martedì 21 settembre 2021

DUNE



titolo originale: DUNE: PART ONE (USA, 2021)
regia: DENIS VILLENEUVE
sceneggiatura: DENIS VILLENEUVE, ERIC ROTH, JON SPAIHTS
cast: TIMOTHEE CHALAMET, OSCAR ISAAC, REBECCA FERGUSON, JOSH BROLIN, STELLAN SKARGARD, ZENDAYA, CHARLOTTE REMPLING, JASON MOMOA, DAVE BAUTISTA, JAVIER BARDEM
durata: 155 minuti
giudizio: 


Anno di grazia 10191: il Duca Leto Atreides e la sua famiglia accettano, pur consapevoli degli enormi rischi che corrono, di gestire il potere del tumultuoso regno di Arrakis il cui pianeta, chiamato Dune per via della sua superficie quasi totalmente desertica, è il principale custode di una preziosa spezia in grado di allungare la vita agli uomini e conferirgli strani poteri mentali...




Denis Villeneuve
ormai ci ha preso gusto con le sfide impossibili: non pago di aver felicemente vinto la scommessa con Blade Runner 2049, un sequel che pareva blasfemo solo a nominarlo (e che invece è diventato poi un gran bel film), il regista canadese ha spostato ancora più in alto l'asticella del rischio cimentandosi nientemeno che con la riduzione cinematografica di Dune, la saga fantascientifica (ma secondo me è più corretto parlare di opera fantasy), oltre che visionaria di Frank Herbert, già affrontata in passato con scarsi risultati da due "mostri sacri" della celluloide come David Lynch e Alejandro Jodorowsky. E se il maestro cileno neppure riuscì a cominciare il film, abortendo sul nascere un progetto enorme e megalomane (gli attori avrebbero dovuto essere Orson Welles, Mick Jagger e Salvador Dalì, le musiche dei Pink Floyd...), Lynch riuscì a girarne una versione che copriva l'intero primo volume, che si rivelò però un clamoroso fiasco commerciale e di critica, tanto da mettergli in seria difficoltà la carriera.
 
Erano altri tempi. Il Dune di Lynch risale al 1984, un'epoca in cui non esisteva ancora la computer-graphics e gli effetti speciali non potevano essere creati digitalmente, con conseguente aumento a dismisura dei costi di produzione (che il nostro Dino De Laurentiis non era disposto ad accollarsi). In verità, però, più che l'aspetto tecnico era soprattutto la struttura dei libri di Herbert a spaventare gli studios hollywoodiani, giudicata non adatta al grande schermo per la sua complessità, che si pensava potesse allontanare il pubblico. Quasi quarant'anni dopo Denis Villeneuve ha deciso di riprovarci, forte perlappunto dei suoi successi passati: e se oggi gli effetti digitali non sono più un problema, rimanevano comunque i dubbi legati a una sceneggiatura che potesse allo stesso tempo appassionare gli spettatori e non stravolgere il testo letterario (cosa che i fan di Herbert non gli avrebbero perdonato).
 
E infatti il Dune di Villeneuve è decisamente più fedele ai libri rispetto al film di Lynch, tanto da richiedere un enorme lavoro di scrittura e cura dei dettagli. Non a caso la sceneggiatura di Jon Spaihts, Eric Roth (premio Oscar 1995 per Forrest Gump), oltre che dello stesso Villeneuve, è talmente particolareggiata da coprire appena la prima metà del primo volume, proprio per rendere giustizia alla ricchezza del romanzo di Herbert. Non a caso il titolo originale del film riporta la dicitura Dune: part one (misteriosamente scomparsa nella traduzione italiana) proprio per chiarire che siamo appena all'inizio di un nuovo ciclo, che tutti ci auguriamo possa concludersi... tradotto: i vari seguiti saranno girati solo in base all'eventuale successo commerciale del primo capitolo. La decisione al botteghino, dunque.

