titolo originale: NOTTI MAGICHE(ITALIA, 2018)
regia: PAOLO VIRZI'
sceneggiatura: PAOLO VIRZI', FRANCESCA ARCHIBUGI, FRANCESCO PICCOLO
cast: MAURO LAMANTIA, GIOVANNI TOSCANO, IRENE VETERE, GIANCARLO GIANNINI, ROBERTO HERLITZKA
durata: 125 minuti
giudizio: ★☆☆☆☆
Brutto. Brutto da non crederci, anzi anche peggio: un film insopportabile e presuntuoso, irritante, che se non avessi saputo che era di Paolo Virzì avrei scambiato per una farsa pecoreccia stile Bagaglino, una tristissima parodia da avanspettacolo. Quello che ci si chiede è cosa abbia spinto un regista affermato e talentuoso come Virzì a girare una roba così grossolana come questa, che non funziona né come ritratto caustico di un'epoca né come ironica dichiarazione d'amore verso un mondo (quello del cinema) che tutti sappiamo tutt'altro che immacolato…
Nessuno infatti crede alle favole, ovvero che il cinema italiano sia un'oasi di paradiso dove emergono sempre i migliori, senza compromessi o marchette. Siamo in Italia, of course, e anche la Settima Arte paga dazio ai vizi atavici del nostro paese, ma è così da sempre: siamo un paese di enormi potenzialità e enormi contraddizioni, di enorme genialità e altrettanto enorme capacità di buttare tutto in vacca, nel cinema come in qualsiasi campo. Siamo il paese di Neri Parenti e Federico Moccia, ma anche di Fellini e Visconti, di Moretti e Bellocchio, di Garrone e Sorrentino. E sinceramente dispiace che l'affermato e talentuoso Virzì (lo ribadisco) sputi nel piatto dove mangia lautamente, tra l'altro in un modo così puerile e banale da lasciare esterrefatti.
Ma tant'è. Notti magiche ci riporta al 3 luglio 1990, la notte di Italia-Argentina, semifinale degli ultimi mondiali di calcio giocati in casa. Mentre a Napoli l'azzurro Aldo Serena sbaglia il rigore decisivo, quello che ci avrebbe portato in finale, a Roma un famoso produttore cinematografico (Giancarlo Giannini) viene assassinato e gettato nel Tevere con la sua auto. I sospetti ricadono subito su tre giovani sceneggiatori, gli ultimi ad averlo visto vivo e ognuno con un valido motivo per farlo fuori. L'allegoria è elementare: il sogno della Coppa del Mondo che va in frantumi è l'equivalente di quello dei tre ragazzi, idealisti e ingenui, che si vedono traditi da un sistema corrotto fino al midollo, che privilegia i b-movies e i guadagni facili (film stupidi per gente stupida, ovviamente la maggioranza) piuttosto che i prodotti d'autore.
Il problema è che la satira di Virzì è davvero di grana grossissima, di un cinismo finto e stucchevole che (s)cade subito nel populismo più greve: e onestamente mi sembra incredibile e imperdonabile per un regista che più e più volte, quasi in ogni occasione, ha sempre manifestato la sua sanguigna avversione verso il populismo dell'attuale classe dirigente, della politica, delle istituzioni. Eppure Notti Magiche va esattamente in quella direzione: è una sagra di luoghi comuni, di bassezze spicciole. Lo sciagurato cameo di una sfatta Ornella Muti, che si alza il vestito e mostra la passera flaccida al ruspante giovanotto di provincia… più che terrificante è triste, è l'emblema di un film sbagliato, presuntuoso e scurrile. Virzì vorrebbe (forse) imitare il decadentismo malinconico di Sorrentino, invece annega clamorosamente nella volgarità.
Sì, perchè Notti Magiche è ben diverso da La Grande Bellezza. Il suo regista prova a giocare con i generi ma il risultato è catastrofico: la trama gialla è ridicola, quella comica ancora peggio, quella sentimentale pure. Le figure dei tre ragazzi protagonisti (Mauro Lamantia, Giovanni Toscano, Irene Vetere) sono dichiaratamente autobiografiche, rappresentano quelle dello stesso Virzì, di Francesco Piccolo e Francesca Archibugi, anche loro in passato studenti di cinema nella capitale, inseguitori di sogni in una città già in piena decadenza... eppure i loro alter ego sono quanto di più falso e stereotipato possibile: talmente macchiettistici al limite della caricatura, impossibili da empatizzare.
Sono tre personaggi insopportabili, persone che non degnereste di uno sguardo nella vita reale: il secchione logorroico timido che non ci sa fare con le donne (l'aveva già fatto - molto meglio - Carlo Verdone, quasi quarant'anni fa), l'esuberante toscanaccio malato di sesso ma che va sempre in bianco, la tossica figlia di papà con manie depressive... per non parlare poi degli innumerevoli - troppi - ruoli di contorno, che scimmiottano la "casta" (da Vittorio Cecchi Gori a Gianni De Michelis, alla "coscienza critica" interpretata dal sempre grandissimo Roberto Herlitzka, forse l'unico ad emergere nel guazzabuglio). Ad aiutarli non c'è nemmeno la sceneggiatura, confusa, verbosa, bulimica, per niente originale (l'ennesimo film sul metacinema, sai che novità) che prova stancamente a rinvigorire l'ormai eterna, sterile polemica sulla salute del cinema italiano.
