martedì 21 dicembre 2021

DIABOLIK


titolo originale:
DIABOLIK (ITALIA, 2021)

regia:
MANETTI BROS.

sceneggiatura:
MICHELANGELO LA NEVE, MANETTI BROS.
cast:
LUCA MARINELLI, MIRIAM LEONE, VALERIO MASTANDREA, ALESSANDRO ROJA, SERENA ROSSI, CLAUDIA GERINI, ROBERTO CITRAN, VANESSA SCALERA

durata:
133 minuti

giudizio:
 



La ricca e bellissima ereditiera Eva Kant arriva nell'immaginaria città di Clerville portando con sè un diamante rosa dal valore inestimabile. Il prezioso gioiello attirerà ovviamente l'attenzione di Diabolik, un ladro misterioso e inafferrabile finora sempre sfuggito alla cattura delle forze dell'ordine, comandate dall'incorruttibile ispettore Ginko. La donna non sembra però spaventata dalla presenza del criminale, restandone anzi affascinata e ammaliata, fino a diventare la sua amante...





E' un delizioso e rispettoso omaggio al vintage quello che Antonio e Marco Manetti (al secolo, i Manetti Bros.) dedicano a uno dei personaggi più iconici della fumetteria italiana: è infatti dal 1962, grazie alla fantasia delle sorelle Giussani, che Diabolik allieta milioni di fan affezionati alle storie del celebre ladro in calzamaglia, emblema di un'epoca (gli anni '60, appunto) ormai divenuta anch'essa icona di stile, sogni, eleganza e mondanità. Un'epoca che i Manetti hanno voluto a loro modo celebrare attraverso un film che indiscutibilmente strizza l'occhio a un pubblico appassionato e nostalgico, ormai con i capelli grigi e pieno di ricordi, che rappresenta allo stesso momento il punto di forza e l'anello debole di una pellicola di rara eleganza estetica.

Diabolik, è bene dirlo subito, non piacerà a tutti. Non piacerà soprattutto ai giovani, ai nerd e in generale a chi non conosce Diabolik: tutte queste persone troveranno il film lento, statico, noioso, senza ritmo. Non piacerà a chi credeva di trovare in questo film gli effetti speciali di Spider-man o le scene d'azione alla James Bond, nè tantomeno l'epocale conflitto bene-male dell'universo MCU. Niente di tutto questo: Diabolik è stato realizzato, volutamente, nel massimo rispetto dell'originale di carta. Per farlo i due registi hanno trattenuto la loro anima esuberante e fracassona (è un complimento) mettendosi invece completamente al servizio del personaggio.

Una scelta che per quanto mi riguarda condivido pienamente (anche se io sono di parte, lo ammetto, essendo nato negli anni '70, proprio quelli della "Diabolik generation") e che ritengo praticamente obbligata. Riflettiamoci un attimo: Diabolik raccontava all'epoca (la "mia" epoca) un mondo futuribile, tecnologico, d'avanguardia: l'auto "truccata", le armi sofisticate, i mille marchingegni e i mille trucchi usati dal protagonista erano per il pubblico bonariamente ingenuo di allora fonte di stupore e meraviglia... oggi invece ci fanno quantomeno sorridere, ma - mi chiedo - ritenete ancora possibile "stupire" lo smaliziato pubblico del XXI secolo, ormai assuefatto a tutto, con qualcosa di altrettanto sorprendente? (domanda più che retorica).

Appare quindi chiaro che l'unico modo per (ri)fare un film su Diabolik (il secondo, dopo la versione pop di Mario Bava del 1968) non poteva essere che quello di restare il più possibile fedeli allo stile del fumetto, sia nell'aspetto esteriore (la ricostruzione degli ambienti in stile sixties è di un'accuratezza maniacale, stupefacente) che in quello artistico: gli attori si muovono "rigidi", quasi a scatti, proprio per ricreare la scansione delle pagine del fumetto, dando allo spettatore l'impressione di sfogliare le pagine dell'albo. La recitazione è volutamente impostata, forzata, per ricordarci che si tratta di un anime, non di personaggi "veri". Anche la colonna sonora non poteva essere che d'annata: Pivio e Aldo de Scalzi, collaboratori storici dei Manetti, hanno scritto una partitura appositamente agée, così come gli Afterhours si sono calati nella parte componendo due brani originali ma rispettosi del contesto. 

