lunedì 29 agosto 2022

CRIMES OF THE FUTURE


titolo originale: CRIMES OF THE FUTURE (GB/CANADA, 2022)
regia:
 DAVID CRONENBERG

sceneggiatura:
 DAVID CRONENBERG
cast:
 VIGGO MORTENSEN, LEA SEYDOUX, KRISTEN STEWART, DON McKELLAR, SCOTT SPEEDMAN, WELKET BUNGUE'
durata: 107 minuti
giudizio: 



In un futuro distopico, dove la medicina ha eliminato il dolore fisico e le operazioni chirurgiche diventano performance artistiche, gli esseri umani sviluppano nuovi organi interni per adattarsi all'ambiente (malsano) che li circonda. Saul Tenser e la sua assistente Caprice sono i massimi esponenti di questa nuova arte, ma quando il loro percorso artistico incontra una setta sovversiva di uomini in grado di mangiare e metabolizzare la plastica, si ritroveranno costretti a fare i conti con le bigotte autorità locali... 




"La chirurgia  è il nuovo sesso"
, afferma una disorientata Kristen Stewart in una battuta che è già una dichiarazione di intenti: e non poteva essere diversamente visto che dietro la macchina da presa c'è il 79enne David Cronenberg, uno che sul feticismo dei corpi dilaniati ha costruito una carriera intera e una personalissima visione espressiva del cinema (da Crash - il film forse più affine a questo - passando per eXistenZ, Il pasto nudo, e naturalmente La mosca). Cronenberg è sempre stato un autorevole "provocatore" in materia e quest'ultimo Crimes of the future (che NON è un remake dell'omonimo film del 1970, dello stesso Cronenberg, ma ne riprende molti aspetti, primo fra tutti la "riproduzione" di organi...) è forse l'ideale coronamento di un percorso artistico, anche se la narrazione si è molto rarefatta rispetto agli anni della propria consacrazione.

Non chiamatelo però film-testamento (anche perchè l'infaticabile regista canadese è già al lavoro su nuovi progetti) poichè Crimes of the future non contiene nulla di definitivo nè sorprendente per chi già conosce il cinema di Cronenberg, diciamo piuttosto che altro non è che la staticizzazione di un concetto, il body horror, attualizzato a una fantascienza aggiornata ai tempi che corrono. La storia è semplice, linearissima nel dipanarsi: Saul Tenser (Viggo Mortensen) e la sua complice/compagna/assistente Caprice (Léa Seydoux) sono due artisti performativi che si esibiscono in un'arte macabra, ma che appassiona la gente: il corpo di Saul - non si sa come - genera di continuo nuovi organi: si tratta di grossi tumori dalle forme più strane, che Caprice rimuove ogni volta con un marchingegno ancora più strano che incide la pelle e li asporta, il tutto dal vivo e di fronte a una platea di spettatori morbosamente interessati. E' puro Cronenberg: in un mondo dove la scienza ha fatto scomparire il dolore fisico, le operazioni diventano spettacoli per il pubblico (e la spettacolarizzazione della carne viva è una critica ovvia al mercimonio di corpi che vediamo oggi, soprattutto nella televisione), oltretutto illegali, dato che ogni parte del corpo asportata dal bisturi andrebbe dichiarata a una scalcinata "banca degli organi..."

Succede però che Saul e Caprice vengono poi avvicinati da una strana setta, quella dei "mangiatori di plastica" (!) ovvero un pugno di sovversivi che si sono fatti impiantare nel loro corpo (sempre illegalmente, s'intende) degli organi in grado di metabolizzare la plastica e nutrirsene, ignari che la coppia di cui sopra ha già denunciato tutto alle autorità competenti: Saul e Caprice vengono subito cooptati e "invitati" da questa folle comunità di persone per aiutarli ad uscire allo scoperto, dimostrando su loro stessi l'ossessione per la trasformazione e l'ostentazione del corpo come puro e semplice oggetto. E sul doppio gioco perpetrato dalla coppia protagonista si dipana l'intero film, in una sceneggiatura piuttosto cervellotica che non rimane certo impressa nella mente di chi guarda, anzi.


Crimes of the future
è una lucida ma ennesima, scontata metafora sull'evoluzione umana in relazione alla tecnologia. E' una narrazione affascinante, raccapricciante, ma tutt'altro che sorprendente. Il film sembra più un trattato di (fantomatica) divulgazione scientifica, quasi una lezione universitaria declamata meccanicamente da un professore svogliato, piuttosto che una pellicola "viva" fatta per impressionare e far riflettere il pubblico. Che infatti non si impressiona: è ormai evidente che le cronache di "spettatori nauseati usciti dalla sala" provenienti da oltreoceano, di "stomaci troppo deboli per immagini troppo scioccanti", non erano altro che flani pubblicitari nemmeno troppo astuti per solleticare nel pubblico quell'aura di ennesimo "film-maledetto" da parte di un regista di culto, che però in questo caso non va oltre la curiosità verso un'opera prolissa, a tratti morbosa, ma mai particolarmente coinvolgente e, anzi, anche piuttosto noiosetta nella sua ora e quaranta scarsa... 

