelli pare non esserci alternativa: per questo il sistema-cinema (o meglio l'industria cinematografica, che è cosa ben diversa) si regge su un folle, fragilissimo mosaico composto da star affermate, artisti in cerca di fama, paparazzi in odore di scandali, criminali pericolosi e senza scrupoli, uniti in una "babilonia" di vizi, abusi e perversioni di ogni tipo. Siamo negli anni che precedono la Grande Depressione, eppure come in ogni epoca storica che si rispetti nessuno sospetta che di lì a poco il mondo cambierà totalmente... le vite sregolate dei protagonisti di Babylon sono lo specchio di quello che accadrà "dopo": i lussi e gli eccessi saranno brutalmente spazzati via dalla crisi (economica e culturale), e gli unici che sopravviveranno saranno coloro disposti a reinventarsi e guardare oltre l'effimero, capaci di costruirsi una vita vera, che vada oltre l'immagine di successo. Chazelle compone un gigantesco, ambizioso, sfrenato, bulimico affresco storico che al sottoscritto per certi aspetti ha ricordato parecchio Boogie Nights di P.T. Anderson, altro grande film generazionale: la Storia di una nazione raccontata attraverso la storia del cinema e i cambiamenti radicali che ne conseguirono, in particolar modo su chi frequentava quel mondo.
Babylon è un film coraggioso, volutamente ostico, dichiaratamente rivolto solo a chi è in grado di sviscerarne l'aspetto artistico. Molti lo troveranno respingente, confusionario e noioso, in pochi (i cinefili) ci andranno a nozze, regalandosi tre ore e passa di puro godimento, che volano in un attimo. E che avranno la conferma di quanto sia bello "ammalarsi" di cinema, nonostante tutto. Perchè di questo vuole convincerci Chazelle, soprattutto nell'ormai nota, celeberrima e stra-citata scena finale, per molti (i non cinefili) ruffiana, sdolcinata e prolissa... e invece proprio questo bellissimo epilogo, in cui (spoiler!) Diego Calva si siede in un cinema e rivede tutto il grande cinema del passato, che lo ha accompagnato in una vita ormai non più sua, fatta di enormi aspettative e altrettanto enormi delusioni (e disillusioni), non fa altro che confermare quello che noi cinefili in fondo già sappiamo da sempre: la magìa del cinema resiste a tutto, anche al marcio di Hollywood, dei soldi, dell'industria e dello star-system. Bastano una sala, un proiettore, un fascio di luce e qualche idea brillante per farci sognare e trepidare come quando eravamo bambini. Ce lo conferma quest'opera volutamente divisiva e orgogliosamente contro il mainstream, che ha il coraggio di osare e se ne frega delle convenzioni.
Tanto di cappello, Mr. Chazelle.
Tanto di cappello, Mr. Chazelle.
segnato, voglio vederlo ^^
RispondiEliminaTi piacerà... anche te sei una cinefila doc! :)
EliminaHai scritto una gran bella recensione, complimenti. Appassionata come il film, che però è forse un po' troppo "debordante" per uno come me che non ama gli eccessi. Ho comunque apprezzato gli attori e la bellissima colonna sonora.
RispondiEliminaUn caro saluto e buonanotte
Mauro
Grazie come al solito per le belle parole, Mauro. Fanno sempre piacere, davvero. Mi piace questo tuo commento "equilibrato", più che condivisibile, così lontano (per fortuna!) dagli estremismi del web per cui un film o è un capolavoro o una ciofeca. Condivido quello che hai scritto, un abbraccio
EliminaAnche a me è piaciuto molto, a tratti è debordante, eccessivo, esagerato, ma è una gioia per gli occhi, un atto d'amore al cinema, ai suoi protagonisti, dalle feste alla Cecil B. De Mille, ai "freaks" di Tod Browning, da Cantando sotto la pioggia, al finale "ruffiano" in cui, come scrivi nella tua bellissima recensione, si percepisce la magia del cinema in sala che sia il cavallo con fantino di Nope, o Godard e Bunuel, la musica jazz o semplicemente Gene Kelly che balla sulle note di singing in the rain... A me in certi momenti ha commosso e divertito come quando fa vedere come lavoravano le maestranze. Buona domenica, Decio
RispondiEliminaCiao Decio! È sempre un grande piacere ospitarti sul mio blog! Anche tu hai scritto un bellissimo commento e, da cinefilo, hai saputo capire e apprezzare il valore di un film come questo, volutamente eccessivo e decisamente appassionato. Non posso che condividere e ti ringrazio per la visita. A presto!!
