titolo originale: THE OLD MAN AND THE GUN (USA, 2018)
regia: DAVID LOWERY
sceneggiatura: DAVID LOWERY
cast: ROBERT REDFORD, SISSY SPACEK, CASEY AFFLECK, TOM WAITS , DANNY GLOVER
durata: 93 minuti
giudizio: ★★★★☆
La storia "quasi tutta vera" di Forrest Tucker, ladro gentiluomo ultrasettantenne che all'inizio degli anni '80, insieme ai suoi due complici (coetanei), rapinò decine di banche senza mai sparare un colpo, sfruttando le sue doti di uomo affascinante e affabulatore…
"A me non interessa guadagnarmi da vivere, a me interessa vivere"
A 82 anni suonati ha dichiarato più volte che questo sarà il suo ultimo film, ma noi tutti, davvero tutti, speriamo che ci ripensi: esattamente come il suo personaggio in Old Man and The Gun, che rapinava banche non per necessità ma per sentirsi vivo, ci piacerebbe che Robert Redford si accorgesse di non poter fare a meno di recitare… anche se in effetti questo film ha tutta l'aria di essere davvero il suo tributo, un malinconico ma allo stesso tempo anche irriverente saluto di commiato al mestiere di attore.
Old Man and The Gun ha infatti tutti i crismi dell'addio (vi avverto: se amate Redford - ma chi non lo ama? - e siete inclini al sentimentalismo, piangerete dall'inizio alla fine come il sottoscritto) ma non c'è spazio per la pesantezza: è un po' come i funerali "all'americana" (perdonatemi l'analogia un po' pesante, ma rende bene l'idea) dove tutti si riuniscono intorno alla salma mangiando e socializzando, senza fare drammi. E' un film-omaggio nostalgico ma tutt'altro che retorico, anzi: il regista David Lowery, anche sceneggiatore, ha badato bene di non infarcirlo di lacrime a comando, lasciando spesso il passo all'ironia e affidandosi all'immenso carisma del suo protagonista e dei suoi meravigliosi comprimari.
Così, l'ultimo film di Robert Redford è una specie di Prova a prendermi della terza età: la storia "quasi tutta vera" del ladro gentiluomo Forrest Tucker è una tenera ballata a ritmo di jazz in un'America ingenua e accomodante, deliziosamente vintage, splendidamente fotografata in un formato 16mm che sgrana l'inquadratura e ci riporta agli anni '70, ai tempi di Butch Cassidy (cui i titoli di testa sono uno smaccato omaggio) quando ancora si potevano rapinare banche "armati" di una pistola mai usata e col sorriso sulle labbra…
E come in ogni melodramma che si rispetti, non poteva mancare la storia d'amore: quella tra Forrest Tucker e la sua ultima fiamma, Jewel (una Sissy Spacek anche lei sempre meravigliosamente fascinosa) non ha nulla a che vedere con quella nichilista de I ponti di Madison County, quando Clint Eastwood e Meryl Streep si dicevano per sempre addio sotto la pioggia battente. Qui invece i due attempati amanti si rincorrono e si riprendono, si cercano e si ritrovano, cedono volentieri al romanticismo e pure alla passione: la loro intesa è perfetta, da far impallidire le giovani coppie della Hollywood contemporanea. Se ne accorge pure un detective poco convinto della sua missione (un misurato Casey Affleck) che preferisce osservare le sue prede anziché catturarle. E' tutta una fiction? Magari sì, ma di una bellezza abbagliante.
Old Man and The Gun scivola via che è un piacere, attraverso 93 minuti che non pesano mai (e che, al contrario, ti "prendono" dall'inizio alla fine). A farci trepidare è sempre lui, Robert Redford, talvolta assecondato da due complici davvero sui generis (Tom Waits e il redivivo Danny Glover) ma che non scalfiscono mai il suo immenso carisma: quello di un autentico, vero, grande attore, uno dei pochissimi capaci di reggere un film intero sulle sue spalle facendocelo apparire leggero leggero, uno che non ha paura di mostrarci con orgoglio le sue rughe (le primissime inquadrature, tutte in primo piano, sembrano quasi una dichiarazione d'intenti) e capace di trasmetterci il piacere della recitazione. Il piacere di chi ama il mestiere più bello del mondo.
Ci mancherai tanto, compagno Bob.
E' un po' la fotocopia di Le nostre anime di notte, con Sissy Spacek al posto di Jane Fonda. Carini entrambi, ma se Redford ormai deve fare solo questi ruoli fa bene a smettere secondo me.
RispondiEliminaNon sono d'accordo... sono due film ben diversi, secondo me: "Le nostre anime di notte" è un film sentimentale, intimo, e anche un po' scontato (te lo concedo, seppur gradevolissimo). "Old Man and the Gun" è invece un film decisamente politico, seppur "mascherato" da pellicola retrò. Opinione personale, ovviamente
EliminaIo speravo sempre in un seguito de A piedi nudi nel parco per le nozze d'oro di Corey e Paul Bratter, e invece il nostro Bob ci saluta con questo film. Da recuperare, che ancora al cinema non sono riuscita ad andare...
RispondiEliminaSì, me lo avevi già detto... :) :) :)
EliminaMa temo che difficilmente vederemo questo sequel, anche se... mah, io non ci credo fino in fondo che il vecchio Bob voglia "rintanarsi" per sempre dietro la mdp ;)
a breve lo vedrò anche io :)
RispondiEliminaaspetto la tua recensione!
EliminaMi è piaciuto anche se non esaltato: ben costruito e ottimamente recitato. Bellissima la parte finale con tutte le fughe, compresa una sequenza originale da "La caccia" di Arthur Penn.
RispondiEliminaVero: quelle sequenze di repertorio sono un chiaro e affettuoso omaggio a Redford, esattamente quello che ci si aspetta da un film-tributo come questo.
EliminaGrazie della segnalazione. Pensavo mi annoiasse, invece scorre tranquillamente nonostante una trama piuttosto semplice.
RispondiEliminaPrego! Sì, è una trama semplice che fa posto a sentimenti autentici. Per me è riuscitissimo :)
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