titolo originale: THE INVISIBLE MAN (USA/AUSTRALIA, 2020)
regia: LEIGH WHANNELL
sceneggiatura: LEIGH WHANNELL
cast: ELIZABETH MOSS, ALDIS HODGE, OLIVER JACKSON-COHEN, STORM REID
durata: 124 minuti
giudizio: ★★★★☆
Una giovane donna fugge in strada nottetempo per liberarsi dall'oppressione del compagno violento e possessivo, nonchè facoltoso uomo d'affari. Dopo aver trovato rifugio presso un amico d'infanzia, la ragazza apprende in seguito la notizia della morte del suo persecutore. Quando però sembra riuscire lentamente a riappropriarsi della propria vita, una misteriosa presenza invisibile comincia a perseguitarla e minacciarla, inducendola alla pazzia...
E invece, proprio il clamoroso insuccesso de La Mummia ha convinto i produttori del film a fare marcia indietro e abbandonare l'idea di un costoso giocattolone d'intrattenimento in luogo di un prodotto assolutamente meno convenzionale, alternativo e decisamente più interessante del progetto originale. Ridimensionati drasticamente budget e ambizioni, a scrivere e dirigere il nuovo film è stato chiamato l'australiano Leigh Whannell (già autore del piccolo cult fantascientifico Upgrade) che ha scelto di mantenere solo l'idea di base del famoso romanzo di H.G. Wells per farne invece un'opera assolutamente personale e, come vedremo, incredibilmente al passo coi tempi.
Il nuovo Uomo Invisibile è infatti un film a basso costo, quasi di nicchia, molto vicino al cinema indipendente, dove Whannell decide di ribaltare completamente la prospettiva classica (quella dello scienziato pazzo e malvagio) per raccontare la vicenda dal punto di vista della vittima, che per giunta diventa una donna: una giovane ragazza succube di un compagno violento e prevaricatore che cerca in tutti i modi di sfuggire al suo amaro destino di donna-oggetto, trasformando la pellicola in un teso thriller contemporaneo per niente banale, che pone l'attenzione sul dramma della violenza fisica e verbale contro le donne e della condizione femminile in genere.
Operazione riuscita in pieno, va detto. L'Uomo Invisibile ha infatti il merito di scuotere le coscienze, soprattutto degli uomini, di sicuro molto più, ad esempio, di un film ben più ricco e velleitario come Bombshell (di cui abbiamo parlato qualche giorno fa) che lasciava tutto in superficie, stando ben attento a non irritare nessuno... invece la pellicola di Whannell è assolutamente credibile nel rappresentare una condizione purtroppo molto comune, in special modo in contesti insospettabili come quello descritto nel film, ovvero la vita apparentemente dorata di un uomo facoltoso, megalomane, che si sente onnipotente e non contempla la possibilità di un rifiuto da parte di chi gli sta accanto. A qualsiasi costo.
Ma, a ben vedere, per un'incredibile coincidenza temporale, L'Uomo Invisibile diventa anche un clamoroso specchio di quello che tutti noi stiamo passando in questo complicato momento storico: c'è un essere umano che lotta contro un nemico che non si vede, subdolo, difficile da combattere e da tenere lontano pur adottando ogni precauzione... ogni riferimento al coronavirus non è certo casuale: è difficile aver paura di ciò che non vediamo, è difficile spiegarlo agli altri, è difficile sopportare le restrizioni imposte dai protocolli. Cecilia (una brava Elisabeth Moss, la protagonista) è una donna che viene creduta pazza (proprio come i medici di Wuhan che all'inizio scoprirono l'epidemia) per il solo fatto di denunciare un pericolo che nessuno avverte se non al verificarsi delle estreme conseguenze, quando ormai è troppo tardi. Questo film non poteva uscire in un momento migliore.
L'Uomo Invisibile è una "tosta" pellicola di genere che riesce a tenere alta l'attenzione dello spettatore pur ispirandosi a una vicenda piuttosto nota. La trama, seppur prevedibile, è ben strutturata e regge benissimo il pathos che ci si aspetta, con dei momenti anche piuttosto forti da horror puro. E' questo il cinema "popolare" che ci piace: un intrattenimento intelligente, credibile, mai banale, ben lontano dal clangore sterile dei cinecomics targati Marvel e DC Comics. Tanto di cappello dunque alla Universal, che attraverso la controllata Blumhouse ha avallato e creduto nell'operazione.
Bellissimo, mi è piaciuto molto, una pellicola tosta, dove la protagonista deve far credere agli altri che quello che dice è vero, e non è affatto facile.
RispondiEliminaEsatto. Non è facile lottare contro un nemico invisibile. Se ne sono accorti anche i medici di Wuhan, i primi a scoprire il Corona Virus.
EliminaMi è piaciuta moltissimo l’interpretazione della Moss però il film l’ho trovato nella media. Non era male però poteva essere fatto un po’ meglio data la prevedibilità e un po’ di carenza dal punto di vista horror.
RispondiEliminaÈ ovvio che un film del genere non poteva certo puntare sulla prevedibilità, essendo tratto da un romanzo scritto più di un secolo fa e già trasposto al cinema svariate volte.Gli aspetti più interessanti stanno appunto nell'attualizzazione al presente, nelle fobie del nostro tempo, dal ribaltamento del punto di vista. Fermo restando la bella interpretazione della Moss.
EliminaHai ragione, il collegamento con l'attualità e evidente. E ci fa capire quanto è difficile lottare contro un nemico invisibile.
RispondiEliminaBuon weekend e sopratutto buon 25 aprile!
Mauro
Grazie Marco! Buona Liberazione anche a te!
EliminaMolto bello e lei è superlativa. Mi è piaciuto parecchio per come coniuga il genere ad un tema importante senza appesantirlo ma trasmettendolo in maniera egregia.
RispondiEliminaCondivido. È un film di puro genere che sfrutta un genere (più thriller che horror) per aprirci gli occhi sul presente. E la Moss è davvero bravissima: il film è tutto sulle Sue spalle.
EliminaAppena finito di vedere, inquietantissimo! Però bello, condivido il tuo pensiero. Sono felice di averlo visto proprio oggi per il 25 aprile, anche questo film ci fa capire bene cosa significano oppressione e privazione di libertà!
RispondiEliminaEsatto. Oggi c'è chi si lamenta di non poter uscire di casa, mentre i nostri nonni hanno fatto la guerra: non è proprio la stessa cosa! Ringraziamo e rispettiamo per chi ci ha rimesso la pelle affinché noi tutti possiamo festeggiare mezzo giorno!
EliminaOttimo commento. Hai scritto in poche righe una recensione che condivido appieno. In effetti col senno di poi possiamo davvero ben dire che il "ritiro" della Universal ha fatto guadagnare tantissimo in qualità al film. Molto meno invece, purtroppo, dal punto di vista commerciale...
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