Pagine

lunedì 8 marzo 2021

MUSIC

 


titolo originale:
 MUSIC (USA, 2020)
regia: SIA
sceneggiatura: SIA, DALLAS CLAYTON
cast: MADDIE ZIEGLER, KATE HUDSON, LESLIE ODOM JR., HECTOR ELIZONDO
durata: 108 minuti
giudizio: 



La giovane Music, adolescente autistica, dopo la morte della mamma e della nonna viene affidata alla sua unica parente, la sorellastra Zu, appena uscita dal carcere e con problemi di alcolismo. Il rapporto tra le due donne sarà inizialmente traumatico, ma in seguito proveranno ad affrontare insieme i propri demoni cercando di sostenersi a vicenda...




E' un debutto con (poche) luci e (molte) ombre quello dietro la macchina da presa della popstar australiana Sia, che per il suo esordio da regista sceglie di girare un musical sulla neurodiversità oggetto di aspre critiche (soprattutto da parte della stampa americana) per la scelta di far interpretare il ruolo della protagonista a un'attrice non autistica (la giovane Maddie Ziegler, ballerina professionista, influencer e amica personale di Sia nonchè protagonista di molti suoi videoclip).

Lo dico a chiare lettere, a scanso di equivoci: non sono in grado di valutare se la recitazione della Ziegler sia effettivamente offensiva per chi autistico lo è davvero. A me non è parso così, ma ovviamente non ho le conoscenze tecniche nè l'esperienza per esprimere un giudizio circostanziato. Ho trovato Music un film disordinato, bulimico, incostante, ma tutto sommato sincero nelle intenzioni. I problemi secondo me sono di altro tipo... cercherò di spiegare quali.

Music è una ragazza adolescente affetta da un disturbo verbale della personalità, nel senso che pur non essendo muta non riesce a parlare. Per contro, ha invece un udito finissimo e iper-sensibile che la costringe a portare sempre due grosse cuffie alle orecchie che le fanno da filtro nei confronti del mondo esterno: come tutte le persone autistiche è estremamente abitudinaria e ripetitiva nei gesti e nelle movenze, e ogni piccolo cambiamento nella sua routine quotidiana le provoca una raffica di stimoli tale da mandarla in crisi. A tenerla buona c'è soprattutto, perlappunto, la musica: Music non parla, ma ascolta e assimila tutto che ciò sente immagazzinandolo nella propria testa come nella memoria di un computer: i siparietti coloratissimi, sgargianti e ultrapop che compaiono ogniqualvolta la ragazza pensa con il suo cervello (ovviamente ideati, scritti e cantati da Sia) sono la trasfigurazione filmica della sua mente, il suo modo intimo di esprimersi verso il prossimo.  

L'unica persona a prendersi cura di Music è la sorellastra Zu (una rasatissima Kate Hudson, al rientro in scena dopo tre anni e dopo la terza gravidanza). Zu è una ex alcolista in libertà condizionata che si mantiene spacciando psicofarmaci per clienti facoltosi (tra i quali - in un cameo - compare la stessa Sia). E' la classica sbandata dal cuore d'oro che prova a farsi carico della sorella ma che in realtà non riesce neppure a badare a se stessa... ad aiutare le due donne saranno soprattutto il burbero ma comprensivo vicino di casa George (Hector Elizondo) e l'ex pugile di colore Ebo (Leslie Odom Jr.) con cui Zu proverà un approccio sentimentale inizialmente non ricambiato: Ebo è malato di AIDS e, pur soffrendone, respinge Zu per paura di contagiarla (ma anche per la poca fiducia che ha verso di sè). In questo baillame di (troppe) storie incrociate, Music vive a modo suo il traumatico passaggio dalle premurose cure della nonna (che muore all'improvviso per un ictus) all'affetto tutto "particolare" della sorella, che per sostenerla finisce per combinare guai su guai...

