La 75. edizione della Mostra del Cinema di Venezia parte con una "missione impossibile", ovvero fare ancora meglio dell'esaltante Concorso dell'anno passato, di sicuro il migliore dell'ultimo decennio. Per questo il curatore Alberto Barbera, confermatissimo, ha portato al Lido una quantità impressionante di grandi registi e grandi star, nella speranza che i loro lavori siano all'altezza delle aspettative. SOLARIS (cioè il sottoscritto) sarà ancora una volta in laguna e vi terrà aggiornati sulle pagine facebook del blog e quella personale. Le recensioni le pubblicherò invece man mano che i film usciranno in sala.
E, come sempre, se qualcuno di voi sarà al Lido e mi volesse contattare (potete farlo su messenger - Sauro Scarpelli - o alla mail kriskelvin72@gmail.com) per condividere... sogni, visioni e passioni, oppure semplicemente per un saluto, sarò felicissimo di incontrarvi.
Buona Mostra a tutti!
Buona Mostra a tutti!
Ci saranno davvero più stelle che in cielo ad impreziosire una Mostra del Cinema che, ormai a buon diritto, si avvia a contendere al Festival di Cannes lo scettro della più importante rassegna cinematografica mondiale. Venezia e Cannes rappresentano ormai due modi (e due mondi) diversi di intendere e promuovere il cinema: se sulla Croisette si sono arroccati da tempo verso un festival elitario e conservatore, ostinatamente restìo al cambiamento (porte in faccia a Netflix, Amazon ,alle anteprime stampa, perfino ai selfie in passerella) al Lido non si fanno troppi problemi e guardano avanti: spazio a tutti, dunque, dalla tradizione alle nuove tecnologie, dai grandi classici al cinema in streaming, dai nomi affermati ai nuovi talenti, per un'edizione che si annuncia davvero di grande richiamo.
"Roma" di Alfonso Cuaròn |
Consapevole che non sarà facile fare meglio dell'esaltante concorso dell'anno passato, capace addirittura di "monopolizzare" la Award Season americana (con due titoli, La forma dell'acqua e Tre manifesti a Ebbing, a contendersi praticamente tutti i premi), Alberto Barbera ha portato in laguna una quantità impressionante di registi e attori degni di nota. Concorso sulla carta ricchissimo e variegato, che mette insieme nomi importanti ed affermati e talenti emergenti. Dei primi fanno parte cineasti come Yorgos Lanthimos, Mike Leigh (già Leone d'oro), i Fratelli Coen, Alfonso Cuaròn, Carlos Reygadas, Julian Schnabel, Paul Greengrass, cui si accostano autori più di nicchia come Olivier Assayas, Jacques Audiard, Laszlo Nemes e Shinya Tsukamoto. Fra i secondi invece (ri)troviamo Damien Chazelle, cui spetta ancora una volta l'apertura della rassegna (come due anni fa con La La Land), e ancora Jennifer Kent (ricordate The Babadook?), Brady Corbet (già a Venezia con il folgorante film d'esordio, L'infanzia di un capo), Rick Alverson, Daniel Oelhoffen e Gonzalo Tobal. E poi la "grande incognita", ovvero quel Florian Henkel Von Donnesmark, regista tedesco con due soli film all'attivo: uno splendido (Le vite degli altri, premiato con l'Oscar) e un'altro tremendo (The Tourist). Si presenta a Venezia con un dramma di tre ore sulla Germania degli anni '50: cosa aspettarsi?
Natalie Portman in "Vox Lux", di Brady Corbet |
E ancora: tre grandi donne, Dakota Johnson, Tilda Swinton e Chloe Grace Moretz, protagoniste di Suspiria di Luca Guadagnino. Jeff Goldblum, redivivo in The Mountain di Rick Alverson, Juliette Binoche e Guillaume Canet (diretti da Olivier Assayas), Willem Dafoe, che impersona Vincent Van Gogh in At eternity's gate di Julian Schnabel. Vi bastano?
"A star is born", di Bradley Cooper |
Anche qui tanta roba, anzi... pure di più! Fuori concorso si può mettere tutto e il contrario di tutto,
e quest'anno l'orizzonte è davvero ampio: per il grande pubblico ecco la già citata anteprima di E' nata una stella, di sicuro l'evento più glamour di Venezia 75. Ma c'è anche tanto altro cinema d'autore: Frederick Wiseman, Tsai Ming-Liang, Zhang Ymou, Errol Morris, Amos Gitai, e ancora una nutrita schiera di documentaristi (su tutti Sergej Loznitsa e Viktor Kossakovsky) a testimonianza della grande vitalità del genere. Ritornano al Lido, seppur fuori gara, anche gli argentini Pablo Trapero (già Leone d'argento 2015 con El Clan) e Gaston Duprat (che l'anno successivo ci deliziò con il bellissimo Il cittadino illustre). Infine, i cinefili "duri e puri" potranno deliziarsi con la versione estesa di The Tree of Life, il capolavoro di Terrence Malick premiato a Cannes 2011 e soprattutto, vera ciliegina sulla torta, di The other side of the wind di Orson Welles, ricostruito e rimasterizzato per l'occasione.
GLI ITALIANI
Venezia è, da sempre, croce e delizia per il cinema italiano. Si sgomita per entrare in concorso ma, paradossalmente, il rischio di uscirne con le ossa rotte è altissimo: vuoi per la proverbiale "severità" (diciamo così) della critica di casa nostra, vuoi per la selezione dei titoli sempre oggetto di polemiche, invidie, rancori e sospetti. Ogni anno la litanìa si ripete, sarà (anche) per questo che molti grandi nomi del nostro cinema ormai da anni snobbano il Lido per altri lidi (scusate il gioco di parole) preferendo le poltrone più confortevoli di Cannes, Berlino, Toronto o Locarno...
"Suspiria" di Luca Guadagnino |
"Capri Revolution" di Mario Martone |
Buon Festival xD
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