"The Shape of Water" di Guillermo Del Toro è il Leone d'oro di Venezia 74, degno vincitore di uno dei Concorsi più belli degli ultimi anni. Tanta qualità, tanti titoli interessanti, un palmarès di assoluto rispetto... alla fine trionfa la favola per adulti del regista messicano, forse non il miglior film del lotto ma certo il miglior compromesso tra qualità e botteghino. E va benissimo così.
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"The Shape of Water", di Guillermo Del Toro |
E' stata un'edizione probabilmente irripetibile questa 74. Mostra del Cinema di Venezia, capace per una volta di mettere insieme un Concorso di altissimo livello e perfino di premiare i film giusti (cosa che al Lido capita davvero di rado...). Alla fine vince
The Shape of Water di
Guillermo Del Toro, tenerissima favola romantica che racconta l'amore tra un uomo-pesce e una ragazza muta sullo sfondo della guerra fredda: un fantasy molto amato da pubblico e critica, la cui vittoria sdogana (finalmente!) un genere sempre bistrattato dai festival. Dopo le polemiche per il Leone d'oro dell'anno passato, vinto dal filippino
Lav Diaz e mai distribuito al cinema, Venezia 74 premia dunque una pellicola dalle ottime possibilità commerciali, di sicuro il miglior compromesso tra qualità e botteghino.
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"Ammore e malavita", dei Manetti Bros |
Intendiamoci, forse
The Shape of Water non era il miglior film tra quelli in gara, e di certo non è nemmeno il miglior film di
Del Toro (personalmente continuo a preferirgli il bellissimo
Il Labirinto del Fauno) ma è chiarissimo il messaggio veicolato dalla giuria presieduta da
Annette Bening: i festival del cinema devono rendere pari dignità a
tutto il cinema, compreso quello fantastico e commerciale se sono degni di vittoria. Così, mentre Cannes relega fuori concorso titoli come
Mad Max: Fury Road e
Captain Fantastic, Venezia ha il coraggio (e il merito) di mettere in competizione film come
Birdman, La La Land, Arrival, Anomalisa, il controverso
Mother! di
Aronofsky fino al magnifico e inclassificabile
Ammore e malavita dei
Manetti Bros, il film in assoluto più gradito dal pubblico in sala.
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"Tre manifesti a Ebbing, Missouri", di Martin McDonagh |
Così, malgrado il piccolissimo rimpianto per non aver visto premiato con il Leone d'oro lo splendido
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri di
Martin McDonagh (per il sottoscritto il vincitore "morale" della rassegna, cui è andata comunque l'Osella per la migliore sceneggiatura) e, per contrappasso, l'esagerata Coppa Volpi a
Charlotte Rampling per
Hannah di
Andrea Pallaoro (la
Rampling è una grande attrice, ma il film è davvero estenuante e noioso, forse l'unico titolo davvero brutto tra quelli in concorso), il palmarès di Venezia 74 è di tutto rispetto: ne è la riprova l'esclusione (dolorosa) di tanti film belli e importanti come quelli di
Abdel Kechiche, del nostro
Virzì, di
George Clooney (scritto dai
fratelli Coen), di
Guédiguian, del bel dramma giudiziario del giapponese
Kore-eda, del ritorno alla regia di
Paul Schrader, titoli che in altre edizioni sarebbero entrate di sicuro nella rosa dei vincitori.
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"Jusqu'à la garde", di Xavier Legrand |
Grande sorpresa invece per doppio premio al piccolo film francese
Jusqu'à la garde, bella opera prima sulle difficoltà dell'affido dei figli dei genitori separati, insignito oltre che per il miglior esordio anche con il Leone d'argento per la regìa, ritirato dal suo emozionatissimo autore, il giovane
Xavier Legrand: ne risentiremo parlare. I due premi della giuria vanno invece all'asciutto western australiano
Sweet Country (regia di
Warwick Thornton) e all'israeliano
Foxtrot di
Samuel Maoz (impegnata riflessione sul conflitto ebreo-libanese sulla falsariga del precedente
Lebanon, Leone d'oro del 2009). Al Libano va invece il riconoscimento per il miglior attore del concorso, ovvero
Kamel El Basha, coppa Volpi per il film
L'insulto di
Ziad Doueiri.
