martedì 19 marzo 2019

MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITA'



titolo originale: MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITA' (ITALIA, 2019)
regia: DANIELE LUCHETTI
sceneggiatura: FRANCESCO PICCOLO, DANIELE LUCHETTI
cast: PIF, THONY, RENATO CARPENTIERI
durata: 93 minuti
giudizio: 


Dopo essere morto in un incidente stradale, a un uomo viene concesso di tornare sulla Terra per 92 minuti, per regolare i conti con la sua vita e prendere coscienza di quanto siano importanti le piccole cose, quelle di cui quasi mai ti accorgi ma che, messe tutte insieme, creano la felicità...




Consiglio spassionato: anche se non avete ancora visto questo film, anche se non avete voglia di vederlo, anche se non vi piace Pif e il suo umorismo sempre uguale, leggetevi i due libri di Francesco Piccolo: quello da cui è tratto il film e quello, speculare, uscito qualche anno dopo (Momenti di trascurabile infelicità). Perchè questi due manualetti fatti di sketch, frammenti, istantanee di vita quotidiana, sono una specie di guida per star bene. La teoria di Piccolo è semplice e inattaccabile: la felicità è fatta di piccole cose, di momenti (perlappunto) in apparenza trascurabili, ma che messi in fila tutti insieme aiutano a vivere meglio...

Non era semplice riuscire a tirar fuori un film da due libri così particolari, ma Daniele Luchetti e lo stesso Piccolo sono ricorsi a uno stratagemma non originalissimo ma efficace: sulla falsariga del cinema classico, soprattutto americano (da Il Paradiso può attendere a La vita è meravigliosa) hanno immaginato che un uomo (nel nostro caso interpretato da Pif, marito e padre di famiglia) morto in un incidente stradale, venga rimandato sulla Terra per un banale "errore di calcolo" di un solerte funzionario dell'aldilà (Renato Carpentieri), che per rimediare gli concede ancora 92 minuti di vita: un'ora e mezza per mettere a posto le cose, fare i conti con il passato, salutare le persone care e (ri)salire in cielo senza rimorsi.


Certo, 92 minuti sono pochissimi per dirsi addio: impossibile pensare di sistemare tutto, spiegare tutto, compiere gesti eclatanti e risolutori. Bastano appena per riunire la famiglia e rendersi conto che la vita non è fatta di "scene madri" bensì di piccole situazioni quotidiane che fanno in modo che valga la pena essere vissuta. E anche quando non ci riesce, quando inevitabilmente qualcosa non va, sono sempre piccoli, trascurabili momenti che contribuiscono alla nostra maturazione e creano i giusti anticorpi all'infelicità: litigi, idiosincrasie, distrazioni, infedeltà occasionali, tutto rientra nell'ingranaggio perfetto che ci consente di percorrere la nostra strada senza voltarci indietro.


Detto così è lecito aspettarsi un film inevitabilmente buonista e molto, molto meno graffiante del testo letterario. E in effetti, specie nel finale, un po' di melensaggine affiora... ma non in modo fastidioso, anzi: Luchetti riesce a dosare bene gli ingredienti plasmando una commedia intimista, garbata, grottesca ma lieve, senza mai scivolare nel ridicolo involontario o impantanarsi nella melassa. E' di sicuro il suo miglior film degli ultimi anni (non che ci volesse molto, dopo i disastrosi Chiamatemi Francesco e Io sono Tempesta), in cui la comicità dissacrante di Piccolo viene stemperata in toni piuttosto malinconici, ben lontani dal divertente cinismo dei libri. Ma è una malinconia sincera, un tocco di romanticismo e coinvolgimento più che apprezzabile, che fa bene al cuore.

Merito anche di una location insolita (una Palermo finalmente protagonista per la sua bellezza e non per i suoi problemi) e una partitura musicale azzeccata (di Franco Piersanti), che affianca e dà vigore a una sceneggiatura ben costruita che riesce a coniugare la comicità surreale del protagonista (Pif) all'intensa interpretazione della bella Thony, nel ruolo della moglie spaesata (per ciò che avviene) ma risoluta e affettuosa nei confronti del compagno. Un ritratto femminile forte e tenero insieme, come purtroppo sempre più di rado capita di vedere nel cinema italiano.


7 commenti:

  1. l'ho visto la settimana scorsa, e l'ho trovato molto carino. E Renato Carpentieri, come sempre, lascia il segno. E ho imparato che i centrifugati non servono a niente! :)

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    1. Eh sì! 'sta storia delle centrifughe è la cosa più carina del film! :D
      d'accordo su Carpentieri: forse poteva essere sfruttato meglio (in questo film)

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  2. I libri di Piccolo sono chiaramente più graffianti e funzionano molto meglio del film, anche per il fatto (come hai scritto te) che sono difficili da tradurre in immagini. Però devo dire che anche il film si lascia vedere e riesce pure a commuoverti un pochino. Ampiamente sufficiente secondo me.

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    1. Ma anche a me è piaciuto... siamo assolutamente d'accordo: la satira di Piccolo è certamente più incisiva ma è chiaro che tradurla in immagini è difficile. E Luchetti, a mio avviso giustamente, ha deciso di dare al film un'impronta più romantica e malinconica. Il risultato non è affatto da disprezzare, anzi.

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  3. Che bello vedere Palermo protagonista del grande schermo, finalmente. Bella recensione!

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    1. Grazie! A Palermo non ci sono mai stato, ma tutti ne decantano le meraviglie... e in effetti ci si innamora anche solo delle immagini :) spero prima o poi di visitarla: un viaggio in Sicilia è nei miei progetti da sempre!

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