Il film prende spunto, adattandolo, dal terzo numero della collana ("L'arresto di Diabolik") per raccontare una delle avventure più drammatiche di tutta la serie: Diabolik viene sorpreso e catturato nel suo covo, la moglie scopre tutto e resta sconvolta (non la rivedremo mai più...) e solo grazie alla splendida e subdola ereditiera Eva Kant riuscirà per l'ennesima volta a farla franca. La storia si svolge nell'immaginaria cittadina di Clerville (ricostruita mescolando varie location di Bologna, Milano e Trieste) e non mancherà di affascinare chi ha avuto la pazienza di calarsi nell'atmosfera gotica, dark e dannatamente coinvolgente del tempo andato...

Il Diabolik 2.0 è un film fascinoso ed elitario, che punta tutto sul revival e su una confezione di incredibile eleganza formale: ogni cosa (gli esterni, il covo, l'auto, i vestiti di Diabolik) è stata pazientemente pensata e ricreata ad hoc, sfruttando appieno l'importante budget stanziato (circa 10 milioni di euro). Certo non è esente da difetti: Luca Marinelli non appare particolarmente a suo agio nel ruolo (e, mi sia permesso, sentire un Diabolik che parla con accento romanesco fa un po' sorridere...) e di sicuro i 133 minuti di durata un poco pesano (in particolar modo verso la fine, forse troppo "filosofica" anche per un pubblico consapevole), ma resta comunque la soddisfazione per aver assistito a un'opera di tutto rispetto e che non deluderà i fan (anche se forse solo loro, temo). Le buone notizie vengono dal cast di supporto: Miriam Leone incarna una Eva Kant semplicemente divina per fascino e presenza scenica, mentre Valerio Mastandrea è impacciato e "impostato" al punto giusto, perfetto per interpretare il ruolo, sempre dimesso e "ingrato", dell'integerrimo ispettore Ginko.   

14 commenti:

  1. Sottoscrivo. Diabolik non è Marvel e soprattutto non è un supereroe, il film è fedele e rispettoso. Per me promosso a pieni voti.

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    1. Già... e non potrebbe certo esserlo (un supereroe) visto che è un criminale! :) battute a parte, sono ovviamente d'accordo con te.

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  2. Diabolik era ed è uno dei miei fumetti preferiti, forse l'unico che ancora leggo con regolarità, e per questo "temevo" questo film come credo tutti i fan della prima ora. Invece devo dire che mi ha proprio riconciliato con la mia idea del persoaggio e l'ho seguito con grande piacere dall'inizio alla fine. Non è una copia conforme ma un omaggio al personaggio e al genere. Mi è piaciuto davvero tanto, oltre ogni aspettativa.
    Un caro saluto e buoan serata.
    Mauro

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    1. Grazie per il contributo, Mauro.
      Il tuo commento, insieme a quello di Patton, non fa che confutare la mia tesi: voi due che siete più o meno della mia generazione avete apprezzato il film per il fattore "nostalgico", per l'omaggio a un un fumetto amatissimo e generazionale. Diversamente da Cassidy che invece (giustamente, dal suo punto di vista) non ha apprezzato la presunta "lentezza" del film. Il Diabolik dei Manetti si rivolge prevalentemente a chi ha i capelli grigi, e questa è indubbiamente una mossa coraggiosa.