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"The Leisure Seeker", di Paolo Virzì |
E il cinema italiano? Beh, anche qui note finalmente positive: il premio andato a
Hannah di
Andrea Pallaoro, pur non in presenza di un film indimenticabile, è il contentino per una selezione nazionale cui stavolta, davvero, il palmarès veneziano sta perfino un po' stretto. Perchè se l'unico difetto di
The Leisure Seeker di
Paolo Virzì sta solo nel soggetto non originalissimo (ma il film è toccante e coinvolgente, pianto assicurato), dispiace non vedere premiata la folle genialità dei
Manetti Bros che con
Ammore e malavita realizzano un film tanto sconclusionato quanto irresistibile, capace di esaltare perfino il pubblico degli addetti ai lavori (è stato il film più applaudito in assoluto). Ma a renderci comunque felici, alla fine, è la conferma della grande vitalità della "giovane Italia": la vittoria di
Susanna Nicchiarelli nella categoria Orizzonti con
Nico, 1988, in una categoria dove c'erano anche l'ottimo
Gatta Cenerentola (rielaborazione "contemporaneo-napoletana" della celebre fiaba) e l'irriverente
Brutti e cattivi di
Cosimo Gomez (con un
Claudio Santamaria in grande spolvero) sono la testimonianza che il futuro, per il nostro cinema, fa certamente meno paura.
TUTTI I PREMI DI VENEZIA 74 :
Leone d'oro per il miglior film:
THE SHAPE OF WATER di
Guillermo Del Toro (Usa/Messico)
Leone d'argento per la miglior regia:
JUSQU'A' LA GARDE di
Xavier Legrand (Francia)
Gran Premio della Giuria:
FOXTROT di
Samuel Maoz (Israele)
Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile:
KAMEL EL BASHA per
L'insulto (Libano)
Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile:
CHARLOTTE RAMPLING per
HANNAH di Andrea Pallaoro (Italia)
Osella per la miglior sceneggiatura:
MARTIN McDONAGH per
TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI (Usa)
Premio speciale della Giuria:
SWEET COUNTRY di
Warwick Thornton (Australia)
Premio Mastroianni attore/attrice emergente:
CHARLIE PLUMMER per
LEAN ON PETE (Gran Bretagna)
Leone del Futuro - Premio opera prima Luigi de Laurentiis:
JUSQU'A' LA GARDE di
Xavier Legrand (Francia)
sono titoli interessanti, speriamo di vederli presto, attento con ansia il film di del toro ^_^
RispondiEliminaUscirà a febbraio, giusto giusto per gli oscar ;)
EliminaMi piacerebbe tanto esserci, più per l'atmosfera che per altro. Dev'essere un'esperienza incredibile per un cinefilo.
RispondiEliminaUn abbraccio e grazie per il resoconto.
Mauro
Lo è, Mauro. Come dico sempre per un cinefilo frequentare un festival del cinema è un'esperienza unica: per dieci giorni ti isoli dal mondo per dedicarti 100% alla tua passione... ci credi che non ho mai sfogliato un giornale? Non c'è niente di più bello!
EliminaInsomma, si può dire che quest'anno Venezia ha superato Cannes? ;)
RispondiEliminaSi può dire eccome! E non bisogna vergognarsi di dirlo. Del resto è sempre stato così: quando a Cannes il programma è scarso Venezia sorride, e viceversa. Però mi permetto di dire che negli ultimi anni la Mostra è stata ben più coraggiosa, sperimentale e innovativa rispetto a Cannes. I francesi hanno dalla loro parte i soldi, il glamour e un gruppo di registi "fedelissimi" che frequentano la Croisette come un club privato. A Cannes vanno sempre gli stessi o quasi, ma a volte prendere i film a scatola chiusa può rivelarsi un rischio (come nelle ultime edizioni)
EliminaVoglio venirci anch'iooooooo!! :)
RispondiEliminaSe vuoi c'è posto... :)
Eliminami auguro la distribuzione italiana sia generosa con questi film...
RispondiEliminaLo spero anch'io. E come ho scritto, i premi di quest'anno vanno indubbiamente in questa direzione...
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