A questo va aggiunto anche un dettaglio tecnico apparentemente secondario ma alquanto importante, invece, per essere un film di Cronenberg, ovvero l'utilizzo e la qualità del trucco e degli effetti speciali. Chi conosce Cronenberg sa bene quanto il make-up sia fondamentale nelle sue opere, almeno quanto la sceneggiatura e il lavoro sugli attori: basti pensare a La mosca (capolavoro irraggiungibile nel suo genere) oppure a Videodrome, due film che sarebbero stati impossibili da realizzare senza il grande lavoro dei truccatori, grazie ai quali la "magnifica ossessione" cronenberghiana sulle mutazioni dei corpi viene esplicitata visivamente. Per questo sorprende (in negativo) che in Crimes of the future gli effetti visivi siano oltremodo pacchiani, dozzinali, più buffi che inquietanti: nella scena più citata del film vediamo un ballerino che si fa cucire occhi e labbra, sul cui corpo sono spuntate come funghi innumerevoli orecchie... una sequenza che è piuttosto ilare invece che disturbante, almeno questa è la mia impressione. Una "sciatteria" artistica che lascia alquanto perplessi.

Ora, non vorrei peccare di lesa maestà ma proprio un anno fa, all'incirca di questi tempi, recensendo Titane di Julia Ducournau, scrivevo che "non sarà Cronenberg, e nessuno lo nega [...] ma è un film emozionante, doloroso, passionale, che turba e affascina...", e che - aggiungo - sapeva rielaborare la concezione di body horror in un taglio innovativo e moderno, cosa che è vano ritrovare in Crimes of the future che, al contrario, mostra tutti i limiti di un bignami di "cronenberghite applicata", coerente ma prevedibile, assolutamente condivisibile nella sua disamina (il voyuerismo malsano di una comunità ormai indifferente a se stessa, anestetizzata a tutto proprio come il dolore fisico che non sente più) ma narrativamente spento, statico. Accusatorio ma non proprio disturbante come i Cronenberg di una volta...
  

12 commenti:

  1. Per me, troppo severo. Io l'ho visto come il rivedere dopo molto tempo un amico, in un incontro che ti fa capire perché la vostra amicizia è nata.
    Il fatto è che il buon David ormai c'ha na certa, può provare a disturbare ma ormai è uno di quei vecchi tromboni che il giovane punk che fu voleva far arrabbiare 😅🤣

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    1. Il fatto è che di "vecchi amici" ormai ne ho parecchi (Clint, Allen, Verdone...) tutti più o meno "arrivati" al capolinea (artistico, s'intende!) Poi, c'è chi è arrivato meglio chi peggio, però questo Cronenberg è un bigino davvero indigesto da accettare. Per me.

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  2. Non sono d'accordo. Cronenberg affascina sempre e si guarda sempre volentieri. Il film è coerente con la sua idea di cinema, è la summa di tutto il suo lavoro. Non sarà innovativo ma di certo non è noioso

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    1. Vedi sopra... la risposta a Jean Jacques. Il film è sicuramente coerente, ma questo non significa riuscito. E' bolso, è sciatto, e per me anche noioso, sì. Non mi ha "preso" per niente.

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  3. sei stato troppo cattivo, secondo me

    https://markx7.blogspot.com/2022/08/crimes-of-future-david-cronenberg.html

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    1. Ciao! Non mi pare di essere stato così "cattivo"... non ho detto che il film è una schifezza (e non lo è) però è è una delusione enorme, non posso nasconderlo. E' un film senza mordente, tirato via, un bignami piccolo piccolo di tutto il suo cinema. Ma era proprio necessario?

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    2. Beh sì dai, due stelle a volte te le ho viste dare a film letteralmente improponibili...
      Detto questo, da grande fan del regista,condivido molto di quello che hai scritto

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    3. @Bela: ammetto che a volte le mie stellette sono molto "umorali", però come ripeto stesso si riferiscono più all'aspettativa che alla qualità del film. Da Cronenberg è ovvio che mi aspetto ben più che da altri registi, e se un suo film mi delude la delusione è doppia. Ecco il motivo delle due stellette.

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  4. Io sono rassegnato a perderlo, non c'è un cinema che lo programma nel raggio di 50 km
    È una vergogna
    Buona serata
    Mauro

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    1. Lo so, Mauro. E hai ragione, ha avuto una distribuzione assurda. Il problema è generalizzato in quanto le sale d'essai in Italia, purtroppo, spariscono a vista d'occhio.
      Puoi vederlo con i soliti metodi "alternativi" (è inutile che te lo dica io). A mali estremi...

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  5. Ammetto di essermi persa un po' durante la visione, pur avendo avuto la fortuna di goderne in sala, e di non sapere bene cosa pensare. Da un lato ho trovato il film molto affascinante, dall'altro... "banale", per essere un Cronenberg? Probabilmente preferivo le sue riflessioni sulla carne quando erano grezze e "punk", qui ho trovato ragionamenti troppo freddi e più parole che "fatti". Ma è sicuramente uno di quei film che vorrei riguardare, per capire meglio.

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    1. In effetti è davvero banale... non c'è granché da capire secondo me, a meno che non si conosca Cronenberg. È un Bignami di tutto il suo cinema, ma non emoziona praticamente mai. Io mi sono annoiato parecchio di soprattutto nella prima parte. Lo ammetto. Non inguardabile, ma piuttosto inutile (per me,)

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