Non ci vuole molto a capire che Dune è un blockbuster d'autore: il film di Villeneuve non cerca lo spettacolo a tutti i costi nè ci stordisce testa e timpani con il fracasso di uno Star Wars qualsiasi (anche se, a dire il vero, l'enfatica colonna sonora di Hans Zimmer si rivela un tantinello ridondante. E' una pellicola diesel, che si prende tutto il tempo che vuole e che dedica l'intera prima parte (un'oretta almeno) a descriverci il complicato universo partorito dalla fantasia di Herbert: il ritmo è lento, contemplativo, sacrificato in funzione della caratterizzazione dei personaggi. Malgrado ciò, chi non ha letto i libri fa una certa fatica a capire di cosa si sta parlando: la trama all'inizio è tutt'altro che avvincente, didascalica e forse anche un po' noiosetta... di sicuro mette abbastanza alla prova chi si aspettava un filmone movimentato e spettacolare. Al contrario, il nuovo Dune abbraccia la filosofia e l'estetica "spirituale" di Blade Runner 2049, senza però possederne la stessa forza contenutistica.  Nonostante tanto studio, infatti, la morale (banalotta) è quella di sempre: abbiamo un gruppo di ribelli che non accetta la deriva autoritaria imposta dalla politica e prova a smarcarsi per costruire un mondo migliore, possibilmente guidato da figure "illuminate".


Solo da metà film in poi il nuovo Dune si lascia andare e dispiega tutta la sua potenza di fuoco in nome dell'intrattenimento spettacolare: la fuga di Paul Atreides (Timothée Chalamet) e di sua madre Jessica (Rebecca Ferguson) attraverso le sabbie del tremendo deserto di Arrakis è un'autentica meraviglia visiva, così come i mirabolanti effetti speciali che, questi sì, davvero, riescono a stupire il pubblico. Tutto l'aspetto tecnico è infatti di prim'ordine, stupefacente, così come le splendide location, immortalate con maestria dalla fotografia seppiata di Grieg Fraser e abilmente ricostruite dalla scenografa Patrice Vermette. Tanta magnificenza esteriore non è però del tutto sufficiente a rendere avvincente la visione di una pellicola fin troppo adulta e concettuale, che concede pochissimo pathos e altrettanto poca empatia allo spettatore, dimostrando di avere un'anima ma poco, pochissimo cuore. Malgrado infatti i colori "caldi" del film, le emozioni che questo restituisce sono alquanto fredde, confermando tutte le difficoltà nel rappresentare un'opera letteraria monumentale e alquanto complessa come quella di Herbert.

Non dimentichiamoci però che siamo solo all'inizio. Noi stiamo recensendo un film che è solo il prologo di una saga cinematografica che, incassi permettendo, si svilupperà nei prossimi anni e in chissà quanti capitoli. Commentare la prima parte di Dune è come commentare una partita di calcio dopo aver visto solo il primo tempo. E' alquanto evidente che parliamo di un film monco: ci sono interi personaggi, anche "vip", che in questa "part one" vengono appena accennati (uno su tutti: la bellissima Zendaya, nel ruolo di Chani la ragazza Fremen) e molte sottotrame di cui non vediamo e non capiamo gli sviluppi, che si sveleranno veromilmente negli episodi successivi... per il momento dunque limitiamoci a considerare Dune per quello che è: un poderoso fantasy d'autore (io faccio fatica a considerarlo fantascienza) che mette in scena una storia adulta e sfaccettata, mostrata con enorme eleganza ai nostri occhi. Per adesso, ci si può accontentare.

20 commenti:

  1. *Inizio pippone*
    Tecnicamente invece questa è proprio fantascienza, proprio perché cerca di dare una vaga spiegazione scientifica a tutto. Che ci sia una dimensione epica invece è una questione a sé.
    Star Wars, invece, quello è fantasy - techno fantasy, per la precisione.
    *fine pippone*

    Per il resto, concordo in pieno. Film che prende occhi e testa, ma lascia totalmente a parte pancia e cuore. Per ora, accontentiamoci.
    Le scene degli Harkonnen per me erano le migliori. Davvero lì il livello si alzava incredibilmente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Condivido, in effetti le sequenze con gli Harkonnen sono magniloquenti, una vera goduria per gli occhi! Sul fatto che sia fantascienza... mah, non so. Siamo nel 10191 e nel deserto ancora ci si orienta con la bussola ;)

      Elimina
  2. io lo sto vedendo adesso, non c'è dubbio che sia un bel film, molto curato sia nella sceneggiatura che nei particolari, però fino ad ora non mi da le stesse emozioni che mi da la versione di David Lynch, sarà che ci sono cresciuta, sarà che ci sono legatissima, ma rivedrei il dune di lynch anche subito, domani e altre mille volte, mentre di questo una volta basta e avanza

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Arwen, permettimi, se lo stai vedendo adesso mentre scrivi significa che lo stai guardando in streaming (lasciamo perdere come...) e allora ti dico che non ha senso vedere questo film su un piccolo schermo. Non è polemica, semplicemente stai vedendo un altro film.

