E' stata l'edizione più particolare della storia quella dei 79.mi Golden Globes, tenutasi (si fa per dire) ieri sera al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles: la cerimonia si è svolta in forma strettamente privata, senza alcuna copertura televisiva e senza la partecipazione di nessuno tra i candidati in gara (i vincitori sono stati annunciati solo online sui profili social della HFPA, l'associazione della stampa estera che organizza l'evento). La stessa HFPA era infatti finita nell'occhio del ciclone già dall'anno scorso in seguito alle note polemiche riguardanti la scarsa inclusività dei propri (pochi) membri, quasi tutti uomini, bianchi e cattolici, che a detta degli accusatori gestivano il meccanismo di premiazione in maniera quasi clientelare, senza la minima trasparenza. Per questo motivo tutte le star si sono guardate bene dal metterci la faccia e hanno disertato in massa l'evento (anche se tutti - con l'unica, lodevole eccezione di Tom Cruise - si sono guardati bene dal restituire i premi vinti, ndr...)
Jane Campion, Kirsten Dunst e B.Cumberbatch |
"West Side Story", di Steven Spielberg |
A proposito di Italia, poca gloria purtroppo per i nostri due film candidati: Paolo Sorrentino con E' stata la mano di Dio non ce l'ha fatta a vincere la stauetta per il miglior film straniero, dove è stato battuto dal giapponese Drive my car (grande favorito della vigilia e a questo punto anche probabile frontrunner per gli Oscar). Niente da fare anche per Luca di Enrico Casarosa, piccolo film d'animazione che nulla ha potuto di fronte allo strapotere del colosso Disney Encanto. Per il regista italo-americano (genovese di nascita e newyorchese di adozione) resta comunque la soddisfazione di aver portato fino alla awards season una storia tutta made in Italy, capace di conquistare il pubblico di oltreoceano.
Will Smith, miglior attore in "King Richard" |
Il giovane Kodi Smith-McPhee (abilmente ambiguo ne Il potere del cane) vince invece con pieno merito tra i non protagonisti, superando "big" molto più quotati come Ben Affleck, Jamie Dornan e il veterano Ciaràn Hinds. Singolare inoltre la vittoria del bravo Andrew Garfield per la sua interpretazione in Tick, tick... boom!, premiato come "attore brillante" in un film in realtà tristissimo... ma ai Globes i musical, chissà perchè, vengono accomunati alle commedie. Mah. Scontato infine il trionfo di Billie Eilish tra le canzoni originali: l'interprete di No time to die ha messo in riga gente come Beyoncè, Van Morrison e Jennifer Hudson... ben altra pasta rispetto alla ridicola (consentitemelo) vittoria della Pausini l'anno passato.
TUTTI I VINCITORI (SEZIONE CINEMA)
Miglior film drammatico: IL POTERE DEL CANE di Jane Campion
Miglior attore drammatico: WILL SMITH (Una famiglia vincente - King Richard)
Miglior attrice drammatica: NICOLE KIDMAN (Being the Ricardos)
Miglior film commedia/musical: WEST SIDE STORY di Steven Spielberg
Miglior attore commedia/musical: ANDREW GARFIELD (Tick, tick... boom!)
Miglior attrice commedia/musical: RACHEL ZEGLER (West Side Story)
Miglior attore non protagonista: KODI SMITH-McPHEE (Il potere del cane)
Miglior attrice non protagonista: ARIANA DE BOSE (West Side Story)
Miglior regia: JANE CAMPION (Il potere del cane)
Miglior sceneggiatura: KENNETH BRANAGH (Belfast)
Miglior colonna sonora: HANS ZIMMER (Dune)
Miglior canzone: "NO TIME TO DIE" (No time to die)
Miglior film d'animazione: ENCANTO (di Jared Bush e Byron Howard)
Miglior film straniero: DRIVE MY CAR (di Ryusuke Hamaguchi, Giappone)
Sono uno dei pochi che non è impazzito affatto per Il potere del cane. ;)
RispondiEliminaNo Franco, ci sono anche io con te, anche se il premio a Smit-McPhee l'ho trovato azzeccato.
RispondiEliminaPer il resto, aspettiamo gli Oscar, così ho anche tempo di recuperare un po' di pellicole, ché qui ho davvero pochi elementi per giudicare!
Non siete soli. Nemmeno io riesco a capire il motivo di tanto successo di un film del genere: non che sia inguardabile, intendiamoci, ma davvero non ci ho visto molto altro aldilà della componente femminista voluta fermamente dalla regista (come è giusto che sia) ma che finisce con l'annacquare tutti gli altri significati che invece sono ben presenti nel romanzo di Savage. Per carità, Cumberbatch e McPhee sono bravissimi, così come Kirsten Dunst (attrice che mi è sempre piaciuta) ma nel complesso l'ho trovata una pellicola cupa, prolissa e che decolla solo alla fine. Forse agli americani è piaciuta per l'ambientazione western... mi spiego meno il premio per la regia alla Mostra di Venezia. Mah.
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