Il film, lo avrete capito, non è esattamente una novità sul tema "fratello degenere ma premuroso che salva quello handicappato" (ogni riferimento a Rain Man è fin troppo ovvio) e oltretutto non eccelle nemmeno musicalmente: le canzoni di Sia sono piuttosto facili e banalotte (vero è che devono rappresentare il modo di pensare di una ragazza adolescente con il cervello di una bambina, ma anche interpretazioni e coreografie secondo me lasciano parecchio a desiderare... specie se pensiamo che la stessa Sia aveva scritto musiche di ben altro spessore e ben più incisive per Vox Lux di Brady Corbet, piccolo cult di inizio millennio interpretato da Natalie Portman), per non parlare di una sceneggiatura che mette da subito fin troppa carne sul fuoco (l'autismo, la prigione, la dipendenza, l'AIDS) senza poi riuscire a sviluppare nessuna traccia nel modo dovuto: per farlo sarebbero occorsi ben più dei 108 minuti di durata del film, che però avrebbero di sicuro nuociuto al ritmo già di per sè non travolgente della pellicola, che anche così ha diversi momenti di stanchezza.

Il problema più grave di Music è la sua inconcludenza, il suo andare continuamente fuori tema. E, conseguentemente, quello di tralasciare l'unico aspetto cui dovrebbe invece dare risalto: la musica come potere salvifico delle persone, vista come un linguaggio di comunicazione universale e assoluto per chi non è abituato a pensare ed esprimersi come noi. Un linguaggio fatto di suoni e dei colori come espressione della sensibilità di chi non riesce (o non vuole) entrare nel nostro mondo. Esattamente come in Arrival o Incontri ravvicinati del terzo tipo, dove in questo caso gli alieni "buoni" sono tutte quelle persone che, come Music, vivono in un universo tutto loro verso il quale è necessario approcciarsi in punta di piedi e senza pregiudizi di superiorità. Succede invece che Music banalizza tutto questo in poco più un'ora e mezza di quadri pop di scarso livello e una storia già vista che non scava mai nel profondo (proprio come nella mente della ragazza). Una bella occasione sprecata. Un vero peccato.

6 commenti:

  1. Non ho fatto in tempo a vederlo su My Molise ma mi avrebbe incuriosito. Da quello che ho capito non é il "solito" film sulla malattia ma qualcosa di più spensierato. Spero di poterlo recuperare in qualche modo.
    Buona serata.
    Mauro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diciamo che vorrebbe trattare il tema della malattia con un approccio più "rockeggiante", ma il livello musicale a mio avviso è molto modesto. Se vuoi vederlo lo trovi abbastanza facilmente sui soliti siti di streaming "alternativo"....

      Elimina
  2. Dissento dalla tua recensione. L'interpretazione della ragazza autistica è davvero imbarazzante, autistica non vuol dire ritardata. L'autismo non è un handicap, è una diversità esattamente come avere la pelle bianca o nera o essere alti o bassi di statura. Qui invece viene fatto passare come una menomazione mentale. E' assurdo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come ho scritto, non sono davvero in grado di giudicare l'interpretazione della Ziegler perché esula dalle mie conoscenze su un argomento complicatissimo... però i tuoi toni mi paiono molto duri: io non ho avuto la tua stessa impressione: l'ho trovato un film molto sincero, magari un po' confusionario ma onesto

      Elimina
  3. Nemmeno io entro nel merito della questione legata alla protagonista perchè non ho elementi di giudizio. Dico però che per essere un musical mi sembra davvero debole, la qualità artistica della canzoni è molto bassa. Non conosco questa cantante ma se questa è una "popstar" allora... lo possiamo diventare tutti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che dire... sulle canzoni di QUESTO film non posso che condividere il tuo pensiero: si tratta di brani musicalmente molto, molto modesti. Però Sia aveva composto anche la partitura di "Vox Lux" di Brady Corbet e quella era di tutt'altro spessore (vedi per credere). Chissà... forse la verità starà nel mezzo;)

      Elimina