lunedì 7 gennaio 2019

GOLDEN GLOBES 2019 : ALL' INSEGNA DEL POLITICALLY CORRECT... E DELLA MEDIOCRITA'

Rami Malek e i Queen: un trionfo per "Bohemian Rhapsody"

Lo avevamo già detto in sede di presentazione delle nominations: l'anno appena trascorso non sarà certo ricordato, qualitativamente parlando, come il più fulgido della storia di Hollywood… e di conseguenza anche l'elenco dei vincitori dei 76. Golden Globes, i premi della stampa estera assegnati ieri sera a Los Angeles,  non può non risentirne: pochissimi infatti i titoli degni di nota, indice di una stagione tutto sommato mediocre, il che non ha facilitato il compito dei giurati. Che, di conseguenza, si sono orientati verso scelte piuttosto "ecumeniche", cercando di non scontentare nessuno e distribuendo le statuette con precisione chirurgica.


Mahershala Ali, Olivia Colman e Alfonso Cuaròn
E comunque, lasciatemelo dire, i risultati non sono stati nemmeno scandalosi… insomma, poteva andare molto peggio: temevo una cascata di premi "a pioggia" per il sopravvalutatissimo e plastificato A star is born (la cui doppia nomination a Bradley Cooper come attore e regista faceva accapponare la pelle), oppure in un inopinato trionfo di Black Panther, un banale cinecomic che i produttori hanno fatto uscire al momento giusto, sull'onda delle (solite) polemiche sul black power.

Invece niente di tutto questo: vince, a sorpresa (ma neanche troppo), il gettonatissimo Bohemian Rhapsody, campione d'incassi in tutto il mondo e premiato come miglior film drammatico, che si porta a casa anche la statuetta per il miglior attore protagonista, quel Rami Malek ormai consacrato nel ruolo del "mitico" Freddie Mercury. E pensare che si tratta di un film che ha avuto innumerevoli traversie produttive, con il regista Bryan Singer addirittura allontanato prima delle fine delle riprese. Tra le commedie invece trionfa un film non ancora uscito da noi, Green Book di Peter Farrelly, premiato anche per la miglior sceneggiatura e il miglior attore non protagonista (un altro nero, l'ottimo Mahershala Ali, già Oscar un paio d'anni fa per Moonlight). Per quest'anno la comunità afro-americana non avrà di che lamentarsi…

Lady Gaga
Certo, dispiace molto che l'unico vero grande film in odore di nomination, ovvero Vice di Adam Mckay, debba "accontentarsi" dell'unico premio, strameritato, all'ingrassato (per l'occasione) Christian Bale. Ma non c'erano dubbi: Vice è un film troppo scorretto e troppo scomodo per vincere: l'America non premierà mai una pellicola che la mette clamorosamente alla berlina… peccato che a farne le spese siano stati due grandi interpreti come Sam Rockwell e soprattutto la bellissima Amy Adams, che ancora una volta deve rimandare una vittoria che, per la sua carriera e la sua bravura, le spetterebbe quasi di diritto.

E invece tra le donne vincono la comunque bravissima Olivia Colman (premiata anche a Venezia per la sua interpretazione della regina Anna d'Inghilterra ne La favorita di Lanthimos) e la stagionata Glenn Close, che ha dovuto aspettare il suo 71mo compleanno per alzare l'agognata statuetta. Quindi per la "povera" Adams non tutto è ancora perduto… ci vuole (tanta) pazienza! Tra le non protagoniste il premio va invece a Regina King, interprete di Se la strada potesse parlare, anche questo non ancora uscito in Italia. Va male anche a Lady Gaga, che cullava il sogno di vincere al suo primo film da protagonista e invece si è dovuta accontentare di cantare la miglior canzone di quest'anno, Shallow, unico riconoscimento andato a A star is born.


Alla fine però, e non poteva essere altrimenti, il vero vincitore dei Globes 2019 è stato ROMA di Alfonso Cuaròn, il Leone d'oro veneziano che trionfa tra i film stranieri (dove, a sorpresa, era rimasto escluso Cold War, considerato il rivale più pericoloso) e permette al suo regista di sbancare la sua categoria: giusto tributo per un film bello e toccante, di gran lunga il più bello in assoluto tra quelli in gara, americani compresi. Quest'anno il divario tra Hollywood e il resto del mondo è stato palesemente in favore di quest'ultimo: pellicole come Un affare di famiglia, Girl, il già citato Cold War, Opera senza autore, sono il segno di una vitalità e di una cifra stilistica che ormai negli Studios è sempre più rara…

TUTTI I VINCITORI  (SEZIONE CINEMA)

