sabato 3 novembre 2018

JOYEUX NOEL (100 ANNI DOPO LA GRANDE GUERRA)

Il 4 novembre di un secolo fa l'armistizio di Villa Giusti poneva fine, sul fronte italiano, alla Prima Guerra Mondiale. Mi sono sempre chiesto come mai nel nostro Paese non ci sia mai stata un'adeguata presa di coscienza delle imprese dei nostri soldati e una doverosa commemorazione dei nostri caduti (militari e civili). Colpa, a mio giudizio, dello sciagurato Ventennio fascista che immediatamente seguì la fine delle ostilità e fece sprofondare l'Italia in un abisso di vergogna e disperazione tali da farci dimenticare anche l'eroismo della Grande Guerra. Che, come tutti sanno, rappresentò per noi il raggiungimento dell'unità nazionale con le conquiste di Trento e Trieste, strappate a caro prezzo all'Impero Austro-Ungarico.



titolo originale: JOYEUX NOEL (FRANCIA, 2005)
regia: CHRISTIAN CARION
sceneggiatura: CHRISTIAN CARION
cast: GUILLAUME CANET, LUCAS BELVAUX, DANIEL BRUHL, DANY BOON, DIANE KRUGER
durata: 96 minuti
giudizio: 


Il fascismo, pagina nera della nostra storia, non consentì che in Italia si sviluppasse a dovere un giusto sentimento nazionalista e patriottico che contribuisse a tener vivo il ricordo delle imprese del primo conflitto (come accadde invece in Francia e nel Regno Unito, dove ancora oggi l'onor di patria e il senso di appartenenza sono concetti molto sentiti). Ho detto, e voglio esser chiaro, un giusto sentimento nazionalista, che nulla ha a che vedere con la bieca e retorica propaganda fascista, funzionale solo al controllo delle masse. A tutto questo, debbo dirlo, va aggiunto anche un certo pregiudizio politico (soprattutto dei partiti di centro-sinistra) che dietro un pacifismo spesso di bandiera per troppe volte hanno messo sotto il tappeto il nostro Risorgimento.

Intendiamoci: da parte mia nessuna giustificazione della guerra e, anzi, totale ripudio della guerra come strumento di offesa. Le mie parole vanno proprio in questo senso: oggi non c'è praticamente più nessuno in vita dei reduci dei due conflitti mondiali, e tocca a noi tener vivo il ricordo dei nostri eroi defunti affinchè in futuro certi tragici fatti non si ripetano. Perchè la guerra, da qualsiasi parte la si guardi, è, come diceva Ermanno Olmi, "una brutta bestia che gira il mondo e non si ferma mai..."  

E' per questo che voglio dedicare la settimana cinematografica entrante ad alcuni film a loro modo simbolici della follia e del dolore della guerra, ma allo stesso tempo del coraggio e della rinascita. Per concludere in modo degno un centenario pieno di significati. Si comincia con un piccolo film francese, poco conosciuto e non privo di retorica, ma genuino negli intenti: Joyeux Noel fa luce su un episodio, forse romanzato ma storicamente verosimile, di solidarietà e fratellanza tra soldati di opposte fazioni agli inizi della Grande Guerra. Un episodio dimenticato dalla storia ma significativo per la sua umanità.


Cronaca di un barlume di umanità in tempi di follia: siamo alla vigilia di Natale del 1914, sul fronte franco-tedesco. Nelle trincee prussiane una coppia di cantanti lirici, inviati appositamente dal comando militare per alleviare le sofferenze dei soldati, intona una toccante Stille Nacht... a pochi metri di distanza, nelle linee nemiche, francesi e scozzesi "rispondono" con Adeste Fideles accompagnati dal suono delle cornamuse: è l'inizio di una notte che sarà diversa da tutte le altre, in cui, miracolosamente, i fucili taceranno e nella "terra di nessuno" (ovvero i pochi metri di terra che separano le due trincee, in cui nessun soldato osa avventurarsi) fioriranno scambi di cibo, auguri, messaggi, strette di mano, tra uomini che fino a pochi minuti prima si sparavano addosso.

Una tregua non concordata, inframezzata perfino dalla celebrazione di una Messa comune, celebrata dal prete scozzese che intona l' Ave Maria di Schubert, con i militari di entrambi i fronti che si commuovono, sopraffatti dall'emozione e dalle lacrime, ormai disabituati alla pace. Una pace che continuerà anche nel giorno di Natale, dove si riuscirà anche a seppellire i caduti e giocare una partita di calcio.

Non sappiamo quanto ci sia di vero o verosimile nella sceneggiatura di Christian Carion, anche regista, che sostiene di essersi ispirato a una vicenda realmente accaduta. Quello che è certo è che nella Prima Guerra Mondiale episodi di tacita non belligeranza tra opposte fazioni ci furono eccome, seppur ovviamente mai sostenuti nè incoraggiati dai rispettivi governi (anzi, come si vede anche nel film, questi furono duramente osteggiati dagli alti comandi) ma ben documentati anche dalla Storia Ufficiale, seppur sepolti dalle scartoffie e mai volutamente portati alla luce.

Il film di Carion non può certo dirsi un capolavoro: è un film di buoni sentimenti, evidentemente romanzato e edulcorato, genuinamente pacifista ma di un pacifismo leccato, di maniera, politicamente corretto, ben attento a non irritare gli animi di nessuno. E' però un film sincero, la cui forza sta nella bellezza della storia che racconta e nel messaggio che porta: l'uomo è sempre capace di essere uomo, anche nella tragedia della guerra, e questa consapevolezza è sempre più forte del rumore delle armi. Per quei soldati increduli e affamati la tregua natalizia cambierà per sempre la loro vita, e li aiuterà a comprendere i valori dell'amicizia e del rispetto.

Joyeux Noel fu presentato fuori concorso al Festival di Cannes del 2005, ottenendo in patria un successo clamoroso. In Italia, malgrado un cast di ottimi e noti attori (Guillaume Canet, Daniel Bruhl, Dany Boon, Diane Kruger) è passato praticamente inosservato, trovando però sempre ottimo gradimento nei numerosi, successivi passaggi televisivi, perlopiù nel periodo natalizio. Ed è indubbiamente uno di quei film che, pur riconoscendo i loro limiti oggettivi, non riesci proprio a staccartene ogni volta che lo rivedi sul grande schermo...


2 commenti:

  1. Mi ricordo ancora che venni a conoscenza di quest'episodio della notte di Natale leggendo il romanzo di Ken Follett sulla prima guerra mondiale... l'episodio mi colpì molto, fu una delle cose migliori di tutto il libro (che trovai invece pesante e eccessivamente lungo). Sulla scorta di questo, non appena mi imbattei in questo film, lo guardai con grande curiosità... e ne sono rimasta conquistata! Forse non sarà un capolavoro, ma è un meraviglioso film sulla musica come linguaggio universale, sulla bellezza in tempi bui e sull'umanità che resta e resiste, perfino sotto gli orrori e le macerie della guerra. Da vedere e rivedere!

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    1. E' verissimo: è uno di quei classici film che quando passano in tv non puoi fare a meno di rivedere, che ti conquistano per la loro genuinità e i sentimenti veri. Uno di quei film fatti davvero per il pubblico, nel senso più positivo del termine. Grazie del commento! :)

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