titolo originale: MISBEHAVIOUR (GB, 2020)
regia: PHILIPPA LOWTHORPE
sceneggiatura: GABY CHIAPPE, REBECCA FRAYN
cast: KEIRA KNIGHTLEY, GUGU MBATHA-RAW, JESSIE BUCKLEY, KEELY HAWES, PHYLLIS LOGAN, LOREECE HARRISON, RHYS IFANS, GREG KINNEAR
durata: 106 minuti
giudizio: ★★★☆☆
Londra, 1970. Un gruppo di femministe studia un piano per boicottare la cerimonia di premiazione di Miss Mondo, condotta tra gli altri dal celebre attore americano Bob Hope, e che vede partecipare per la prima volta ragazze di colore provenienti da Grenada e dal Sudafrica, ancora in pieno apartheid.
Il femminismo era infatti solo uno dei tanti movimenti scaturiti dal malcontento sociale di quegli anni: erano tempi di grandi differenze di classe, di cultura, di idee, di concezione del mondo. La giovane attivista Sally Alexander (una Keira Knightley volutamente nemmeno troppo protagonista, che ha insistito a lungo per ottenere questo ruolo) non viene discriminata "solo" in quanto donna e per giunta divorziata con prole, ma anche in quanto esponente di quel ceto medio, borghese, conservatore, inviso alle masse operaie e ultra-progressiste.
Sally si trova così a combattere tra due fuochi: da una parte lotta per i diritti delle donne illudendosi di poter cambiare il sistema "dall'interno" attraverso il dialogo, la discussione, il confronto, cercando di sovvertire gli umilianti pregiudizi dei colleghi uomini che la escludono da qualsiasi collaborazione sul posto di lavoro, dall'altra si vede contestata e vittima di ulteriori pregiudizi, questa volta femminili, da parte delle frange più popolari, reazionarie e oltranziste del femminismo, che la vedono come una viziatella figlia di papà che gioca a fare la sindacalista...
Eppure sia Sally che il gruppo di femministe con cui viene a contatto (capeggiate da una convincente Jessie Buckley) si battono per lo stesso problema: la discriminazione delle donne e la mercificazione del loro corpo, cui l'elezione di Miss Mondo ben rappresenta l'emblematica goccia che fa traboccare il vaso, ma anche una formidabile occasione di visibilità. Da qui l'idea comune di boicottare la rassegna infiltrandosi tra il pubblico e irrompendo sul palco con cartelli e pistole ad acqua, facendo saltare la cerimonia e guadagnandosi notorietà in tutto il mondo.
Succede però che proprio durante la preparazione della clamorosa protesta, Sally scopre che quel concorso di bellezza viene vissuto in maniera ben diversa non solo dalla propria piccola figlia (che sogna ingenuamente di sfilare in passerella ammirata da tutti) ma anche dalle concorrenti stesse, molte delle quali vedono nella manifestazione un'opportunità per vedersi finalmente riconosciuti i propri diritti in paesi tutt'altro che democratici o democratici solo in apparenza. E' il caso di Miss Sudafrica (Loreece Harrison), prima ragazza di colore a partecipare al concorso, la cui partecipazione è stata imposta dal proprio governo come tentativo ipocrita per mascherare l'odioso apartheid, oppure di Miss Grenada (la bellissima attrice britannica Guga Mbatha-Raw) anch'essa discriminata fuori dal palcoscenico per la sua pelle ambrata...
Due facce della stessa medaglia, dunque, con l'evidente intenzione da parte della regista Philippa Lowthorpe di mostrarci come ogni aspetto della nostra vita sia pieno di sfumature e di come la visione delle cose a volte cambi parecchio a seconda di come le si guardano: non esiste solo il bianco e nero, il giusto e lo sbagliato, il femminismo e il maschilismo. L'importante è affrontare ogni problema con il giusto atteggiamento, senza preconcetti e in maniera costruttiva, senza mettere il capo sotto la sabbia. E soprattutto non stare in silenzio, confrontare le proprie idee, avere rispetto degli altri e non avere paura di fare scelte anche impopolari e rischiose, perchè ognuno di noi, in proporzione alla sua capacità di influenzare l'opinione pubblica, ha la responsabilità di contribuire a rendere il mondo migliore.
Il film ha una struttura piuttosto canonica, senza particolari guizzi di sceneggiatura, eppure riesce lo stesso a convincere e perfino a commuovere (specie nei titoli di coda, dove ai volti delle attrici si sostituiscono quelli delle vere protagoniste). Una pellicola semplice e vivace, impegnata ma non impegnativa, forse un po' troppo "educata" (d'altra parte, siamo inglesi...) ma che si lascia guardare davvero con simpatia e interesse. Giusto quello che ci vuole per queste noiose serate di quarantena e per il periodo che stiamo vivendo.
Sembra interessante. In questo periodo stanno uscendo molti film sul femminismo.
RispondiEliminaUn caro saluto.
Mauro
il film è uscito nel Regno Unito nel weekend della festa della donna, poi il lockdown lo ha ovviamente penalizzato. Speriamo che da noi riesca ad avere un minimo di distribuzione.
EliminaRicambio i saluti, caro Mauro
Ecco, finalmente un film che parla di femminismo senza farlo in maniera odiosa. Sembra interessante anche a me.
RispondiEliminaNon passerà alla storia ma si guarda con vero piacere: è una pellicola volutamente semplice ma che tratta temi importanti in modo equilibrato e senza dogmi ideologici. Penso che possa davvero piacere a tutti.
EliminaCiao! Sono contenta che sei tornato a scrivere! Questo film mi interessa, penso che lo vedrò. Un carissimo saluto! <3
RispondiEliminaBen ritrovata! In realtà faccio sempre più fatica a scrivere e mi piaccio sempre meno come scrivo... ma ormai questo piccolo blog per me è come la coperta di Linus: come potrei farne a meno? :)
EliminaAllora viva Linus!
EliminaContinua così comandante che vai benissimo
Saluti
Non mi stupirei se Keira Knightley e la compostezza inglese riuscissero lì dove Bombshell ha fallito. Grazie per la segnalazione!
RispondiEliminaGrazie a te per l'attenzione! Keira è sempre stata impegnata socialmente ed si è sempre battuta per i diritti delle donne: non a caso ha desiderato fortemente apparire in questo film pur se in una parte non da piena protagonista. Di sicuro mi è piaciuto molto più del trattenutissimo Bombshell!
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