titolo originale: LA SCUOLA CATTOLICA (ITALIA, 2021)
regia: STEFANO MORDINI
sceneggiatura: STEFANO MORDINI, LUCA INFASCELLI, MASSIMO GAUDIOSO
cast: BENEDETTA PORCAROLI, FEDERICA TORCHETTI, LUCA VERGONI, GIULIO PRANNO, FRANCESCO CAVALLO, RICCARDO SCAMARCIO, JASMINE TRINCA, VALENTINA CERVI, VALERIA GOLINO, FABRIZIO GIFUNI
durata: 106 minuti
giudizio: ★☆☆☆☆
29 settembre 1975: in una lussuosa villa vicino San Felice Circeo, sul litorale pontino, due giovani donne vengono orrendamente seviziate e torturate da tre studenti universitari, dopo essere state convinte con l'inganno a trascorrere una giornata al mare. Una di loro morirà, l'altra riuscirà a salvarsi fingendosi morta e racconterà tutto ai Carabinieri. Ne uscirà fuori una bruttissima storia di repressione e violenza, indotta da anni di rigida educazione nelle scuole cattoliche dell'epoca e anche dalla frequentazione di certi ambienti pseudo-politici di estrema destra (anche se nel film di tutto questo non c'è traccia...)
Certo, va riconosciuto che non era facile condensare in due ore di girato un'opera monumentale e complessa come quella di Edoardo Albinati: 1300 pagine in cui l'autore (già vincitore del Premio Strega nel 2016) descrive minuziosamente la sua complicata adolescenza vissuta durante gli anni di piombo e condizionata dalla rigida educazione imposta dalla scuola privata in cui i genitori lo avevano confinato, illudendosi di poterlo preservare dal contesto storico dell'epoca. La scuola era un noto istituto cattolico di un quartiere-bene di Roma, riservato soltanto ai maschi figli di papà, i quali papà contribuivano con sostanziose rette e donazioni al mantenimento di esso. Una specie di collegio militare in cui ordine e disciplina (teoricamente) imperavano, ma di cui gli studenti si facevano invece ampie beffe essendo costretti a toccare con mano ogni giorno l'evidente ipocrisia di una morale cattolica soffocante e repressiva.
La teoria di Albinati è semplice e diretta: la repressione e il soffocamento degli istinti primordiali dei ragazzi (sessualità in primis) generano mostri che poi si sfogano violentemente sulla società, una società malsana permeata di ideali razzisti, xenofobi, totalitari, estremisti quale era quella dei tumultuosi anni '70. Una (in)cultura intollerante verso le diversità che colpiva non solo le donne, il sesso debole, ma anche gli omosessuali, gli handicappati, o in generale i più sensibili e non allineati alla dottrina della violenza. Diciamolo ancora più chiaramente: una morale fascista, con ovvi riferimenti politici all'estrema destra, che faceva proseliti nella classe borghese dell'epoca e di cui le scuole cattoliche erano un affollato coacervo di raccolta. Se non si parte da qui, se non si prescinde da questa realtà oggettiva è del tutto inutile tentare una seria analisi sociale.
Cosa che l'inaccettabile film di Mordini si guarda bene dal fare. La versione cinematografica de La scuola cattolica è una banalissimo e confuso snuff-movie adolescenziale totalmente privo di una qualsiasi analisi sociale, storica e politica: vedendolo, ci pare di assistere a un volgare tentativo di imitazione di Arancia Meccanica o Funny Games, in cui un gruppo di ragazzotti benestanti annoiati sequestrano un paio di fanciulle in una villa al mare e per passare il tempo si divertono a praticare su di loro ogni possibile, orrida forma di violenza e sevizie. Il libro di Albinati dedica solo l'ultima parte al massacro del Circeo, dopo oltre mille pagine di spiegazione del perchè si arrivò a una tale, efferata conclusione. Mordini invece punta unicamente sull'aspetto morboso della storia, stando ben attento a non risparmiarci alcuna immagine cruenta e tenendo sempre la cinepresa ben puntata sui corpi nudi e straziati delle ragazze, oltre che su quelli (sempre nudi) dei torturatori, giusto per solleticare l'occhio dello spettatore più guardone...