Miglior film drammatico:  BOHEMIAN RHAPSODY di Bryan Singer
Miglior attore drammatico: RAMI MALEK  (Bohemian Rhapsody)
Miglior attrice drammatica: GLENN CLOSE  (The wife)

Miglior film brillante: GREEN BOOK di Peter Farrelly
Miglior attore brillante: CHRISTIAN BALE  (Vice)
Miglior attrice brillante: OLIVIA COLMAN  (La favorita)

Miglior attore non protagonista: MAHERSHALA ALI  (Green Book)
Miglior attrice non protagonista:  REGINA KING  (Se la strada potesse parlare)

Miglior regia:  ALFONSO CUARON  (ROMA)
Miglior sceneggiatura: BRIAN HAYES, PETER FARRELLY, NICK VALLELONGA (Green Book)
Miglior colonna sonora:  JUSTIN HURWITZ  (First man)
Miglior canzone: "SHALLOW"  (A star is born)

Miglior film d'animazione: SPIDER-MAN, UN NUOVO UNIVERSO (di Bob Persichetti)

Miglior film straniero: ROMA (di Alfonso Cuaròn, Messico)

10 commenti:

  1. Devo dire che per una volta io sono contenta di diversi golden globes... oltre che per Christian Bale (probabilmente il mio attore preferito), ho apprezzato tanto anche la performance di Rami Ma lei in Bohemian Rhapsody. E poi, su tutti, attendevo con ansia lo strameritato premio come miglior serie drammatica a The Americans, dopo sei anni... so che non ami le serie tv, mentre io ne sono grande appassionata... e The Americans ci ha dato davvero 6 magnifiche stagioni! Golden meritatissimo!

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    1. A me sinceramente non hanno fatto grande effetto (parlo per i film). Pochissimi titoli appetibili, nessun grande film (con l'eccezione di "Vice", che ovviamente non vincerà nulla: troppo "scorretto"). I premi se li sono divisi un po' tutti, e va bene così. Certo, se ripenso alla stagione scorsa (con "Tre Manifesti a Ebbing", "Il filo nascosto", "La forma dell'acqua") la cifra autoriale è precipitata, ma quest'anno va così.
      Sulle serie tv, lo sai, non mi pronuncio.

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  2. Ne ho visti pochissimi per esprimermi, e poi ancora ne devono uscire molti: che mi dici di Green Book? Magari è bello... E poi La Favorita, Se la strada potesse parlare, The Wife. L'award season è appena iniziata :)

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    1. Non so... "Green Book" uscirà a fine mese, "La Favorita" l'ho visto a Venezia: è un buon film, ma siamo lontani anni-luce dal capolavoro. Gli altri onestamente non mi paiono granchè. Vedi il commento sopra: se confrontati con la stagione scorsa, quest'anno la pochezza artistica è quasi imbarazzante

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  3. Mi ha un po' delusa questa edizione dei Golden Globes... Però sono contenta per Glenn Close, The Wife merita la visione solo per la sua performance!

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    1. Immagino. Però, a differenza di "Vice" (che è un gran film), "The Wife" è il classico "one-woman-show" costruito su misura per far vincere l'oscar alla sua protagonista. E' più un premio alla carriera che all'effettiva interpretazione. Che, intendiamoci, va benissimo lo stesso: Glenn Close lo avrebbe dovuto vincere chissà quante volte in passato, sarebbe ora che la premiassero! :)

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    2. Beh, però riuscire a reggere sulle sue spalle un film intero è encomiabile! Secondo me Amy Adams quando ha assistito allo speech di Glenn Close avrà pensato 'qua mi tocca aspettare ancora un bel po' XD

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    3. Assolutamente sì! Intendevo solo dire che la qualità artistica dei due film è ben diversa. Quanto alla Adams, beh… forse ha pensato proprio quello che dici te. L'ho scritto: Glenn Close ha vinto il Globe a 71 anni, e l'Oscar ancora non si sa (io credo che vincerà la Colman) quindi hai voglia di aspettare… ;)

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  4. Aspetto con trepidazione sia La favorita che Green Book, per il resto, che dire... già le nomination erano perplimenti. Black Panther? Persino una che ama i cinecomic come me scuote la testa in segno di disapprovazione!
    E Vice è davvero troppo bello e scomodo per essere considerato come merita, ahimé.

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    1. Il solo fatto che "Black Panther" sia arrivato in nomination è indicativo della pochezza complessiva di questa annata di cinema americano… e attenzione, temo che il peggio debba ancora arrivare: sono sicuro che agli Oscar "Black Panther" otterrà un bel risultato. E' innegabile, ahimè, che questo film in America ha lasciato il segno (per motivi, ovviamente, che prescindono dalla qualità)

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