regia: Gianni Amelio(Italia, 2017)
cast: Renato Carpentieri, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti, Elio Germano, Arturo Muselli, Greta Scacchi, Maria Nazionale
sceneggiatura: Gianni Amelio, Alberto Taraglio
fotografia: Luca Bigazzi
scenografia: Giancarlo Basili
montaggio: Simona Paggi
musica: Franco Piersanti
durata: 103 minuti
giudizio: ★★★★☆
trama: In un vecchio palazzo della Napoli borghese vive Lorenzo, ex avvocato settantenne caduto in disgrazia, che nega l'affetto ai figli e ha rimosso il ricordo della moglie morta. Saverio, il figlio più giovane, ambizioso e affamato di soldi, se ne infischia tranquillamente. Invece Elena, la più grande, malgrado tutto gli vuole ancora bene e soffre. Un giorno, una giovane coppia con due bambini si sistema nell'appartamento accanto al suo...
Protagonista assoluto è Lorenzo (un grandissimo Renato Carpentieri), anziano avvocato dal curriculum non proprio limpidissimo, ormai stanco e malandato nel fisico, autocondannatosi a una vita infelice: vedovo, non ha praticamente più alcun rapporto con i figli (Giovanna Mezzogiorno e Arturo Muselli) e si è allontanato perfino dall' amante. La sua unica compagnia è il nipotino piccolo, che spesso sottrae dalla scuola all'insaputa della madre per trascorrere qualche mattinata insieme. Un giorno però accade un fatto inaspettato e destabilizzante, un incontro fortuito e fortunato con una sbadata ma simpatica vicina di casa che gli cambierà la vita.
Michela (Micaela Ramazzotti), la vicina, è madre di due bambini e sposata con un uomo timido e chiuso in se stesso, ombroso e tormentato (Elio Germano). Vengono dal nord per lavoro, e l'ambientamento in una Napoli caotica, chiassosa, fatta di vicoli stretti e salite impervie (metafora evidente dello stato d'animo dei personaggi) si rivela più difficile del previsto. Per Lorenzo il loro arrivo è come una scarica elettrica, una coincidenza inaspettata ma benigna che lo porterà a legarsi sempre più a quella famiglia (in special modo a Michela), almeno fino a quando un tragico episodio lo metterà di fronte a quelle scelte che ha sempre rimandato...
Rileggendo (molto liberamente) il romanzo di Lorenzo Marone La tentazione di essere felici, Amelio ricostruisce con sensibilità ed eleganza uno spaccato di umanità che cerca di uscire dalle sabbie mobili dell'ipocrisia e del rancore, dimostrando quanto l'infelicità e l'aridità affettiva non dipendano dall'età e dalle epoche bensì esclusivamente dagli uomini: tutti i personaggi del film infatti, giovani e vecchi, introversi e spigliati, non riescono a parlarsi ed affrontarsi fino a quando la vita stessa non li costringe a farlo. I padri non sono migliori dei figli, gli amanti si amano ma non si cercano, nessuno muove il primo passo, tutti immobilizzati dalla paura di provare affetto...
La famiglia, tradizionale baluardo di un' Italia ipocrita e democristiana, qui viene fatta a pezzi e umiliata da una società arcaica e benpensante che soffoca i sogni e gli ideali, non permettendo a nessuno di essere ciò che vorrebbe essere. A venirci incontro, sembra dirci il regista. è la natura stessa dell'uomo, incapace di trovare felicità nella solitudine e nella povertà di affetti. Siamo e restiamo "animali sociali", fatti per stare insieme, malgrado e nonostante tutto. Perchè forse è proprio vero che, nella vita, "tutto quello che facciamo è una scusa per volerci bene".
visto ieri, merita davvero, e Renato Carpentieri è un gigante
RispondiEliminaSì, davvero un grande attore che finora passava sempre "inosservato" perchè relegato in ruoli marginali. Eppure nella sua filmografia c'è tutto il miglior cinema italiano degli ultimi trent'anni (Il giovane favoloso, Noi credevamo, Caro Diario, Porte aperte...)
Eliminafra i puntini metterei anche Corpo Celeste, done Carpentieri è un prete che , per coincidenza, si chiama don Lorenzo
EliminaAssolutamente d'accordo. Mi è piaciuto molto quel film, notevole opera prima.
EliminaVado controcorrente. L'ho trovato lentissimo, ma di una lentezza ingiustificabile, quasi irritante. So bene che "lento" significa poco in una critica, ma io critica non sono: non ho retto la pesantezza, l'afflato esageratamente drammatico di una storia importante ma, a mio modo di vedere, troppo artefatta (fermo restando che gli attori - tutti - sono davvero bravi)
RispondiEliminaLa bellezza dell'arte sta anche nel fatto che si possa dissentire! :)
EliminaScherzi a parte, rispetto la tua opinione ma ovviamente non la condivido: oggi, spesso, si scambia l'impegno con la "pesantezza", forse perchè di film impegnati se ne fanno sempre di meno...
questo è vero ;)
EliminaAmelio non sbaglia mai un film. Spero di vederlo presto.
RispondiEliminaBuon primo maggio!
Mauro
Condivido, Mauro. E ricambio gli auguri!
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