Una roba che poco si discosta dalla spazzatura, visiva e psicologica. Tutti i personaggi del film sono poco approfonditi, grotteschi, perfino ridicoli (il professor Golgota, interpretato da Fabrizio Gifuni, è macchiettistico nella sua rappresentazione caricaturale del diavolo in persona - sic!). E se i giovani interpreti (Luca Vergoni, Giulio Pranno e Francesco Cavallo) perlomeno si sforzano di apparire credibili nei panni dei carnefici, così come le ragazze (Benedetta Porcaroli e Federica Torchetti) in quelle delle vittime, risibili e patetici sono i tanti, svogliati camei di attori importanti in ruoli inutili (Jasmine Trinca, Valentina Cervi, Valeria Golino, il sempre pessimo Riccardo Scamarcio) messi lì evidentemente solo da richiamo per allodole nei confronti del pubblico. Mai tanto cast fu così sprecato.
Non sono nemmeno d'accordo con chi sostiene che La scuola cattolica sia un film troppo ambizioso, con troppa carne al fuoco e impossibile da tradurre al cinema. In quel caso sarebbe stato un film poco riuscito ma onesto. Invece no: La scuola cattolica è stato volutamente trasposto così, è stato scientificamente girato in modo tale da nascondere la verità storica, quella di una società fascista e violenta che considerava le ragazze (specialmente quelle dei quartieri popolari) come carne da macello da poter disporre a piacimento e poi gettare via come bestie, beandosi di una delirante presunzione di superiorità fisica e morale. E' per questo che non è possibile accettare un film così: non è opera sbagliata, è una rappresentazione falsa, immorale, distorta di un'etica che ancora oggi, purtroppo, fa fatica a scomparire. Ed è per questo che un film del genere proprio non si può vedere. Non per censura, ma per irricevibilità.
Io un occhiata gliela do comunque, se non mi piace allora lo maciullo alla fabbrica hahaha xD
RispondiEliminaOttima decisione ;) i film vanno sempre visti, senza pregiudizi
EliminaLa cosa piu'inquietante e'la lucida analisi di Angelo Izzo... La scuola cattolica non c'entrava nienta e cio' che ha fatto l'ha definita una porcheria, frutto del piu' bieco sistema patriarcale...
RispondiEliminaIzzo è un pazzo criminale, che ha ammesso candidamente di aver mentito al processo e aver detto ciò che a lui faceva più comodo... le sue parole non le ritengo degne di considerazione. Certo che fare un film sul massacro del Circeo e non rammentare mai il fascismo è come fare una carbonara senza uovo. No comment.
EliminaMai vista tanta faziosità in così poche righe, quindi gli anni di piombo sarebbero solo di destra? e le brigate rosse, i nuclei armati proletari non te li ricordi? la solita doppia morale tipica dei comunisti, un regime che ha devastato il mondo mille volte peggio del fascismo e che continua a passare impunito. Siete proprio un bell'esempio di democrazia complimenti
RispondiEliminaNon ho mai detto che gli anni di piombo furono tali SOLO per colpa dell'estrema destra. Ho detto (basta leggere) che nelle scuole cattoliche della Roma-bene, come quella in cui sono cresciuti Izzo e i suoi complici, la matrice "nera" era evidente. Quanto alla solita polemica sul comunismo mi sono stancato anche di rispondere, davvero... la prossima volta magari firmati invece di sparare sentenze contro chi nemmeno conosci, fenomeno.
EliminaFilm mediocre, soprattutto dal punto di vista attoriale. Tutti danno il peggio di sè, in particolar modo i "big".
RispondiEliminaproprio così, un cast sprecatissimo per un film orribile. Si vede bene che nemmeno gli attori ci credevano. Cosa s'ha da fare per la pagnotta...
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