titolo originale: PER LUCIO (ITALIA, 2021)
regia: PIETRO MARCELLO
sceneggiatura: PIETRO MARCELLO, MARCELLO ANSELMO
cast: LUCIO DALLA, STEFANO BONAGA, UMBERTO RIGHI
durata: 79 minuti
giudizio: ★★★★☆
Biografia avventurosa, romantica e vitale (e perfino immaginaria...) del grande Lucio Dalla, dai difficili esordi negli anni '70 fino alla consacrazione come artista colto e al contempo popolare, amatissimo dal pubblico e incensato dalla critica, attraverso (quasi) cinquant'anni di storia italiana.
Non ho mai amato molto i biopic musicali, fiction o documentari che fossero, specie se quando si trattava di instant-movie preconfezionati (dei veri e propri "coccodrilli") pronti a celebrare il vip del momento appena passato a miglior vita. Confesso quindi di essere andato a vedere Per Lucio con una punta di scetticismo e solo una volta scoperto che questo documentario sul grande musicista bolognese portava la firma di Pietro Marcello, ovvero di uno dei migliori registi italiani del settore, che ha approfittato della pausa forzata dovuta al Covid per ultimare questo progetto cui lavorava da tempo, fin da quando Dalla era ancora in vita...
E badate che non è un dettaglio: Per Lucio non nasce infatti come "santino", come un requiem tardivo a un artista che ha fatto la storia della musica italiana, bensì come un film-tributo verso un uomo, Lucio Dalla appunto, già amico personale del regista (e che aveva molto apprezzato i suoi lavori precedenti, Il passaggio della linea e - soprattutto - La bocca del lupo) e con il quale condivideva in pieno una visione solidaristica e umana della società.
Marcello, infatti, si è sempre distinto (finora) per aver rivolto in ogni suo film le sue attenzioni alla parte più debole del paese, non tirandosi mai indietro sul prendere posizione (anche il suo successo commerciale più grande, Martin Eden, non risparmiava certo giudizi politici in tal senso). Esattamente come Dalla, che fin dai suoi esordi (con le celeberrime 4/3/1943 e Piazza Grande) si era sempre schierato in favore dei più deboli, cantando una Bologna (e un'Italia) "sotterranea", derelitta, lontana dalle luci della ribalta e scomoda agli occhi dei benpensanti.
Il film racconta con trasporto e dovizia di particolari le umili origini di Lucio, dai suoi difficili primi passi nel mondo della musica fino al grande successo popolare, cui buona parte del merito può essere attribuita alla lunga collaborazione con il poeta felsineo Roberto Roversi, per certi versi suo mentore artistico, passando poi per lo "strappo" con quest'ultimo e l'auto-isolamento alle Isole Tremiti in cerca di nuove ispirazioni, fino all'incontro con il filosofo Stefano Bonaga... nel racconto appassionato e concitato degli anni '70 di Dalla c'è anche, ovviamente, una visione tipica dell'Italia dell'epoca, quella di un paese eccitato, confuso e frastornato, passato in pochi anni dall'euforia del boom economico all'austerity, dal benessere sociale agli anni di piombo.
Pietro Marcello, insieme al suo (quasi) omonimo Marcello Anselmo, ha svolto per il film uno scrupolosissimo e dettagliato lavoro di ricerca attingendo a un'autentica mole di filmati di repertorio pubblici e privati, dimostrando (come già in Martin Eden) un'assoluta padronanza nel maneggiare materiali di archivio, e realizzando un film che appassiona come una fiction e commuove come un melodramma, andando a scavare nei ricordi più intimi e personali di Lucio nonchè ad analizzare le parole delle sue canzoni che descrivono un mondo umile e dignitoso, umanissimo e nostalgico, restituendoci istantanee di vie, piazze, strade frequentate da barboni, prostitute, derelitti, emarginati (proprio come ne La bocca del lupo), da un'umanità invisibile che grazie al grande cantautore è stata perlomeno risarcita della sua dignità.
Per Lucio non è quindi "solo" un omaggio a Lucio Dalla (e già anche se fosse "solo" questo meriterebbe la visione) ma soprattutto un reportage storico-politico su come eravamo e come siamo diventati, e su come, possibilmente, non ripetere mai più certi errori tragici del nostro passato (la strage alla stazione di Bologna del 1980 è il capolinea - a livello di "climax" - di un film che di scena in scena cresce di intensità fino a toccare vette drammaticamente impensabili). E' una pagina scritta a ritmo di musica da una grande artista che merita una visione partecipata e appassionata.
Esattamente come le sue canzoni.
Esattamente come le sue canzoni.
Purtroppo non sono riuscito a vederlo, qui è uscito solo per tre giorni e di feriale... ma spero prima o poi di recuperarlo, ne parlano tutti benissimo!
RispondiEliminaSì, in effetti è proprio un bel film. È uscito al cinema solo per tre giorni perchè questa è la politica del distributore Nexo Digital, ma vedrai che si potrà vedere prestissimo in tv: non disperare!!
EliminaBuonanotte.
RispondiEliminaMauro
Spero lo distribuiscano su qualche piattaforma.. mi sembra splendido omaggio.
RispondiEliminaCredo che dopo i tre giorni di programmazione in sala andrà subito su Sky: di solito è questa la politica dei film Nexo
EliminaPietro Marcello è uno dei migliori documentaristi italiani, e Dalla è uno dei miei idoli musicali da sempre: lo voglio vedereeeeee! :D
RispondiEliminaVedi sopra ;)
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