titolo originale: TOLO TOLO (ITALIA, 2020)
regia: CHECCO ZALONE
sceneggiatura: CHECCO ZALONE, PAOLO VIRZI'
cast: CHECCO ZALONE, SOULEYMANE SILLA, MANDA TOURE', NASSOR SAID BIRYA
durata: 93 minuti
giudizio: ★★★☆☆
Spinazzola, Puglia: Checco, stufo del reddito di cittadinanza, apre un sushi-restaurant in paese ma viene ben presto travolto dai debiti. Inseguito dai creditori trova rifugio in Africa, dove si arrangia come cameriere e prova a rifarsi una nuova vita. L'improvviso scoppio di una guerra lo costringerà però a ritornare in Italia seguendo la rotta dei migranti...
Ci riusciva in passato Alberto Sordi, ci riusciva Paolo Villaggio, non esattamente due signori qualunque. E Zalone può definirsi a buon titolo il degno erede di questi due grandi artisti: chi scambia la sua comicità per qualunquismo è clamorosamente fuori strada perchè confonde la causa con l'effetto: è infatti l'Italia di oggi (non Zalone) ad essere qualunquista, meschina, ignorante, trash. Zalone attinge a pieni mani da questo squallido mare magnum per rivendere a noi che stiamo dall'altra parte dello schermo quello che sappiamo ma che non abbiamo coraggio di ammettere. Centrando in pieno il bersaglio.
Come ormai sanno anche i muri Tolo Tolo, il suo nuovo film, parla di immigrazione: argomento "incandescente" nell'Italia di oggi, che fa vincere o perdere le elezioni a seconda di come tira il vento... e il buon Luca Medici che cosa fa? Una genialata! Prima fa uscire un trailer ambiguo (questo, meraviglioso!) in cui sembra in apparenza strizzare l'occhio al popolo bue fascio-leghista, sovranista e razzistoide, per poi sbugiardarlo clamorosamente con un film sorprendente e persino delicato, che non solo ha una posizione diametralmente opposta riguardo l'accoglienza e l'integrazione degli immigrati, ma sbeffeggia senza pietà le idee ridicole, ottuse e meschine di chi pensa di gestire i flussi migratori con i "decreti sicurezza". Pensate la goduria: quegli stessi personaggi che prima volevano Zalone senatore a vita adesso vorrebbero quasi ritirare il film dalle sale! Non è uno spasso?
Ci voleva Zalone, insomma, per far uscire al cinema il film italiano più politico e coraggioso degli ultimi anni. Che, ribadisco, non sarà stilisticamente perfetto ma ha il gran merito di prendere una posizione forte ed esplicita sull'argomento, cosa che la politica non riesce più a fare. Un bel salto di qualità per un personaggio nato dalla tv e poi sapientemente convertitosi al cinema, dosando la sua immagine e sfruttando appieno le sue qualità di showman. Con Tolo Tolo Zalone abbandona la sua "comfort zone" (condita da incassi stratosferici) per affrontare un tema così importante senza mai cadere nel ridicolo o nel pietismo: il suo è un racconto naif ma toccante, che malgrado la narrazione un po' fiabesca e sempre irriverente (in questo, come hanno scritto in molti, ricorda davvero La vita è bella di Benigni) riesce a rendere perfettamente l'idea del terribile "viaggio della speranza" compiuto dai tanti derelitti in cerca di una vita migliore...
Tolo Tolo non è una carrellata di sketch appiccicati insieme dal montaggio, come quasi tutte le pellicole precedenti del suo protagonista. Qui c'è una storia vera, una trama, un senso compiuto. In poche parole, una sceneggiatura degna di questo nome. In questo, ovviamente, la scrittura a quattro mani con Paolo Virzì ha avuto il suo peso ed ha compensato le carenze registiche di Zalone (che qui per la prima volta si mette anche dietro la cinepresa, interrompendo la storica collaborazione con Gennaro Nunziante). Il film è ancora un tantino "grezzo" dal punto di vista tecnico, e sicuramente non "fa ridere" quanto i precedenti, per quanto le gag non manchino... il problema (si fa per dire, in realtà è un gran pregio) è che per capirle appieno bisogna avere un minimo di conoscenza dell'argomento, cosa tutt'altro che scontata per l' "itagliano medio", che qui viene beffardamente deriso... insomma, per quanto incredibile possa sembrare (visti gli incassi) Tolo Tolo non è un film per tutti!!
E' però un buon film di intrattenimento, che annovera pure un bel cast (molto bravi Souleymane Silla e la bellissima Manda Tourè) e soprattutto ha il dono della sintesi: dura appena 93 minuti, giusti giusti, quelli che ci vogliono e quelli che servono a Zalone per regalarci una comicità a tratti delicata e a tratti cinica e scorretta, che non risparmia nessuno, tantomeno il benpensantismo di sinistra (qui felicemente incarnato dalla figura del giornalista francese, un "progressista con il Rolex" tanto fascinoso quanto inconcludente).
No, Zalone proprio non ce la faccio! Non contesto affatto quello che scrivi, però lo trovo un umorismo davvero di bassa lega lontanissimo dal mio modo di pensare. Lo guarderò in tv appena lo daranno ma non ci spendo 8 euro. Non ci riesco.
RispondiEliminaPerdonami!
Buona gornata.
Mauro
Ci mancherebbe, Mauro! Non voglio convincere nessuno, è solo la mia opinione. Non trovo affatto di bassa lega l'umorismo di Zalone (soprattutto in questo film) è ovvio che sia un film commerciale fatto per il grande pubblico, ma quest'anno e negli anni passati ho visto ben di peggio! :)
EliminaZalone si conferma autore intelligente e sempre sul pezzo. Qui dimostra anche acume e senso della morale, di più non si poteva chiedere.
RispondiEliminaSì, lo penso anch'io. E' il Paolo Villaggio dei nostri tempi, anche se i personaggi sono ovviamente molto diversi. Ma lo sguardo sulla società italiana attuale è lo stesso.
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