venerdì 10 aprile 2020
RICORDI DI CINEMA (E DI PERSONE) VENEZIA, PASSIONE E ROMANTICISMO...
Saranno i giovani a salvare il cinema, se questo si salverà del coronavirus. Ne sono assolutamente convinto. Saranno la passione e l'amore per l'arte a tenere in vita quella "fabbrica di sogni" che ci accompagna da più di un secolo. Il cinema ti dà emozioni forti, e chi meglio dei giovani è disposto a lasciarsi emozionare? I giovani hanno entusiasmo, vitalità, ardore, e soprattutto sanno (ancora) sognare. Mi ricordo ancora di quella volta a Venezia...
Sì, Venezia, Mostra del Cinema. Sempre lì vado a parare perchè, come dico sempre, i Festival sono il rifugio per eccellenza dei cinefili: ci si va per condividere una passione, per stare insieme, per confrontarsi, per tuffarsi in una bolla di sapone che ti avvolge totalmente per una decina di giorni, lasciando tutto il mondo fuori. Ed è bellissimo.
Era la Mostra del 2012, e stavo tornando in vaporetto al Lido dopo una sosta veloce in città per cena. Crepuscolo, aria mite di settembre, un panorama che nessun'altra città al mondo può vantare: c'è parecchio di peggio nella vita... succede che mentre sto per scendere noto per terra uno zainetto da donna, evidentemente sfuggito alla legittima proprietaria. Potrei portarlo al deposito bagagli, oppure alla polizia locale, ma mi cade l'occhio su un particolare.
Nella taschetta anteriore, aperta, ci sono dei fazzolettini di carta, una pochette con (pochi) trucchi, una penna e soprattutto, in bella mostra, un biglietto per l'imminente proiezione delle 19,45: il film è The Master di P.T. Anderson, con Joaquim Phoenix e Philip Seymour Hoffman, ovvero il film più atteso della mostra. Costo: 45 euro, non proprio a buon mercato, ma è la proiezione ufficiale, quella con la presenza in sala degli attori e del regista. I biglietti sono stra-esauriti da settimane, se fossi una brutta persona m'improvviserei bagarino...
Invece no, ovviamente non ne sarei capace. Frugo nello zaino nella speranza di trovare un nome, un numero di telefono, un recapito, invece trovo solo una felpa e un ombrellino. Sono sinceramente dispiaciuto. Che fare? Alla proiezione manca meno di mezz'ora, non posso far altro che portare zaino (e biglietto) in biglietteria nella speranza che la proprietaria abbia la mia stessa idea. Al box informazioni sono gentilissimi, come sempre a Venezia: insistono perchè lasci il mio numero di cellulare, nel caso che l'eventuale proprietaria del biglietto capitasse lì e volesse ringraziarmi. Rispondo un paio di volte che non è necessario, alla fine mi faccio convincere e lascio il numero... tanto, col mio proverbiale pessimismo, sono sicuro che quel biglietto rimarrà lì.
Nel frattempo mi vado a vedere un bel film (La città ideale, con Luigi Lo Cascio, ambientato a Siena) e quando esco, un paio d'ore dopo, riaccendo il cellulare e con mia sorpresa vedo una serie di chiamate da un numero sconosciuto... c'è anche un sms (un sms "vero", whatsapp non ce l'avevamo ancora). Dice semplicemente "mi hai salvato la vita" (un po' esagerato, eh!) "se ti va chiamami prima di mezzanotte". Guardo l'orologio, sono quasi le 23. Faccio il numero, mi risponde una voce femminile: dice di chiamarsi Barbara, ha appena visto The Master, ha fatto le foto a Joaquim Phoenix e vuole assolutamente vedermi. Come Cenerentola, insomma.
La raggiungo all'attracco dei vaporetti: è una studentessa poco più che ventenne, molto carina, capelli lunghi castano chiari, mossi. Veste in jeans, sneakers e giubbino nero di pelle. E' al settimo cielo: mi racconta che vive a Roma e che è venuta a Venezia da sola, per la prima volta, ha speso praticamente tutti i suoi risparmi per il viaggio in treno, il biglietto d'ingresso e l'hotel (Dio solo sa quanto è cara Venezia...). Domattina tornerà a casa, una breve toccata e fuga di una notte, giusto per vedersi il film e vivere l'atmosfera di un Festival. Mi ringrazia infinite volte per averle salvato il giorno più bello della sua vita... mi confida che studia al Dams, che vorrebbe lavorare nel cinema e sogna, un giorno, di fare l'inviata proprio alla Mostra.
Glielo auguro, ovviamente. Lei risale sul vaporetto e torna in città. Dopo quella notte non l'ho mai più vista nè sentita, ma spero tanto, davvero, che sia riuscita a coronare il suo sogno. Perchè il cinema ha bisogno di ragazzi e ragazze che sappiano sognare, che sappiano entusiasmarsi e non si stanchino mai della bellezza di questa meravigliosa arte. Per il bene di tutti.
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Mi è piaciuto moltissimo questo aneddoto, ottimo veicolo per un messaggio positivo, cioè una cosa di cui in questi giorni abbiamo un gran bisogno. Anche io sono stata alla Mostra del Cinema di Venezia, alcuni anni fa, l'atmosfera e gli avvenimenti di quei dieci irreali giorni saranno sempre con me. Grazie per questo post!
RispondiEliminaGrazie a te per il commento e per le belle parole! È vero, sono momenti difficili per tutti... e i bei ricordi ci possono dare una mano!
Eliminap.s. e ho pure scoperto un altro blog! passerò volentieri a trovarti! ;)
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