titolo originale: MARGINI (ITALIA, 2022)
regia: NICCOLO' FALSETTI
sceneggiatura: NICCOLO' FALSETTI, FRANCESCO TURBANTI, TOMMASO RENZONI
cast: FRANCESCO TURBANTI, MATTEO CREATINI, EMANUELE LINFATTI, SILVIA D'AMICO, NICOLA RIGNANESE, VALENTINA CARNELUTTI
durata: 91 minuti
giudizio: ★★★★☆
Margini è il film-simbolo della provincia italiana, in senso stretto e in senso lato. Si parla di provincia fisica (siamo a Grosseto, la città più isolata della Toscana, distante "due ore da tutto") ma più che altro di attitudine mentale: non siamo solo ai margini geografici, ma anche sociali. La storia è quella di tre ragazzi, Michele, Edo e Iacopo (interpretati da Francesco Turbanti, Emanuele Linfatti e Matteo Creatini, bravissimi) che oltre a essere amici fraterni sono anche i componenti di una punk band: non serve nemmeno specificare che il punk prima che un genere musicale è una filosofia di vita, spesso confinata - perlappunto - ai margini della considerazione benpensantista.
Il punk non è morto, ma non se la passa neppure benissimo. Michele, Edo e Iacopo si esibiscono alle Feste de L'Unità, alle sagre rionali, dove vengono visti come alieni dallo (scarsissimo) "pubblico" attempato che li guarda strimpellare tra una tombolata e l'altra, tra un panino e una birra. Ma un giorno incredibilmente arriva la grande occasione, quella attesa da sempre: evadere da Grosseto, direzione Bologna, per aprire il concerto di un famoso gruppo hardcore americano, i Defense. Sembra tutto fatto, e invece... per la serie "mai una gioia", la costante di una vita, all'ultimo momento il concerto salta. Ma i tre non si danno per vinti: costi quello che costi, loro vogliono suonare. E se i Defense non potranno esibirsi a Bologna, saranno i Defense a venire a Grosseto. In Toscana. In provincia.E qui inizia il film vero e proprio. Che, lo diciamo subito, è un piccolo miracolo, un gioiellino neo-realista realizzato con quattro soldi ma con enorme forza d'animo. Margini è divertimento, follia, frustrazione, redenzione, riscatto. E' riso amaro, ma che viene dal cuore. E' emozione, passione, sentimento. E' il manifesto di una generazione arresa ma fiera, che sa perdere con dignità, che sa bene quanto sarebbe facile togliere le tende e mandare a quel paese una città bigotta, vecchia, inospitale, ma che proprio per questo bisogna donchisciottescamente provare a cambiare. E' la cronaca di una sconfitta bellissima, più bella di una vittoria. E' l'esempio di quanto sia difficile portare la Cultura in provincia, a tutti i livelli, dove sei costretto ogni giorno a fare i conti con l'ottusità del sistema. Margini è resistenza pura, ed è impossibile non amarlo.
Niccolò Falsetti, regista, e Francesco Turbanti, sceneggiatore e interprete, sono amici da una vita e sanno bene di cosa parlano. Sono anche musicisti, entrambi suonano nel loro gruppo street-punk, i PEGS, e sanno descrivere a menadito la diffidenza e l'ostracismo che la loro città, Grosseto, gli ha sempre riservato. Una città come tante altre della provincia italiana, indifferente, ottusa, dove non succede mai niente perchè nulla viene mai permesso che succeda, i cui confini sono sempre troppo stretti per chi ha la mente un po' più aperta della media... un posto dove ti senti sempre fuoriluogo, ai margini della collettività, confinati in un limbo da cui pare impossibile uscire.
La bellezza di Margini sta proprio in questo: mostrare la fatica, tremenda, che occorre per elevarsi dalla mediocrità della massa, in un ambiente dove ogni iniziativa, ogni idea originale diventa quasi impossibile da mettere in pratica perchè nessuno ti capisce, dove ogni piccolo problema diventa un ostacolo insormontabile, dove tutto pare immutabile, dove regnano rassegnazione e conformismo. Una storia di provincia come tante, assurdamente deprimente come tante, ma bellissima da raccontare. Fidatevi.
Da quello che capisco non il solito film toscano piacione e pieraccionesco. Spero davvero sia così. Dalle mie parti dovrebbero darlo presto in rassegna e gli darò una chance
RispondiEliminaPurtroppo fuori della Toscana si tende a identificare il fiorentino con il toscano, ma in realtà nella mia regione la parlata è molto diversa a seconda delle zone: a Grosseto (dove è girato il film) non si parla certo come a Firenze. E questo film non è affatto ruffiano né piacione: anzi, nonostante i toni da commedia è molto crudo e significativo. Dagli una chance: la merita
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