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  3. Sul primo punto non sono d'accordo. La "staticità" del film rispecchia la staticità tecnica delle pagine dell'albo (i fumetti per forza di cose non sono animati...) e anche la rigidezza dei protagonisti è voluta, proprio per dare il tempo allo spettatore di "sfogliare" il film, e non di "scorrerlo". Capisco naturalmente che questo possa dare fastidio ma, ripeto, la tecnica di realizzazione è un esplicito omaggio al fumetto delle sorelle Giussani. Riguardo il protagonista, non nego che l'annuncio del rifiuto di Marinelli di interpretare i due sequel già programmati ha sorpreso anche me: vero è che questo film è stato girato quasi tre anni fa (prima che la pandemia lo bloccasse) e quindi magari nel frattempo l'attore aveva già preso altri impegni, oppure non voleva inflazionare la sua immagine in un determinato ruolo, ma se mi dici (cosa che non sapevo) che non ha presenziato nemmeno alle proiezioni promozionali allora... beh, effettivamente un po' gatta ci cova!

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  4. Concordo con Cassidy, il fatto che le tavole siano disegnate e "fisse", non giustifica girare un fotoromanzo, l'occhio crea velocità nel leggere, il cinema sostituisce questo lavoro. Per i sequel vedrei bene Favino (Servillo permettendo.. ahah)

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    1. Ma... scusatemi, mi dite esattamente come lo volevate questo film? Perché io sinceramente non vi capisco. Negli albi di Diabolik c'è pochissima azione e ci sono pochissime sparatorie, inseguimenti, pochissimo sangue. Volevate un nuovo Bond? Vedete i l'originale allora!

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    2. dico solo che il fumetto è velocissimo. Siamo noi a donargli velocità. Non mi dire che stai cinque minuti ad ogni riquadro! Non per nulla è stato creato per pendolari da mezz'ora a viaggio!

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    3. Io dico solo che il film PER ME ha i tempi giusti. Che non sono, perlappunto, quelli di James Bond. Non l'ho trovato nè noioso nè troppo lungo: la "pesantezza" è soggettiva... anche un fumetto puoi metterci dieci minuti oppure un'ora per leggerlo: dipende da quanto ti ci soffermi e con quanta attenzione lo scorri.

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  5. Fosse stato un film Marvel sarebbe piaciuto a tutto il mondo!

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    1. Ohhhhh!! Finalmente qualcuno che ha toccato il punto! Sottoscrivo col sangue! :)

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  6. L'ho mancato al cinema per un soffio, preferendogli infine Spielberg (GRANDIOSO VABBE'). Spero di recuperarlo in homevideo quando sarà, perché sono un grande sostenitore del cinema italiano e la tua recensione, forse una delle più positive, intriga!

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    1. Mi dispiace che non sei riuscito a vederlo, ma sei sicuro che sia stato già tolto di programmazione? Al mio paese lo terranno almeno fino a capodanno, al botteghino sta andando discretamente e magari ce la fai a recuperarlo... questo è un film che andrebbe visto necessariamente al cinema. Spielberg cercherò di vederlo la prox settimana, di sicuro è un titolo che attira!

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  7. Ho trovato il film una efficace trasposizione del fumetto. Ben girato ed interpretato. La sequenza iniziale non fa parte dell'albo da cui trae fonte, ma serve per introdurre il personaggio, ed e' molto curata nei dettagli "classici", ovvero i trucchi con cui si libera degli inseguitori. Gli eventi a Ghenf anche non sono parte del la storia L'arresto di Diabolik, ma si ispirano comunque a modalita' utilizzate per i suoi colpi.
    Gli attori efficaci, Miriam Leone su tutti, forse un po' troppo ammiccante, ma la piu' somigliante. Mastandrea solo apparentemente sembra "distaccato", si e' calato bene nel personaggio. Marinelli non e' cosi improbabile come da molti giudicato. Serena Rossi poco somigliante a Elizabeth ma ha recitato benissimo.
    In conclusione mi ha fatto piacere vederlo anche se posso comprendere se non faccia troppa presa su chi non conosce e soprattutto non e' un abituale lettore di fumetti.

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