"Ancora un altro film e poi smetto". Lo aveva annunciato serenamente all'ultima Mostra di Venezia (dove ha ritirato il Leone d'oro alla carriera) ed è stato di parola: a 82 anni
Robert Redford si ritira dalle scene, senza rimpianti e senza particolari proclami. Lo vedremo ancora una volta sul grande schermo, a settembre con
The old man and the gun di
David Lowery, mentre dopo si dedicherà alla pittura, alla regìa (se ne avrà voglia...) e a godersi la vecchiaia.
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Con Jane Fonda, alla Mostra di Venezia 2017 |
E ne ha ben diritto il buon vecchio
Bob, figura iconica del cinema americano degli anni '70, ma soprattutto simbolo della faccia
"wasp" dell'America, nonchè idolo del pubblico femminile di mezzo mondo: fisico da modello, occhi azzurri e profondi, capelli biondi e mossi,
charme da vendere. Una bellezza "clamorosa" che gli ha spesso precluso la considerazione della critica, che non ha caso lo ha premiato (con l'Oscar) solo quando è passato dietro la macchina da presa (nel 1980 con
Gente comune). Eppure
Robert Redford non era solo bello, con i suoi film ha rappresentato egregiamente la parte "liberal" e progressista del suo paese, in ruoli che sono rimasti nella memoria di quegli anni: da
Tutti gli uomini del Presidente a
I tre giorni del condor, da
Come eravamo a
Il migliore...
Figlio di un lattaio e fiero delle sue umili origini,
Redford perde la mamma a soli 19 anni a causa di una grave malattia. Sconvolto, deciderà di lasciare gli Stati Uniti per volare in Europa vivendo da artista
bohémien e percorrendo ramingo il vecchio continente (facendo tappa anche in Italia, nel 1956). Deluso dall'esperienza, tornerà in patria e comincerà a bere: a salvarlo sarà una ragazza minorenne,
Lola Van Wagenen, che oltre a donarle il suo amore lo convincerà ad iscriversi ad una scuola di recitazione. Da qui non si fermerà più: prima Broadway, poi la televisione, poi i primi ruoli al cinema, poi (nel 1965) il primo ruolo importante ne
Lo strano mondo di Daisy Clover (Golden Globe come miglior attore emergente), poi il successo imperituro:
Questa ragazza è di tutti, A piedi nudi nel parco, Butch Cassidy, La stangata, Corvo Rosso non avrai il mio scalpo...
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In "Tutti gli uomini del Presidente" (1976) |
La carriera da regista inizia, come detto, nel 1980 con
Gente Comune (Oscar al primo colpo). In seguito dirigerà ancora
Milagro (1988) dove sul set incontra
Sonia Braga e sarà amore a prima vista, e ancora
In mezzo scorre il fiume (1992), lo splendido
Quiz Show (1994),
L'uomo che sussurrava ai cavalli (1998),
La leggenda di Bagger Vance (2000),
Leoni per agnelli (2007) e
The Conspirator (2010), tutte pellicole ad alto contenuto etico e politico:
Redford non ha mai rinnegato la sua formazione di sinistra, profondamente democratica, pacifista, progressista e ambientalista, che lo vede impegnato da sempre in prima linea (spesso insieme alla "pasionaria"
Susan Sarandon) nelle lotte per i diritti civili e per la salvaguardia del pianeta.
Rispettato ma mai troppo amato da Hollywood, nel 1990
Redford decide di intervenire in prima persona nella promozione del cinema indipendente, affrancandosi dagli Studios e creando il
Sundance Film Festival (che si tiene ogni anno nelle sue proprietà dello Utah, a Park City) storica rassegna del cinema
indie capace di far emergere autori come
Quentin Tarantino, Christopher Nolan, Damien Chazelle, Jim Jarmusch, Steven Soderbergh, Robert Rodriguez, Kevin Smith... e scusate se è poco!
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"All is lost - Tutto è perduto" (2013) |
Negli ultimi anni di carriera il ruolo in cui, personalmente, lo ricordo più volentieri è quello del velista solitario in balìa degli eventi in
All is lost - Tutto è perduto (2013) di
J.C. Chandor: 99 minuti in cui
Redford è l'unico protagonista, praticamente muto, per tutto il film. Riuscendo a reggere sulle sue spalle, a ottant'anni suonati, il peso di una pellicola che si regge solo sulla sua interpretazione e il suo immenso carisma. Con buona pace dei colleghi "millennials"...
Lunga vita, caro vecchio Bob.
I suoi primi film da attore sono forse quelli che mi piacciono di piu'.
RispondiEliminaErano film esemplari, tipici di un'America che già stava per veder andare in frantumi il suo Sogno. Io comunque lo apprezzo anche come regista, per la sua coerenza e la sua "schiena dritta", senza compromessi.
Eliminanonostante lo apprezzi molto mi dispiace che si stia ritirando :(
RispondiEliminaPotrai continuare ad apprezzarlo nei suoi film: quelli non ci lasceranno mai!
EliminaIl primo Redford attore per me è stato spettacolare
RispondiEliminaSì, il Redford degli esordi era magnifico: in tutti gli aspetti (bravura, fascino, bellezza). E' stato il simbolo di un'epoca e di una certa America (quella degli anni '70) che lo ha elevato ad icona.
EliminaDopo il personalmente mediocre All is post credo abbia fatto la scelta giusta, sperando che il suo ultimo sia migliore ;)
RispondiEliminaNon sono d'accordo. Nè sul film in sè (per me "All is lost" è cinema allo stato puro, essenziale e gigantesco nella sua semplicità) nè sulla tua considerazione: massimo rispetto, ovviamente, sulla scelta di ritirarsi, ma certi (grandi) attori non finiscono mai di regalare gioie al loro pubblico.
EliminaGrande attore, grande regista, grande uomo. Tanto di cappello, Mr. Redford!
RispondiEliminachapeau! :)
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