EliminaUn filmone, altroché. Pagherei il biglietto altre venti volte per ripagare Chazelle - e lo dico io che non sono per nulla un suo fan.
RispondiEliminaGuarda, nemmeno io sono un fan sfegatato di Chazelle, nel senso che fa un cinema non proprio in linea con le mie corde, eppure... proprio stasera mi sono accorto che ho dato quattro stelle a ogni suo film. Perché il talento c'è, indiscutibilmente
EliminaUn caleidoscopio di emozioni e pathos condito da una colonna sonora perfetta. Ancora una volta mi trovo ad applaudire la partitura musicale di Justin Hurwitz, ormai il mio compositore favorito: è incredibile come riesce ogni volta ad assecondare con le note il mio stato d'animo, che poi si riflette nel film. Non mi stancherei mai di ascoltarlo!
RispondiEliminaHai ragione! Purtroppo non essendo un grande intenditore di musica tendo sempre a sottovalutare il lavoro sulla colonna sonora, che invece e' fondamentale specie in un film come questo. Considerazione giustissima, grazie per il commento!
EliminaUn film grandissimo, che mi ha emozionata come non credevo possibile; risate, lacrime, schifo, fascinazione, persino paura. Da Chazelle, con cui non andavo più d'accordo dai tempi di Whiplash, non mi sarei mai aspettata un simile capolavoro, lo ammetto. Soprattutto, non un film a cui ripensare nei giorni successivi alla visione, cosa che invece sto facendo ormai da un paio di settimane.
RispondiEliminaSono sincero, nemmeno io mi aspettavo un film così potente. Hai ragionissima, fa anche paura: la sequenza con Tobey Maguire e la scesa nelle "catacombe" di Hollywood è horror puro, grande cinema. Sarà uno dei miei film dell'anno, garantito!
EliminaFilmone. Ambizioso, sfrontato, intelligente e proprio per questo, ahimè, flop annunciato. Trio di protagonisti grandioso.
RispondiEliminaQuoto tutto, al 100%. Hai ragione: era un flop annunciato, un film troppo "avanti", troppo colto e troppo libero per piacere al pubblico di massa. Mi spiace per Chazelle ma, come detto, sono fiero di far parte di una bellissima minoranza :)
EliminaAmmetto che le tre ore mi hanno un po' pesato. Ma mi era successo anche con First Man, che comunque avevo apprezzato. Però tre ore di eccessi e aneddoti storici secondo me sono troppe, e gli eccessi sono un po' troppo "eccessivi". Esagerati. Credo che una mezz'ora in meno avrebbe giovato, rendendolo molto più snello
RispondiEliminaMa sai che a me invece le tre ore sono volate? Te lo dico, mi sono pesate molto, molto di più le tre ore di "Avatar"... qui invece mi sono divertito un sacco, il film (per me) scorre fluido e ci si diverte a seguire i vari passaggi storici, oltre a trepidare per i personaggi.
EliminaQuanto agli eccessi, ti capisco ma in questo caso è questione di sensibilità personale. Ad ogni modo sappi che tutto quello che si vede nel film è documentato, non è stato inventato nulla: i nomi dei protagonisti reali sono stati cambiati ma tutto è ispirato a veri fatti d'epoca (orge e libagioni comprese).
Ciao , la colonna sonora che da un ritmo al film con un crescendo di bellezza … eleganza … sensualità . I ritmi , la festa con questi tamburi…il jazz che fa vibrare tutto! Colonna sonora da Oscar.
RispondiEliminaSe paragono gli altri film in concorso x la colonna sonora agli Oscar ( che ho visto tutti) Babylon vince 10 a 0.
Film e colonna sonora sono un tandem esagerato.
Vero. Io non mi intendo granché di musica (purtroppo) ma la colonna sonora di questo film è davvero emozionante. Del resto Justin Hurwitz di Oscar ne ha già vinti due (entrambi per La La Land) dimostrandosi sempre perfettamente a suo agio con il metodo di lavoro di Chazelle. Non posso che concordare
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