Due ore e passa che si rincorrono stancamente tra set e ristoranti, in una Roma sguaiata e cialtronesca, che scomoda perfino Federico Fellini ma non riesce mai ad arrivare al cuore dello spettatore. Si ride (poco) e ci si annoia (tanto), chiedendoci per tutto il tempo il significato di un film del genere. Che è totalmente parte di quel "sistema" che vorrebbe tanto deridere.
Devo dire che, nonostante la naturale curiosità per ogni film nuovo di Virzì, questo, sin dal trailer, mi lasciava parecchi dubbi e sospetti… Magari lo recupererò più avanti per vedere se siamo sulla stessa linea!
RispondiEliminaCerto, Fede: infatti io non sconsiglio MAI di vedere un film perchè, per quando banale possa esserlo, le opinioni sono sempre soggettive. Quindi vedilo pure e poi ne perliamo più avanti con piacere :)
EliminaA questo punto penso proprio che salterò. Devo dire che ho avuto più di un sospetto dopo aver visto Virzì incensato dal sempre più triste Fazio. Gli spezzoni mostrati con appunto i tre personaggi di cui parli mi sono sembrati una copia ammuffita di cose già straviste. Speriamo che si riprenda il buon Virzì, perché senza dubbi e senza averlo visto, sono sicuro che film come "Il capitale umano" e "La pazza gioia" e ancor prima Ovosodo sono di tutt'altro spessore.
RispondiEliminaI tre film che hai citato sono ottimi, e indubbiamente Virzì sa fare cinema, su questo non ci sono dubbi. E' semmai preoccupante il fatto che i suoi due ultimi lavori siano stati decisamente inferiori alle attese: a parte questo (pessimo, per me) anche "Ella & John", pur essendo anni luce più dignitoso, si affidava alla bravura dei suoi due splendidi protagonisti ma non era granchè a livello di regìa e scrittura. Comunque, come ho scritto sopra, vai pure a vederlo e ne riparliamo: i gusti sono gusti!
EliminaSono d'accordo con te riguardo il paragone con Sorrentino: si può esternare l'amarezza e il disappunto per l'imbarbarimento (innegabile) del Paese senza scadere nella volgarità. Cosa che non è riuscita a Virzì.
RispondiEliminaEsatto. E anche senza scomodare "La grande bellezza", dico che perfino il pur bistrattato "Loro" è di gran lunga superiore a questo, per eleganza stilistica e morale.
EliminaDovevo leggere prima la tua recensione! Sono andato a vederlo e mi sono annoiato parecchio, anche se non l'ho trovato così terribile. Però mi aspettavo di più. I tre ragazzi protagonisti sono ancora acerbi secondo me. Si salvano Herlitzka e il sorprendente Andrea Roncato.
RispondiEliminaBuona serata!
Mauro
Oddio... se ci mettiamo a "salvare" anche Andrea Roncato allora sdoganiamo proprio tutti! :):)
Eliminascherzi a parte, Roncato (forse) appare dignitoso in confronto agli altri, ma il suo livello resta quello che conosciamo. Anche se a dir la verità il problema sono più i personaggi che gli attori: i loro caratteri sono scritti malissimo e non c'era davvero da aspettarsi miracoli. Da Roncato poi... ;)
Ho visto pochi film di Virzì ma mi sono piaciuti tutti. Di questo ho visto il trailer e devo dire che non mi aveva convinta per niente. Forse, se trovo un po' di tempo e soprattutto la voglia, lo guarderò più avanti.
RispondiEliminaVirzi ha fatto ottimi film in passato, non tutti ma parecchi, e nulla (mi) lasciava presagire una caduta così in basso, più che altro di stile. Quando lo avrai vito se vuoi ne riparliamo :)
EliminaVirzì è uno dei registi più sopravvalutati del cinema italiano, manco fosse Orson Welles!
RispondiEliminaNon esageriamo. Virzì ha fatto alcuni film ottimi (Ovosodo, Il capitale umano, Tutta la vita davanti, La pazza gioia) e altri meno belli, ma la stima come regista e sceneggiatore se l'è guadagnata. Almeno fino a questo film...
EliminaAmmazza, come una tempesta delle mie bottigliate!
RispondiEliminaAncora mi manca, e mi dispiace di leggerne così male: in fondo quel periodo lo ricordo bene, mi sarebbe piaciuto un amarcord fatto bene!
Infatti, te lo giuro, anch'io ero andato al cinema ben disposto, con le migliori intenzioni… e per questo la delusione è stata ancora più grande!
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