      Elimina
    2. Dal tuo nome intuisco che sei un tantino di parte...
      Io ad esempio ho fatto una gran fatica a vederlo tutto il dune di David e ti assicuro che non sono un appassionato di cinepanettoni

      Elimina
    3. @Kris Kelvin vabbè il film è quello, non è che cambia poi tanto, avessi i soldi andrei al cinema, ma lo comprerò in blu ray ;)

      @Bela's Undead, no non sono di parte, il film mi è piaciuto, solo che sono due visioni diverse di due autori diversi sottolineo, Villeneuve non deve dimostrare nulla a nessuno, però rispetto a Lynch ha semplificato la storia ^_^

      Elimina
    4. Cambia tantissimo, invece. Non è una polemica, ripeto. Ma senza la profondità del grande schermo è davvero un altro film

      Elimina
    5. Questo lo so, non c'è dubbio che visto al cinema è uno spettacolo migliore, una persona utilizza i mezzi che ha a disposizione in mancanza di potersi permettere altro

      Elimina
  3. Credo che la prima parte sarebbe dovuta essere per forza di cose più didascslica ma nella seconda il film si riprende alla grande. Evviva la fantascienza! (E non il fantasy)
    Un abbraccio
    Mauro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo penso anch'io. Infatti non era una critica ma una semplice constatazione. Considerata la complessità del romanzo penso che non fosse possibile fare meglio di così

      Elimina
  4. Per me è un film notevole, che ha il coraggio di osare e rifuggere ogni aspetto commerciale. Solo per questo meriterebbe il massimo dei voti. Poi però c'è anche una struttura tecnica di eccelso livello e una storia che per me non ò affatto banale. Si parla di diversità, inclusione, democrazia, anti-totalitarismo. A me non è pesato per niente, anzi sarei rimasto in sala altre tre ore..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il massimo dei voti non direi, non sono d'accordo. Condivido però il discorso sul "coraggio" nel realizzare un film del genere.

      Elimina
  5. Hai ragione nello scrivere che è difficile recensire un film solo col suo primo tempo... Però già si sono capite parecchie cose! La freddezza di Villeneuve è innegabile (io ho trovato freddo pure il deserto di Arrakis, cosa imperdonabile), comunque ha fatto un gran lavoro di fedeltà all'opera originale. Ho la sensazione però che chi non abbia letto il libro abbia capito solo metà delle cose dette e successe in questo film...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente d'accordo. Un lavoro di assoluta fedeltà al testo letterario che però sarà recepito solo da quella minoranza che ha letto i libri. Il film entusiasma per certi aspetti (soprattutto visivamente) ma di sicuro non emoziona, almeno per adesso

      Elimina
  6. Dune non è noioso, è LENTO. Sono due cose diverse! Il tocco d'autore è proprio la non-velocità, la contemplazione, in un film che ti riconcilia con il cinema. Vi prego, non leggete niente prima di averlo visto, e soprattutto andate a vederlo così che la seconda parte si faccia!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Condivido la tua appassionata arringa! :)
      Quanto all'appello, direi che ti hanno ascoltato in parecchi: per la tua gioia, Dune sta sbancando i botteghini di tutto il mondo... direi che a questo punto il sequel è praticamente certo.

      Elimina
  7. Visto finalmente! Faticoso e fascinoso. O viceversa ;)

    RispondiElimina
  8. Troppo ambizioso, molto fumo e poco arrosto. Effetti speciali ipertrofici ma trama e recitazione molto ordinari. Sopravvalutatissimo.
    R.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi pare un giudizio davvero troppo tranciato... è sicuramente un film ambizioso e in parte irrisolto, tuttavia la messinscena è spettacolare, non si può non riconoscerlo

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...