(The Leisure Seeker)
regia: Paolo Virzì (Italia/Usa, 2017)
cast: Helen Mirren, Donald Sutherland
sceneggiatura: Stephen Amidon, Francesca Archibugi, Paolo Virzì, Francesco Piccolo
fotografia: Luca Bigazzi
scenografia: Richard A. Wright
montaggio: Paolo Quadri
musiche: Carlo Virzì
durata: 112 minuti
giudizio: ★★★☆☆
trama: Ella e John, due coniugi anziani e malati, decidono all'insaputa dei figli di rimettere in moto il loro vecchio camper (chiamato "The Leisure Seeker") per compiere un viaggio da Boston a Key West, in Florida, sede del museo dedicato a Ernest Hemingway, l'autore preferito di John.
dico la mia: Tutto si può dire di Paolo Virzì tranne che non sia un regista coraggioso nel mostrare i sentimenti: i propri e, conseguentemente, anche quelli dei personaggi che racconta. Autore sanguigno, passionale e sincero (da buon livornese) Virzì ha sempre raccontato storie di sentimenti assoluti e genuini, senza mai temere di sconfinare nella melassa o nel pietismo: qualche volta c'è riuscito alla grande (La pazza gioia, Tutti i santi giorni), altre volte meno (La prima cosa bella), ma restando comunque sempre coerente con la sua visione di cinema e di vita. Logico quindi che anche il suo primo film "americano" non potesse discostarsi molto da questi canoni: Ella & John è un film onesto e toccante che, lo diciamo subito, saprà commuovervi e vi farà piangere, aldilà dell'opinione che poi vi farete.
Non solo. In Ella & John c'è anche un altro aspetto importante, già trattato in maniera superba ne La pazza gioia, ovvero la celebrazione della "diversità" come valore, anche in questo caso dovuta alla malattia: i due anziani protagonisti sono due persone al capolinea, minate nella salute e nell'anima (lei è malata di cancro, lui soffre di Alzheimer in stato avanzato) che cercano per l'ultima volta un loro posto nel mondo... mi pare perfino ridicolo parlare di spoiler "svelandovi" che, ovviamente, il lungo viaggio che intraprenderanno in camper attraverso la costa atlantica (il "loro" camper, chiamato The Leisure Seeker) sarà giocoforza, e consapevolmente, il loro ultimo viaggio...
Ella & John è un road-movie in piena regola (proprio come La pazza gioia) nel quale Virzì, intelligentemente, rinuncia a qualche virtuosismo di regìa per consegnare il film in mano ai suoi due splendidi interpreti: Donald Sutherland ed Helen Mirren sono due "mostri sacri" che incantano per professionalità, bravura e appartenenza alla storia. La trama è semplice (e la sceneggiatura di Francesco Piccolo, Francesca Archibugi e dello stesso Virzì - poi adattata in inglese da Stephen Amidon - per una volta non brilla per originalità e freschezza) ma le performance dei due vecchi attori sono strabilianti e fanno passare in sordina tutto il resto, conquistando immediatamente il cuore dello spettatore. Mai una volta si scade nel climax a comando, nella lacrima facile: la pellicola è un miracolo di equilibrio tra commedia e dramma, commozione e comicità, capace di scaldare il cuore delle persone.
Per contrappasso, proprio questa struttura artistica ormai consolidata è il vero limite del film: Ella & John è una storia che scorre lineare, senza sussulti, senza colpi di scena, che va esattamente nella direzione che ti aspetti. Il film è stato accolto tutto sommato bene alla Mostra di Venezia (dove figurava in concorso) mentre invece è andato maluccio negli Stati Uniti, forse penalizzato proprio (paradossalmente) dall'universalità della trama: il pubblico americano si è appassionato poco a una vicenda che poteva svolgersi praticamente ovunque, in Florida come a Livorno, e che evidentemente non ha sentito "sua" fino in fondo. Io però vi consiglio di vederlo senza pregiudizi e con la massima predisposizione possibile: i siparietti - ora teneri, ora dolorosi - di Sutherland e la Mirren vi riconcilieranno con un cinema fatto di buoni sentimenti e piccoli, grandi attimi di commozione. Preparate i fazzoletti, e siatene felici.
Credo che due attori del genere riuscirebbero a rendere bello qualunque film,premesso questo mi auguro di vederlo presto, pur sapendo che piangerò moltissimo
RispondiEliminaE' esattamente così, cara Beatrix: Virzì (intelligentemente, a parer mio) rinuncia a qualcosa a livello di sceneggiatura e lascia mano libera ai suoi grandi attori. Il risultato è un film commovente e sincero, che fa piangere senza vergognarsi
EliminaUn film interessante che prima o poi guarderò...oltretutto ho rivisto la Mirren in Excalibur di Boorman, quella donna con gli anni si è fatta sempre più affascinante in fase di recitazione..
RispondiEliminaNon ho visto il film di Boorman, ma sulle capacità di Helen Mirren non faccio fatica a crederti!
EliminaHo amato TUTTO Virzì, anche i suoi film più lacrimevoli e stucchevoli, perchè i suoi film mi prendono al cuore. E quindi se mi dici che devo preparare i fazzoletti lo faccio e corro al cinema!!
RispondiEliminaBuon weekend.
Mauro
Sì, te lo dico eccome caro Mauro... ma non resterai deluso, fidati! Un po' ti conosco ormai ;)
EliminaAmmiro, come dici te, il coraggio di Virzì nel mettersi sempre a nudo, e anche il miracoloso equilibrio tra emozioni e risate che caratterizza ogni suo film. Massimo rispetto per questo autore (anche se, effettivamente, non c'era bisogno di andare fino in America per raccontare una storia così... ma va benissimo lo stesso!)
RispondiEliminaSì, infatti questa è la "critica" che gli abbiamo mosso un po' tutti. Però, ripensandoci, ti dico anche che l'America è un po' la "patria" stessa del road-movie, e ambientare il film in Florida ha senz'altro un significato "simbolico" che a caldo mi era sfuggito...
EliminaAndrò presto a vederlo, sono un gran fan di Donald Sutherland.
RispondiEliminaE come non esserlo? ;) buona visione!
EliminaNon capisco perché in certi ambienti Virzì sia così odiato... grosso modo tutti i suoi film mi sono piaciuti. Di questo sono davvero curioso.
RispondiEliminaOddio, magari proprio "odiato" no... ma indubbiamente negli ultimi anni c'è più prevenzione nei suoi confronti. E' probabilmente il peso del successo (quello de "La pazza gioia") a fargli attrarre qualche inimicizia. Ma lui, da toscanaccio verace qual è, non si lascerà certo intimidire!
EliminaMacché, è dai tempi di "Caterina va in città" (film che ho amato nella mia adolescenza) che sento gente odiarlo a non finire...
EliminaSe è così mi dispiace parecchio, e onestamente lo trovo molto, molto ingiusto...
EliminaNon vedo l'ora di vederlo :)
RispondiEliminaBuona visione, allora!
EliminaVero, la trama non sarà originalissima e già si sa dove andrà a finire, ma che bei personaggi ha saputo raccontare Virzì, quante lacrime mi ha fatto versare a Venezia. Insomma, gioca carte facili, ma vince con genuinità.
RispondiEliminaIndubbiamente. Infatti la riuscita del film sta proprio nella sua genuinità, nella capacità del suo autore di saper toccare le corde "giuste" del pubblico, affidandosi a una coppia di superstar affiatatissime...
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